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Scalone pensioni: cos’è e che impatti ha sul tuo futuro previdenziale

coppia di anziani calcolo pensione

Le ultime novità introdotte dalla legge di bilancio 2024 in tema previdenziale hanno cambiato alcune cose nel sistema pensionistico. Un tema di cui si è parlato molto è il taglio del cuneo fiscale e l’aumento dell’età pensionabile, ovvero lo scalone. Ma lo scalone pensioni cos’è?

Si tratta di una misura chiamata “scalone” introdotta nel 2004, poi abolita, che prevedeva l’innalzamento dell’età pensionabile. Per sapere lo scalone pensioni cos’è basti pensare alla legge Fornero, infatti la misura fu reintrodotta dalla legge Fornero nel 2011 che ha innalzato ancora di più l’età minima per poter andare in pensione per tutti i lavoratori, sia uomini che donne. Dal 2012, quindi, l’età pensionabile in Italia è in costante aumento. La riforma ha fissato l’età a 67 anni a partire dal 2026 mentre fino ad allora l’età varia in base all’anno di nascita del lavoratore con un aumento graduale.

Anno di nascitaetà pensionabile

| Prima del 1959
| 1959
| 1960
| 1961
| 1962
| 1963
| 1964
| 1965
| 1966
| 1967
| 1968
| 1969
| 1970
| 1971
66 anni e 7 mesi
66 anni e 8 mesi
66 anni e 9 mesi
67 anni
67 anni e 1 mese
67 anni e 2 mesi
67 anni e 3 mesi
67 anni e 4 mesi
67 anni e 5 mesi
67 anni e 6 mesi
67 anni e 7 mesi
67 anni e 8 mesi
67 anni e 9 mesi
68 anni

Ad esempio, un lavoratore nato nel 1960, quindi con un’età pensionabile ordinaria di 66 anni e 7 mesi, potrà andare in pensione dal 1° gennaio 2024. Uno nato nel 1961, quindi con un’età pensionabile ordinaria di 67 anni, potrà andare in pensione dal 1° gennaio 2025. Un lavoratore nato nel 1970, quindi con un’età pensionabile ordinaria di 68 anni, potrà andare in pensione dal 1° gennaio 2038.

anziana con monete
mani di donna anziana con dei soldi a monete

Scalone pensioni cos’è e quali sono gli impatti

Lo scalone pensioni ha un impatto negativo sul futuro previdenziale di tutti i lavoratori, perché significa che dovranno lavorare più a lungo per avere diritto alla pensione.

Il principale impatto sui lavoratori che andranno in pensione in età avanzata è la riduzione del reddito pensionistico, ovvero riceveranno una pensione più bassa, a causa della minore durata del periodo contributivo. Ad esempio, un lavoratore che va in pensione a 67 anni, con 20 anni di contributi, riceverà una pensione di circa 1.400 euro al mese. Lo stesso lavoratore che va in pensione a 62 anni, con 20 anni di contributi, riceverà una pensione di circa 1.100 euro al mese.

Un’altra conseguenza negativa è l’aumento della spesa pubblica per le pensioni, a causa della riduzione del numero di lavoratori in età pensionabile. In Italia, la spesa pubblica per le pensioni è già molto elevata e rappresenta circa il 15% del PIL. L’innalzamento dell’età pensionabile comporterà un aumento della spesa pubblica e quindi un conseguente aumento delle tasse.  

Lo scalone pensioni può rendere più difficile per i lavoratori anziani trovare un lavoro, a causa della maggiore concorrenza con i lavoratori più giovani. Ecco lo scalone pensioni cos’è e che impatti negativi può avere sui cittadini.

Per mitigare gli impatti negativi dello scalone pensioni sul reddito, i lavoratori possono pianificare per tempo il loro futuro previdenziale facendo un piano in base alle proprie esigenze e possibilità. Una alternativa è investire in una pensione complementare per compensare la riduzione del reddito pensionistico dovuta allo scalone pensioni. Oppure il lavoratore può scegliere di proseguire l’attività lavorativa dopo il pensionamento può aiutare a migliorare il proprio reddito pensionistico.

donna calcola pensioni
donna intenta a fare il calcolo della pensione

Le alternative allo scalone pensioni

In alternativa allo scalone pensioni, il governo ha pensato di introdurre un sistema di pensionamento flessibile, che permetterebbe ai lavoratori di scegliere l’età in cui andare in pensione, in base alle proprie esigenze e possibilità tenendo conto dei contributi versati. La novità sostanziale è che le pensioni vengono calcolate interamente con il metodo contributivo.

 Il risultato, però, non è stato come sperato, ma a tratti potrebbe aver peggiorato la situazione perché dà la possibilità di un pensionamento anticipato rispetto all’età di vecchiaia ma inserisce penalizzazioni per chi decide di uscire prima dal mondo del lavoro.

Ora che abbiamo compreso lo scalone pensioni cos’è, resta da capire in che modo il governo Meloni con le nuove modifiche sulle pensioni introdotte con la manovra ha cambiato il sistema. Per evitare lo scalone nel 2023 ha introdotto Quota 41, quest’anno ha modificato anche Quota 103, ovvero la pensione anticipata a 62 anni con 41 anni di contributo. Le modifiche apportate alla criticata legge Fornero prevedono la pensione a 67 anni e 20 anni di contributi. Nel 2025 potrebbe innalzarsi di qualche mese. La pensione anticipata nel 2024 sarà possibile con 42 anni e 10 mesi di contributi a prescindere dall’età.

Fino al raggiungimento dei 67 anni, l’importo della pensione non potrà superare le quattro volte il trattamento minimo INPS, corrispondente a circa 2.272€ lordi al mese. Per il 2023, il limite è fissato a cinque volte il trattamento minimo, circa 2.800€ al mese.

L’obiettivo delle modifiche introdotte dal governo Meloni è quello di rendere il sistema pensionistico più sostenibile e inclusivo. La riforma contribuirà a ridurre il disavanzo del sistema pensionistico. Inoltre, il pensionamento anticipato per le donne lavoratrici con figli permetterà a più donne di accedere alla pensione prima. Per accedere a Opzione donna l’età sale a 61 anni con 35 anni di contributi ma si abbassa di un anno per ogni figlio.

Ci sono però molti aspetti negativi, ovvero la riduzione del reddito pensionistico per i lavoratori che andranno in pensione in età più avanzata, a causa della minore durata del periodo contributivo. Per questo, la riforma ha ricevuto molte critiche da parte di opposizioni, sindacati e associazioni di categoria perché l’innalzamento dell’età pensionabile penalizzerà i redditi bassi. Infine, il requisito contributivo minimo per l’accesso alla pensione di vecchiaia sarà innalzato a 20 anni per tutti i lavoratori.

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