Cosa sono le materie prime critiche? Come vengono regolamentate? Il panorama è cambiato di molto rispetto agli ultimi anni.
Approfondimenti
Materie prime critiche: una prospettiva europea
Il conflitto russo-ucraino e la recente emergenza pandemica hanno messo in luce una serie di criticità nell’approvvigionamento di semilavorati e materie prime. Le materie prime critiche (MPC) rappresentano materiali fondamentali per la produzione di beni tecnologicamente avanzati e per la transizione ecologica, e sono spesso importate da Paesi che possono diventare instabili per motivi geopolitici. L’Unione Europea (UE) è in costante crescita nella domanda di MPC come cobalto, grafite, nichel, rame e titanio, il che potrebbe portare a una crescente dipendenza dall’estero, soprattutto perché molti dei Paesi membri dell’UE non producono queste materie in quantità significative.
MPC sostenibili
A partire dal 2020, l’UE ha intrapreso iniziative per garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di MPC nel breve periodo. Questi materiali sono di vitale importanza per la produzione di beni tecnologicamente avanzati, compresi veicoli elettrici, pannelli solari e turbine eoliche. La crescente domanda di MPC è legata alla transizione energetica e all’adozione di tecnologie ecocompatibili. Ad esempio, la produzione di un veicolo elettrico richiede molte più MPC rispetto a un veicolo convenzionale, e lo stesso vale per le tecnologie di energia rinnovabile.
La questione principale riguarda l’offerta limitata dell’UE. Solo la Francia e la Spagna sono i principali fornitori europei di alcune MPC, ma la maggior parte degli altri Paesi membri dell’UE ha una produzione limitata o nulla di queste materie. La Cina è uno dei maggiori fornitori di MPC all’UE, ma questa dipendenza è rischiosa in quanto la Cina potrebbe diventare instabile politicamente. Altri Paesi che presentano rischi simili includono la Turchia, il Kazakistan, la Repubblica Democratica del Congo e la Guinea.
L’ipotesi della Commissione Europea
La Commissione europea ha avanzato una proposta di regolamento per le MPC, stabilendo obiettivi per ridurre la dipendenza europea dall’estero entro il 2030. Tuttavia, questi obiettivi possono essere difficili da raggiungere, soprattutto considerando la scarsa disponibilità di MPC all’interno dell’UE. Questi obiettivi includono:
- Estrazione dell’10% delle MPC consumate all’interno dell’UE.
- Raffinazione del 40% delle MPC all’interno dell’UE.
- Utilizzo del 15% delle MPC da attività di recupero e riciclo.
- Limitazione al 65% delle forniture di ciascuna MPC da un singolo Paese terzo.
Una delle possibili soluzioni potrebbe essere la creazione di una centrale d’acquisto delle MPC a livello dell’UE, per sfruttare il potere di mercato dell’UE e facilitare il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza energetica. Altre soluzioni includono la generazione di materie prime secondarie attraverso il riciclo e lo sviluppo di attività di prospezione geologica per individuare nuovi giacimenti di MPC all’interno dell’UE. Queste soluzioni richiedono un impegno significativo da parte dei singoli Stati membri dell’UE.
Tuttavia, il progresso nell’attuazione di queste soluzioni è stato finora limitato, con molti Paesi, tra cui l’Italia, che non hanno ancora avviato formalmente le strategie per affrontare questa sfida. Ciò solleva il serio rischio che l’UE non possa coniugare gli obiettivi di sostenibilità ambientale con quelli di sicurezza energetica. La dipendenza dall’estero per le materie prime critiche rimane una minaccia significativa per l’UE, e la strada verso una maggiore indipendenza è ancora lunga e difficile da percorrere. Affrontare la questione delle materie prime critiche richiederà un forte impegno e una maggiore cooperazione tra i Paesi membri dell’UE.