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Perché la banca centrale cinese taglia i tassi d’interesse?

valuta cinese

La banca centrale cinese ha tagliato i tassi d’interesse per i prestiti. L’obiettivo è quello di venire incontro ai colossi dell’immobiliare che hanno perso terreno in seguito alla pandemia, ma c’è di più. La deflazione in corso e le conseguenze sullo yuan hanno spinto la banca centrale cinese a prendere provvedimenti. In più, la Cina ha oggi un ruolo di primo piano nel panorama internazionale: la guerra in Ucraina, la svolta dei BRICS con l’ingresso di altre economie emergenti e la questione con il Giappone per la questione delle acque inquinate sono solo alcuni esempi esteri, senza contare la discussione in Italia per la Via della Seta. Cosa cambia nell’economia del Paese orientale e come funziona la banca cinese rispetto alle altre nel panorama internazionale?

Come si chiama la banca centrale cinese

Come si chiama la banca centrale cinese
Shangai

La Banca Centrale cinese si chiama Banca Popolare cinese (中国人民银行 in cinese). L’istituto, voluto dall’imperatore della Cina nel 1905, aveva già dagli inizi il compito di stampare moneta, gestire gli investimenti e l’amministrazione del Paese. Nel 1912 la Cina fu proclamata Repubblica Popolare, perciò la Banca divenne commerciale nel 1928. La banca mantenne il suo compito di emettere moneta fino al 1942 con l’affiancamento della Banca Centrale, della Banca delle Comunicazioni e della Banca dei Contadini Cinesi.

La Banca centrale cinese fu ulteriormente divisa in due per via della Guerra Civile Cinese del 1949. La prima parte si trasferì a Taipei. Oggi, la Banca è una delle 4 più grandi in Cina. Le altre 3 sono l’Agricultural Bank of China, la China Construction Bank e la Industrial and Commercial Bank of China. In Cina secondo Info Mercati Esteri ci sono 15 gruppi bancari, anche se non si sa il numero di filiali sparse nel vasto territorio cinese per venire incontro alle esigenze dei cittadini della Repubblica Popolare.

Chi controlla la Banca centrale cinese

Chi controlla la Banca centrale cinese
Tempio in Cina

La Banca centrale cinese è sotto il controllo dell’agenzia State Administration of Foreign Exchange. È un’agenzia di Stato che ha il compito di regolamentare il mercato dei cambi in Cina. Così formalmente non è lo Stato a controllare direttamente la banca, ma affida questo compito a un organo incaricato.

A oggi gli italiani che vogliono investire in yuan possono convertire dollari ed euro in yuan attraverso le banche o gli interscambi nel mercato delle valute. In alternativa, si può investire in yuan senza averli materialmente, ovvero utilizzando degli strumenti finanziari con questa valuta. In ogni caso, non è possibile portare con sé denaro cinese direttamente dalla Cina, almeno non in grandi quantità. Il limite di denaro che si può portare per i viaggi è di circa 10 mila euro.

La Banca centrale cinese e gli effetti sull’economia: perché lo ha fatto?

La Banca centrale cinese e gli effetti sull'economia: perché lo ha fatto?
Yuan cinese

La banca centrale cinese ha dovuto risolvere 3 situazioni a livello macroeconomico:

  • Lo yuan al minimo storico, che scende ancora sotto al dollaro. Non accadeva da 16 anni.
  • I crack delle società immobiliari, con il conseguente default delle società finanziarie che avevano fornito prestiti a queste società.
  • La deflazione e quindi un costo delle merci sempre più basso.

Così la Banca Centrale Cinese ha iniziato dando un sospiro di sollievo alle banche che stavano vivendo una situazione difficile per via dei debiti insoluti. Per farlo, ha aumentato i margini di profitto sui prestiti e sui prodotti finanziari per i privati riducendo di 15 punti il tasso di interesse interbancario, cioè diminuendo gli interessi per le banche che hanno bisogno di fondi.

Poi, ha ridotto di 10 punti base il tasso di interesse applicato ai prestiti di 1 anno, dal 3,55% al 3,45%, mantenendo invariato il tasso di interesse al 4,2% per i finanziamenti a 5 anni. Questa operazione è stata necessaria per evitare che lo yuan perdesse troppo potere e diventasse preda di speculazioni finanziarie fuori dalla Cina. Infatti, ai gestori dei fondi è stato richiesto di non vendere più azioni cinesi di quante ne comprano. Così il Paese sta cercando di tenere i fenomeni economici sotto controllo.

L’obiettivo finale è quello di rilanciare i consumi interni e così uscire dalla deflazione in tempi rapidi (almeno si spera). Il portavoce del ministro degli Esteri Wang Wenbin ha dichiarato che la critica occidentale sull’economia sarà presto smentita, come riporta anche Il Fatto Quotidiano in un articolo di metà agosto. Al momento non si hanno informazioni su come andrà l’economia cinese dopo queste soluzioni: si deve aspettare che arrivano le prime indicazioni dal mercato. Quello che è certo è che la banca centrale cinese ha un ruolo di primo piano sull’economia.

Le decisioni prese non possono essere prese alla leggera, soprattutto da chi opera sui mercati emergenti per i propri investimenti, oppure nelle materie prime o nel mercato delle valute. La Cina ha un’influenza politica importante anche per il resto del mondo e la sua economia influenza anche quelle degli altri Paesi.

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