Negli Stati Uniti abbiamo la Florida e altri Stati che stanno cercando di seguire il suo esempio. In Europa abbiamo (o meglio, avevamo) il Portogallo e, in misura minore, la Grecia e alcuni Paesi balcanici. Ora, sembra intenzionato a ricercare il favore dei pensionati anche San Marino. La nuova politica fiscale della piccola repubblica incastonata nel centro Italia mira apertamente agli anziani non più lavoratori per sopraggiunti limiti di età. Il principio è lo stesso che vale per gli altri Paesi che hanno già effettuato questa scelta: inseguiamo una nuova ricchezza ponendoci come calamita per un insieme di persone che rispetti requisiti ben determinati. Per riuscirci, proponiamo grossi incentivi fiscali alla categoria che ci interessa conquistare.
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Sulle orme del Portogallo
Il simbolo di questa strategia, a livello europeo, è stato per anni il Portogallo. Il Paese ha iniziato decenni fa a puntare forte sui pensionati, agevolando il suo regime fiscale per persone di una certa età e che potevano contare sui risparmi di una vita di lavoro. Negli ultimi due anni, però, il regime di comodo lusitano è cambiato. Il governo infatti ha deciso di abbandonare ogni favoritismo, per così definirlo, verso le persone più attempate, e puntare su un segmento di popolazione molto lontano da quello della terza età: i nomadi digitali.
Buona parte della popolazione portoghese non ha mai visto di buon occhio lo scaglione fisso, al 10%, per gli anziani, né quello al 20% per i professionisti qualificati che lavorano da remoto. Nonostante queste due misure abbiano riscontrato enorme successo, nonché attirato frotte di anziani e lavoratori, da remoto, in città e regioni contraddistinte dall’alta qualità di vita come Lisbona, Porto, Chaves oppure l’Algarve, il governo del socialista António Costa si è detto determinato a modificare l’attuale stato delle cose. A quanto pare, comunque, chi stia già godendo del privilegio del regime fiscale particolare potrà continuare a farlo per un periodo complessivo di 10 anni.
Tasse al 6%: la strategia di San Marino
La retromarcia portoghese apre nuovi spiragli. Un Paese particolarmente determinato a riempire il vuoto lasciato dai lusitani pare essere San Marino. Il microstato posto al confine tra Marche ed Emilia Romagna è noto per le sue politiche fiscali tutt’altro che aggressive. Su 60 chilometri quadrati di territorio vivono circa 35mila abitanti, tutti abbarbicati lungo la schiena del simbolo stesso della piccola repubblica: il Monte Titano. Ora, il governo locale sembra determinato ad aumentare il numero dei residenti grazie a un intervento appositamente pensato per chi ha i capelli bianchi.
San Marino implementerà una norma che porterà numerosi vantaggi a chi sceglierà di trasferirsi entro i suoi confini dopo aver terminato di lavorare. La principale caratteristica della misura è quella che saranno poste tasse al 6% di qualunque reddito si consegua. Un’aliquota a dir poco irrisoria. Ciò consentirà ai pensionati che ne approfitteranno uno stile di vita diverso rispetto a quello che possono permettersi di portare avanti, ad esempio, in Italia, più agiato. Naturalmente, però, per poterne beneficiare, occorrerà rispettare alcuni requisiti specifici.
I requisiti richiesti
Per poter rientrare nella nuova normativa sammarinese e, dunque, valutare se se ne possa approfittare, occorre possedere alcuni requisiti ben specifici: non estremamente restrittivi ma neppure troppo accomodanti. Innanzitutto, occorre essere residenti in un Paese membro dell’Unione Europea oppure in Svizzera. In secondo luogo, bisogna ricevere redditi per almeno 50mila euro lordi all’anno. Alternativamente, sarà necessario vantare un patrimonio mobile o immobile del valore di almeno 300mila euro. La misura mira evidentemente a pensionati di una certa ricchezza.
Una volta che si sarà dimostrato di rispettare ambedue questi requisiti, sarà possibile ottenere la cosiddetta residenza atipica a San Marino e si potrà godere di tasse al 6% per un periodo di 10 anni. Il microstato desidera attirare circa 500 pensionati all’anno in questa maniera, cifra molto lontana dai dati attuali, secondo i quali nel 2023 gli ingressi di pensionati sarebbero stati soltanto 58, mentre nel 2022 appena 29.
Grandi aspettative dalle tasse al 6%, ma attenzione al precedente portoghese
Quando si decide di imporre tasse al 6% e richiamare anziani altospendenti si corre il rischio di causare una reazione a catena e alzare il costo della qualità della vita per tutti gli altri residenti. San Marino è una repubblica tendenzialmente piuttosto ricca, e questo problema potrebbe non impensierire molto il suo governo, ma il precedente portoghese ci insegna che il rischio esiste ed è anche piuttosto concreto.
Il Portogallo ha lanciato le prime iniziative a favore dei pensionati più ricchi circa 15 anni fa, e lo ha fatto a spron battuto. Nel corso dei 13 anni interi di applicazione della norma, il Paese ha attirato circa 10mila persone. Principalmente si tratta di inglesi e francesi, ma anche numerosi italiani hanno aderito all’iniziativa. Da quest’anno, la misura verrà sospesa. Le ragioni sono svariate: dalla dubbia eticità dell’iniziativa al malcontento della popolazione meno abbiente, ma ve n’è una, in particolare, che ha spostato gli equilibri e condotto al ripensamento: l’aumento esorbitante dei costi delle abitazioni nelle città maggiormente prese di mira dagli anziani possidenti, Lisbona in primis. Dal 2012 a oggi, infatti, il costo di un alloggio in Portogallo è aumentato del 78%, ben più della media europea, pari al 35%. Soltanto nel 2022, il costo medio di un’abitazione nel Paese iberico è lievitato dell’11%.
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