x

x

Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Tassazione degli stage: normative e implicazioni per stagisti e aziende

tassazione stage

La tassazione stage rappresenta uno degli aspetti più complessi e discussi nel panorama normativo italiano. Gli stage e i tirocini sono spesso considerati contratti di lavoro “ibridi” in quanto uniscono formazione e attività lavorativa. Questa particolarità crea confusione in termini di trattamento fiscale, tanto per gli stagisti quanto per le aziende che li ospitano. In questo articolo esploreremo come la tassazione degli stage sia regolamentata in Italia, quali sono le implicazioni per chi svolge uno stage e le responsabilità per le aziende.

Cos’è uno stage e come viene tassato?

Gli stage sono periodi formativi previsti per facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro, oppure per permettere il reinserimento di chi ha perso l’occupazione. In Italia esistono due tipologie principali di stage: curriculari ed extra-curriculari. I tirocini curriculari sono obbligatori in alcuni percorsi di studio e non prevedono un’indennità, ma possono includere un rimborso spese. Al contrario, i tirocini extra-curriculari richiedono un’indennità di partecipazione minima, fissata generalmente dalle Regioni.

La tassazione degli stage riguarda principalmente i tirocini extra-curriculari, che prevedono un’indennità. Questi compensi sono considerati come redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente e, di conseguenza, sono soggetti alla tassazione Irpef con le relative aliquote a scaglioni.

Gli stage extra-curriculari prevedono un’indennità di partecipazione minima fissata dalle Regioni.

La no tax area e le detrazioni

È importante sottolineare che esiste una cosiddetta “No Tax Area“, ovvero una soglia al di sotto della quale non si applicano le imposte. Tale soglia viene aggiornata annualmente e varia in base alla normativa vigente. Per gli importi superiori a questa soglia, l’azienda è tenuta a effettuare le ritenute fiscali sull’indennità corrisposta allo stagista. Inoltre, gli stagisti possono beneficiare di alcune detrazioni dall’imposta lorda, che contribuiscono a ridurre l’importo complessivo da versare.

La tassazione stage è assimilata ai redditi da lavoro dipendente, soggetta alle aliquote Irpef

Tassazione stage nel 2024

Nel 2024, la tassazione stage segue le regole previste dall’articolo 50 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), che assimila i proventi degli stage ai redditi da lavoro dipendente. Ciò implica che lo stagista riceve una busta paga dove sono indicate le imposte sul reddito, trattenute direttamente dal datore di lavoro, il quale agisce come sostituto d’imposta.

Un aspetto fondamentale per la tassazione degli stage è la cosiddetta No Tax Area, che per il 2024 è fissata a 8.500 euro. Questo significa che chi percepisce un’indennità complessiva inferiore a questa cifra non dovrà pagare tasse, in quanto il suo reddito rientra in una fascia esente.

Le imposte applicabili sono principalmente le aliquote Irpef a scaglioni, ma vi sono anche addizionali regionali e comunali. Le aliquote variano in base alla regione di residenza e al comune. Ad esempio, l’addizionale regionale può oscillare tra l’1,23% e il 3,33%, mentre l’addizionale comunale può arrivare fino allo 0,8%.

La No Tax Area del 2024 esenta chi percepisce meno di 8.500 euro all’anno dalle imposte

Calcolo del compenso netto di uno stage in Italia

Il calcolo del netto di uno stage può risultare complicato, soprattutto se l’indennità supera la No Tax Area. In generale, se lo stagista percepisce un’indennità inferiore a 708 euro mensili e non ha altri redditi, il netto coincide con il lordo, grazie all’esenzione fiscale.

Per gli stagisti che superano questa soglia, sarà necessario applicare le aliquote Irpef per il rispettivo scaglione di reddito. Ad esempio, uno stagista con un’indennità di 700 euro mensili, che non superi il tetto esente, percepirà al netto una cifra quasi identica al lordo. Tuttavia, se l’indennità mensile supera il limite di esenzione, l’importo netto sarà inferiore, a causa delle trattenute Irpef e delle addizionali regionali e comunali.

I redditi da stage devono essere dichiarati tramite il modello 730 o Redditi PF

Dichiarazione dei redditi da stage

Essendo i compensi degli stage assimilati ai redditi da lavoro dipendente, devono essere dichiarati attraverso il modello 730 o il modello Redditi Persone Fisiche, salvo che il compenso annuale non superi la No Tax Area. Il datore di lavoro è tenuto a fornire una Certificazione Unica (CU) allo stagista, che dovrà essere utilizzata per compilare la dichiarazione dei redditi.

In caso di dichiarazioni multiple, cioè se lo stagista ha intrapreso diversi rapporti di stage durante l’anno, sarà necessario sommare i compensi e dichiararli tutti in modo cumulativo.

Le aziende sono obbligate a comunicare i dettagli dello stagista al Centro per l’impiego

Le responsabilità dell’azienda

L’azienda ospitante ha la responsabilità di gestire correttamente la tassazione degli stage. Ciò significa che deve:

Emettere la Certificazione Unica (CU): alla fine dell’anno, l’azienda deve rilasciare allo stagista la Certificazione Unica, che riporta i redditi percepiti e le ritenute fiscali effettuate.

Emettere il contratto di stage: il contratto deve indicare chiaramente la durata del tirocinio, le attività da svolgere e l’importo dell’indennità.

Comunicare l’inizio e la fine del tirocinio all’INPS: è necessario comunicare all’INPS l’inizio e la fine del rapporto di stage, anche nel caso di tirocini curriculari.

Effettuare le ritenute fiscali: l’azienda deve effettuare le ritenute fiscali sull’indennità corrisposta allo stagista e versarle all’Erario entro i termini previsti dalla legge.

L’Unione Europea promuove la retribuzione obbligatoria per gli stage e il divieto di stage gratuiti

Normativa europea e futuri sviluppi

A livello europeo, la tassazione degli stage è parte di un dibattito più ampio sull’equità e la giustizia sociale. Nel 2023, l’Unione Europea ha approvato una risoluzione che invita la Commissione a prendere misure per vietare gli stage gratuiti. In questo contesto, entro il 2024 ci si attende una proposta di legge che introduca un obbligo di retribuzione per tutti gli stagisti.

La retribuzione degli stage post-laurea o diploma dovrebbe essere in linea con il salario minimo del paese ospitante o con i minimi contrattuali, nei Paesi come l’Italia dove non esiste un salario minimo legale. Questa normativa potrebbe avere impatti significativi anche sulla tassazione degli stage, imponendo una maggiore uniformità nelle politiche retributive.

La tassazione stage in Italia è regolata da normative complesse, che richiedono un’attenzione particolare sia da parte degli stagisti che delle aziende. Per i primi, è fondamentale conoscere i propri diritti fiscali e capire come funziona il calcolo del netto. Per le aziende, rispettare gli obblighi normativi non solo evita sanzioni, ma garantisce anche una gestione corretta del rapporto di stage.

Argomenti