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Tasso di interesse: come calcolarlo

Tasso di interesse e mutui: come calcolarlo? Ecco tutto quello che c’è da sapere per calcolare il tasso più basso e non sbagliare

Per quanti avessero deciso di acquistare un immobile e per coloro che stessero valutando le alternative più convenienti per sottoscrivere un finanziamento e avviare un mutuo, ecco una serie di aspetti da considerare. La domanda più frequente è questa: come si calcola il tasso di interesse più basso

Un elemento imprescindibile di cui aver conto sta negli interessi da sommare all’importo ricevuto in prestito e che occorre versare all’ente di credito rata dopo rata. Ragione per cui comprendere come calcolare gli interessi dei mutui è fondamentale per una migliore valutazione di ciascuna spesa da sostenere. 

Come si calcola il tasso di interesse di un mutuo: le varianti in esame

Il sommarsi complessivo dei fatidici interessi è un fattore che solitamente si tende a sottovalutare nel discorso generale inerente al budget per l’acquisto di un immobile. Il calcolo del complessivo muta a seconda di una terna di variabili essenziali:

  1. il denaro necessario come contributo per acquistare la propria abitazione;
  2. la durata del mutuo;
  3. il tasso di interesse da applicare sul finanziamento, che potrebbe essere fisso o variabile in base all’indice di riferimento.

Le suddette variabili rappresentano la chiave per comprendere come calcolare gli interessi sul mutuo. Ci sarebbe poi ancora da prendere in considerazione come l’interesse possa essere semplice o composto. In altri termini questo sta a significare:

  • la variante semplice si quantifica sempre sul complessivo del contributo iniziale. Se per esempio il finanziamento è pari a 100.000 euro, le rate saranno sempre ottenute partendo da quell’importo;
  • se è composto, viceversa, si calcola prendendo come riferimento il capitale residuo anno dopo anno. Considerando ancora i 100.000 euro dell’esempio precedente: se dopo un anno il richiedente ha restituito 10.000 euro, l’anno successivo il computo partirà da 90.000 euro, e così via.

L’indennizzo della cifra ottenuta in prestito, per di più, potrà compiersi attraverso due differenti tipologie di pagamento, abitualmente chiamate all’italiana o alla francese.

La metodologia all’italiana presume una decrescita progressiva degli importi da risarcire, originata dalla diminuzione del complessivo dell’interesse composto stimato sul capitale residuo. Le cifre da rendere saranno pertanto sempre differenti e andranno man mano riducendosi nel corso del tempo.

L’ammortamento alla francese, d’altro canto, è quello maggiormente utilizzato e ipotizza importi fissi composti, però, in maniera variabile dai prezzi del servizio e dall’indennizzo del prestito. Se per esempio mensilmente si restituiranno 100 euro, il pagamento comincerà dal 60% di capitale e dal 40% di interessi, poi 70 e 30, poi 80 e 20 e così via fino all’estinzione conclusiva.

Come si calcola il tasso di interesse di un mutuo, esempi

Ovviamente, come si può ben immaginare, numeri e calcoli in grande quantità potrebbero creare non poca confusione. È dunque essenziale presentare qualche esempio pratico e semplice per comprendere al meglio la questione e approcciarsi con maggiore consapevolezza al calcolo degli interessi del mutuo

Solitamente per calcolare gli interessi del mutuo la base di partenza vige nella formula matematica qui segnalata:

R = (1+1/{(1+i/12)^n–1})*i/12*M

Sebbene a primo impatto possa sembrare una formula inaccessibile, non c’è da avere paura, la spiegazione è cosa fatta. 

R significa l’assommare dell’interesse nella singola rata, M vale a dire il denaro autorizzato per il prestito, n il numero delle rate da versare e i il tasso di interesse all’anno. Per brevità ci si potrebbe anche avvalere di questa espressione più semplice:

(capitale x tasso di intesse percentuale) / il numero di rate annuali

Tipologie di interessi: passivi, attivi e di mora

Le tipologie di interessi esistenti sono differenti. Per calcolare il tasso è essenziale aver presente quali siano e in cosa consistano. 

Una iniziale catalogazione distribuisce gli interessi bancari in attivi e passivi. In ambedue le circostanze il riferimento è a un importo spettante come rimborso per l’aver percepito una somma di denaro per un esatto periodo di tempo:

  • L’interesse attivo rappresenta la cifra ottenuta per un capitale prestato. Un esempio abituale di interesse attivo è quello ottenuto dal correntista e dispensato dall’ente di credito, in seguito all’apertura di un conto corrente o di un conto di deposito;
  • L’interesse passivo rappresenta l’importo pagato per una cifra percepita in prestito. Si tratta in tale circostanza di un interesse obbligatorio per il debitore in seguito all’avviamento di un prestito, di un mutuo o di un finanziamento.

Gli interessi bancari si determinano con una percentuale chiamata con l’espressione di tasso d’interesse. Il tasso d’interesse rappresenta un fattore fondamentale nel momento della scelta di un mutuo, poiché incide in maniera lampante non solamente sull’importo delle rate ma pure sul costo del mutuo complessivo.

Un’altra categoria di tassi di interesse da dover considerare, nel momento della sottoscrizione di un mutuo, è quella di mora: i cosiddetti interessi moratori devono essere riportati dal creditore nelle circostanze in cui si proceda con ritardo al versamento di una o più rate. La cifra in questione non è decretata dalla banca, ma stabilita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze a seconda dello standard di riferimento della Banca Centrale Europea.