
Quando ci si presenta insieme alla propria dolce metà all’altare, si spera sempre che l’amore e il sentimento siano per sempre. Tuttavia può anche succedere che per un motivo o per un altro una coppia decida di chiudere per sempre e di passare per una (spesso dolorosa) separazione. Questa situazione delicata però comporta anche delle conseguenze importanti da un punto di vista economico. Ad esempio, vi siete mai chiesti chi tra i due si debba occupare della presentazione dell’ISEE, cioè l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente?
Approfondimenti
In questo articolo faremo chiarezza nel merito della questione, spiegandovi chi deve presentarlo, chi può essere incluso nel calcolo e quali rischi si corrono in termini di perdita di benefici.
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Cos’è l’ISEE?

Partiamo dalle basi: l’ISEE è un indicatore che valuta la situazione economica di un nucleo familiare, tenendo conto del reddito, del patrimonio e della composizione familiare. È utilizzato per determinare l’accesso a prestazioni sociali agevolate, come bonus, sussidi o esenzioni. Quando una coppia si separa, il nucleo familiare cambia, e questo può avere un impatto significativo sull’ISEE e, di conseguenza, sull’accesso ai benefici. La separazione, sia consensuale che giudiziale, comporta una ridefinizione delle responsabilità economiche e familiari, che si riflette anche nella documentazione necessaria per l’ISEE.
Ricordiamo, ed è molto importante, che una gestione errata o una mancato aggiornamento della situazione familiare può portare a errori nel calcolo finale, con il rischio di perdere bonus o di incorrere in eventuali sanzioni per dichiarazioni non corrette.
Chi presenta l’ISEE dopo la separazione?
In caso di separazione legale (omologata dal tribunale) o divorzio, i coniugi diventano di fatto due nuclei familiari distinti, a meno che non continuino a convivere sotto lo stesso tetto. La regola generale è che l’ISEE deve essere presentato dalla persona che richiede un’agevolazione o un bonus. Ad esempio:
- Per i bonus legati ai figli minori: l’ISEE è solitamente presentato dal genitore con cui i figli risiedono abitualmente. Se i figli sono affidati a entrambi i genitori e trascorrono periodi equivalenti con ciascuno, l’ISEE può essere presentato da uno dei due, ma il nucleo familiare includerà solo i figli e il genitore richiedente;
- Per agevolazioni personali: ciascun ex-coniuge presenta il proprio ISEE, basato sul nuovo nucleo familiare. Ad esempio, una madre separata che vive con un figlio presenterà un ISEE che include solo lei e il figlio, mentre il padre presenterà un ISEE separato.
È fondamentale aggiornare la residenza anagrafica presso il comune, poiché l’ISEE si basa sui dati registrati all’anagrafe. Se i coniugi separati continuano a vivere nella stessa casa, saranno considerati parte dello stesso nucleo familiare, anche se separati legalmente, salvo eccezioni previste dalla normativa (ad esempio, in presenza di un ordine del giudice che stabilisca la separazione dei beni e delle responsabilità economiche).
Chi rientra nel nucleo familiare per l’ISEE?
Il nucleo familiare ai fini ISEE è determinato in base alla residenza anagrafica e alle regole stabilite dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 159/2013. In caso di separazione, il nucleo familiare cambia a seconda della situazione:
- Coniugi separati con residenze diverse: ciascun coniuge forma un nucleo familiare autonomo. I figli minori rientrano nel nucleo del genitore con cui convivono. Ad esempio, se una madre vive con due figli e il padre vive altrove, l’ISEE della madre includerà lei e i figli, mentre quello del padre includerà solo lui;
- Coniugi separati ma conviventi: se i coniugi continuano a vivere sotto lo stesso tetto, sono considerati parte dello stesso nucleo familiare, a meno che non dimostrino una separazione economica effettiva (ad esempio, con un contratto di affitto separato o un provvedimento giudiziario);
- Figli maggiorenni: i figli maggiorenni non conviventi con i genitori formano un nucleo familiare separato, salvo che non siano a carico fiscale di uno dei genitori. In tal caso, possono essere inclusi nel nucleo del genitore che li mantiene;
- Nuove convivenze: se uno dei coniugi separati inizia una nuova convivenza di fatto o si risposa, il nuovo partner o coniuge rientra nel nucleo familiare per il calcolo dell’ISEE, influenzando il valore complessivo.
Chi rischia di perdere i bonus in questo caso?

La separazione può avere un impatto significativo sull’accesso ai bonus, soprattutto se l’ISEE aumenta o se non viene aggiornato correttamente. Ecco i principali scenari in cui si rischia di perdere le agevolazioni:
- Aumento dell’ISEE: dopo la separazione, il nucleo familiare si riduce, il che può comportare un aumento dell’ISEE, soprattutto se il reddito del richiedente rimane invariato o aumenta (ad esempio, grazie agli assegni di mantenimento). Un ISEE più alto potrebbe escludere l’accesso a bonus come il Reddito di Cittadinanza, l’Assegno Unico o le agevolazioni sulle bollette;
- Mancato aggiornamento della DSU: se la separazione non viene comunicata tramite l’aggiornamento della residenza o della Dichiarazione Sostituiva Unica, l’ISEE potrebbe essere calcolato considerando ancora l’ex-coniuge nel nucleo, con il rischio di errori o sanzioni. Ad esempio, un ISEE non aggiornato potrebbe portare alla revoca di un bonus già percepito;
- Coniugi separati ma conviventi: in questo caso, l’ISEE considera entrambi i coniugi come un unico nucleo, il che può penalizzare chi ha un reddito più basso, riducendo l’accesso alle agevolazioni;
- Nuove convivenze o matrimoni: se un ex-coniuge inizia una nuova convivenza o si risposa, il reddito e il patrimonio del nuovo partner entrano nel calcolo dell’ISEE, potenzialmente aumentando il valore e causando la perdita di bonus.