
Nel labirinto della burocrazia fiscale italiana può capitare, anche per una semplice svista, di versare un F24 due volte. Una disattenzione frequente, soprattutto in periodi frenetici come le scadenze trimestrali o la chiusura dell’anno fiscale. Se anche a te è successo, non sei solo: l’F24 pagato due volte è uno degli errori più comuni tra contribuenti, partite IVA e aziende.
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Fortunatamente, l’Agenzia delle Entrate ha predisposto strumenti precisi per rimediare all’errore, ma per ottenere il rimborso F24 doppio pagamento serve seguire una procedura chiara e ordinata. Vediamo insieme cosa fare in caso di errore F24 e come evitare di perdere tempo o soldi inutilmente.
Indice del contenuto
F24 pagato due volte? Come ottenere il rimborso senza errori
Un F24 pagato due volte non comporta sanzioni o interessi, ma genera un credito fiscale che può essere recuperato attraverso rimborso o compensazione. Il primo passo è accertarsi che l’errore sia effettivo e documentabile. Una volta verificato, il contribuente ha due strade: chiedere il rimborso all’Agenzia delle Entrate oppure compensare il credito con imposte future. In entrambi i casi, è fondamentale muoversi per tempo e utilizzare gli strumenti giusti.
Le tempistiche possono variare in base al tipo di imposta e al canale scelto per la richiesta. Chi versa importi consistenti o ha bisogno di liquidità immediata potrebbe preferire il rimborso; chi invece ha imposte periodiche può valutare la compensazione diretta tramite F24 successivo.

Doppio pagamento F24: cosa succede e cosa controllare
Se hai pagato un F24 due volte, la cosa più importante è non lasciare il credito inutilizzato. Verifica subito nel tuo cassetto fiscale, documenta il doppio pagamento e scegli la strada più adatta: rimborso se non hai imposte imminenti, compensazione se vuoi recuperare il credito già dal prossimo versamento. Entrambe le vie sono legittime, ma vanno percorse con attenzione.
Non farti bloccare dalla burocrazia: oggi, grazie agli strumenti digitali dell’Agenzia delle Entrate, puoi rimediare a un errore in modo rapido, sicuro e soprattutto senza perdere tempo né denaro.
Come accorgersene e documentare l’errore
L’errore può emergere subito dopo il pagamento, ad esempio controllando l’estratto conto bancario, oppure più avanti, nel momento in cui si effettua una riconciliazione contabile. Spesso accade quando due soggetti (come contribuente e commercialista, o azienda e studio paghe) eseguono lo stesso pagamento senza coordinarsi.
Per documentare l’F24 versato due volte, è utile conservare le ricevute dei pagamenti e stampare il cassetto fiscale, dove risultano tutti gli F24 registrati. In particolare, occorre verificare:
- codice tributo
- periodo di riferimento
- importo esatto
Se questi elementi coincidono, l’errore è evidente e si può procedere.

Tipi di imposte più soggette a doppio versamento
Alcuni tributi sono statisticamente più esposti a errori di duplicazione, specie se vengono gestiti da soggetti diversi. Tra questi:
- IMU, soprattutto quando la tassa viene pagata sia dal proprietario che dall’inquilino
- IVA trimestrale, in caso di dimenticanze o ricalcoli
- Contributi INPS, in presenza di più intermediari
- Ritenute d’acconto, spesso soggette a doppie comunicazioni o saldi errati
Conoscere queste casistiche aiuta a fare attenzione e prevenire il problema in futuro.

Come ottenere il rimborso o la compensazione
Una volta identificato l’F24 pagato due volte, il contribuente può:
- richiedere il rimborso F24 doppio pagamento
- utilizzare il credito in compensazione per versamenti futuri
La scelta dipende dalla situazione specifica, ma in ogni caso è consigliato operare tramite i canali ufficiali dell’Agenzia delle Entrate, preferibilmente online.
Procedura online e tempi medi
Per chiedere il rimborso, occorre presentare il modello RIMB all’Agenzia delle Entrate, indicando:
- causale del versamento duplicato
- dati identificativi del contribuente
- coordinate bancarie per l’accredito
La domanda può essere inviata telematicamente tramite Entratel o Fisconline, e i tempi di rimborso variano da 90 giorni a oltre un anno, a seconda del tipo di imposta e dell’entità dell’importo.

Quando conviene optare per la compensazione
La compensazione è spesso la via più rapida, soprattutto se il contribuente ha versamenti periodici in scadenza. In questo caso, basta indicare nel successivo F24 il credito maturato (codice tributo a credito) e abbinarlo all’imposta da versare. Non è necessario alcun modulo, ma è opportuno verificare nel cassetto fiscale che il credito sia effettivamente disponibile. Ricorda però che non tutti i crediti possono essere compensati liberamente: in alcuni casi serve il visto di conformità.
Tipo imposta | Metodo di rimborso | Tempo stimato | Modulo da usare |
IMU | Rimborso dal Comune | 90-180 giorni | Istanza cartacea/comunale |
IRPEF | Rimborso da AdE | 6-12 mesi | Modello RIMB |
IVA | Compensazione preferita | Immediato nel F24 | Nessuno |
Contributi INPS | Rimborso INPS | 6-12 mesi | Domanda telematica |
Ritenute d’acconto | Rimborso da AdE | 90-180 giorni | Modello RIMB |
FAQ
Posso usare il credito in compensazione nel 730?

Sì, se il credito derivante da un F24 versato due volte è riferito ad imposte che rientrano nel modello 730 (ad esempio IRPEF o addizionali), è possibile indicarlo nella dichiarazione dei redditi e ottenere il rimborso direttamente in busta paga o pensione. Tuttavia, è importante che il credito risulti nel cassetto fiscale e sia chiaramente riferibile all’anno di imposta corretto.
Posso farlo anche senza CAF?

Sì, il rimborso o la compensazione possono essere richiesti anche senza l’intermediazione di un CAF, purché si abbia accesso ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. Per utenti con SPID o CIE è possibile agire direttamente da area riservata, compilando i moduli digitali e controllando lo stato della richiesta. Tuttavia, in caso di dubbi, l’assistenza di un professionista può evitare errori che allungherebbero i tempi.