La tematica dello sviluppo economico sostenibile è attenzionata, con un occhio di preoccupazione, sia da economisti che da consumatori. Questo avviene da alcuni decenni, soprattutto in virtù dei cambiamenti climatici che stanno coinvolgendo il nostro pianeta.
Approfondimenti
Alcune persone riescono a vedere per il futuro un’economia verde e sostenibile: la cosiddetta Green Economy. Però, non tutti hanno una visione ottimistica, ci sono tante persone scettiche sulla effettiva realizzazione pratica di un progetto di tale portata. Possiamo affermare, quindi, che il dibattito si suddivide in tre macro categorie di persone:
- Ottimisti;
- pessimisti;
- realisti.
Ottimisti sullo sviluppo sostenibile
Partiamo con l’esporre le tesi di coloro che hanno un approccio ottimista allo sviluppo economico sostenibile: essi vedono la situazione attuale come un’opportunità per una trasformazione sostenibile dell’economia mondiale. Infatti, sostengono che c’è un’immediata spinta verso l’innovazione tecnologica e l’uso di fonti di energia pulita che, a loro volta, potranno sostituire in maniera celere le fonti di energia altamente inquinanti, ovvero i combustibili fossili.
Si segnala che sempre più aziende e istituzioni pubbliche si stanno adoperando ad attuare le opportune strategie per consentire una bassa emissione di carbonio nell’aria; inoltre, in maniera sempre più consistente effettuano attività di riciclaggio dei beni utilizzati o consumati al fine di ridurre il loro impatto ambientale e un minor spreco di risorse naturali. In aggiunta, giova in maniera positiva i benefit statali, infatti, tante aziende sono persuase dalla possibilità di ottenere incentivi concreti e importanti per la loro attività, quindi eseguono lavori di miglioramento energetico, o che comunque renda l’azienda più sostenibile possibile.
Un argomento a favore di questa visione ottimista è rappresentato dall’evoluzione della tecnologia e la sua innovazione, basti pensare che:
- l’energia solare;
- l’eolica;
- la geotermica;
- altre fonti rinnovabili.
stanno diventando sempre più economiche se comparate alle fonti di energia tradizionali; quindi, si stanno diffondendo sempre più su larga scala. Inoltre, si segnala che sempre più aziende si stanno adattando alla Green Economy, anche in virtù dell’Agenda 2030, quindi hanno optato nella riduzione della propria impronta ambientale, adottando pratiche sostenibili, riciclando i propri rifiuti e investendo in fonti di energia alternative.
La maggior cultura in materia ambientale e la maggior consapevolezza dei danni climatici, ha portato ad avere segnali positivi sulla percezione del cambiamento climatico, questo ha contribuito ad avere una generazione di imprenditori e di consumatori maggiormente sensibili al tema ambiente ottenendo come risultato la sua priorità a livello globale.
Pessimisti sullo sviluppo sostenibile
I pessimisti, invece, a differenza degli ottimisti hanno una visione più scettica sulla cosiddetta Green Economy, infatti, credono che il cambiamento che porti dall’attuale modello economico a quello ecosostenibile sia improbabile. La convinzione dei pessimisti è che gli sforzi messi in campo per favorire la sostenibilità ambientale, in realtà non fanno altro che aprire spazio a dei cambiamenti marginali per cui risulterà difficile raggiungere dei risultati concreti.
La maggior problematica rilevata dai pessimisti risiede nella sfiducia che hanno nei confronti dei colossi industriali; infatti, sono convinti che il modello di business delle aziende leader non cambierà, i governi, tuttavia, a fronte del potere politico ed economico che queste società detengono, difficilmente saranno disposti e predisposti ad applicare sanzioni sufficientemente severe a tali aziende e questo potrebbe incidere con una mancanza di coerenza e di credibilità.
Il punto di vista pessimista si basa sulla realtà dei risultati attuali. Nonostante gli sforzi degli attivisti e degli ambientalisti, nonostante la fondazione di movimenti ambientalisti come Fridays For Future e personalità come quella della celebre Greta Thumberg, le emissioni di gas serra continuano ad aumentare, quindi nulla è cambiato. Inoltre, la politica globale spesso risulta paralizzata da disaccordi sui cambiamenti climatici, in questo clima risulta difficile ottenere un cambiamento reale.
Realisti sullo sviluppo sostenibile
Gli ottimisti risultano i soggetti che detengono una visione più sobria dell’economia sostenibile e riconoscono che si tratta di un cambiamento che deve essere effettuato nel lungo periodo e in larga scala, ovviamente sono ben consapevoli che le difficoltà saranno tante visto che richiede l’impegno di tutti. Gli ottimisti ben volentieri accettano che ci siano piccoli progressi, ma ciò a cui auspicano e che avvengano sempre più con maggiore accelerazione al fine di avere globalmente pratiche sostenibili.
Gli studiosi dell’economia sostenibile propongono soluzioni pratiche quali:
- il tax shifting o tasse cioè, semplificando, l’imposizione fiscale spostata sui prodotti non riciclabili e non sostenibili in favore di quelli ecocompatibili;
- l’adozione di “misure fiscali basate sulla performance”, ovvero, le tasse ed i crediti fiscali si basano su azioni sostenibili applicate, a titolo di esempio si pensi ai certificati bianchi, anche chiamati Titoli di Efficienza Energetica;
- la carbon tax, che applica una tassa sulle emissioni di carbonio, incentivando le aziende a ridurle.
Uno dei maggiori ostacoli alla realizzazione dello sviluppo sostenibile è la mancanza di coordinamento tra i vari governi mondiali, imprese e società civile. Tuttavia, è possibile raggiungere l’obiettivo se si coordinano gli sforzi di tutti i soggetti coinvolti, creando un’agenda inclusiva e comune. Ciò può comportare un cambiamento graduale nelle abitudini di consumo e la promozione di pratiche commerciali e di produzione sostenibili. In questo contesto possiamo ritenere che rientrano la categoria dei realisti