x

x

Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Portafogli “lazy” a 2-3-4 ETF: esempi per profili prudente, bilanciato e dinamico

Crescita costante con i portafogli lazy: piccole somme che si accumulano nel tempo grazie alla magia della capitalizzazione e a ETF a basso costo

Non è certo che un segreto che per accumulare milioni non basti semplicemente risparmiare come una formica per tutta la vita, ma ci vuole ben altro. Per generare vera ricchezza, bisogna anche investire i propri fondi nel tempo, sfruttando la magia della crescita composta per generare profitti senza sforzo continuo.

Approfondimenti

Una delle innumerevoli strategie a nostra disposizione sono i cosiddetti portafogli “lazy: ne avevate mai sentito parlare? Se la risposta a questa domanda è no, nel seguente articolo avrete modo di recuperare qualche utile informazione in merito.

Cosa sono i portafogli “lazy” (pigri) e perché sono così efficaci

Dollari
Investire con semplicità: costruisci il tuo portafoglio lazy con 2, 3 o 4 ETF e guarda crescere i tuoi risparmi, dal profilo prudente a quello dinamico

Un portafoglio pigro, come suggerisce il nome, è una strategia di investimento pratica e a bassa gestione per costruire ricchezza. I suoi pilastri sono la diversificazione, i costi ridotti e la costanza. Invece di amministrare attivamente un portafoglio, può essere una buona idea investire in pochi ETF o fondi indicizzati a basso costo e mantenerli per il lungo periodo.

I fondi indicizzati sono fondi comuni o ETF che mirano a replicare un indice di mercato, come l’S&P 500. Questo approccio richiede poco sforzo decisionale, il che si traduce in commissioni molto basse. Ad esempio, l’ETF Vanguard S&P 500 (ticker VOO) ha un expense ratio dello 0,03%, irrisorio rispetto alla media di settore dello 0,47%, secondo un rapporto dell’Investment Consulting Institute. Costi contenuti sono cruciali, poiché le commissioni elevate tendono a erodere i rendimenti, costringendo i soggetti che investono a risparmiare di più o ad attendere più a lungo per i loro obiettivi.


I principi chiave: bassi costi, diversificazione e minima manutenzione

Non esiste un’unica formula ideale per un portafoglio semplificato, ma la diversificazione è essenziale: i fondi devono includere un’ampia gamma di azioni e obbligazioni. Questo riduce il rischio e ti permette di beneficiare delle performance dei mercati più forti in un dato momento.

Jay Zigmont, PhD, pianificatore finanziario certificato e fondatore di Childfree Wealth, ha consigliato in un suo articolo pubblicato sul sito del Nasdaq, il principale indice USA, l’utilizzo di un portafoglio base a tre fondi: uno per le azioni USA (mercato totale USA), uno per le azioni internazionali (mercato totale internazionale) e uno per le obbligazioni. “È davvero molto semplice”, ha dichiarato Zigmont, che ha aggiunto: “Basta acquista un ETF per ciascuno dei tre fondi, impostarlo e non pensarci più. In base alla propria tolleranza al rischio, si può regolare la proporzione tra azioni e obbligazioni. Io di solito destino il 20% delle azioni a quelle internazionali, ma non è una regola fissa”. Di questa tipologia parleremo tra poco in modo più approfondito.


L’esempio base: il portafoglio lazy a 2 ETF

Vediamo un grande classico, il “famoso” Portafoglio 60/40: molto facile da creare, questa soluzione si basa su due componenti. È formato dal 60% di azioni e dal 40% di obbligazioni. In pratica, si investe in quote di aziende (azioni) e in prestiti a Governi o società (obbligazioni) che pagano interessi.

Il principio del 60/40 si basa sul fatto che azioni e obbligazioni non si muovono sempre insieme: quando le azioni scendono, le obbligazioni spesso restano stabili o salgono, proteggendo il portafoglio dalle oscillazioni del mercato. Questa struttura bilancia il rischio: offre rendimenti più bassi rispetto a un portafoglio solo azionario, ma è anche meno volatile. Per realizzarlo, si potrebbe scegliere un ETF azionario globale, che copre i mercati mondiali, e un ETF obbligazionario in euro, perfetto per gli europei, che investe in titoli di stato di paesi sviluppati con rating elevato.


Un passo in più: il portafoglio lazy a 3 ETF

Vediamo ora soluzione leggermente più complessa, un ideale portafoglio lazy a 3 ETF: è semplice, diversificato e richiede poca manutenzione, dunque perfetto per un approccio “lazy”. Ecco la sua possibile composizione:

  1. Azioni USA (60%):
    • ETF: Vanguard Total Stock Market ETF (VTI) o iShares Core S&P 500 UCITS ETF (CSPX o SXR8 in Europa);
    • Descrizione: copre l’intero mercato azionario statunitense, incluse large, mid e small cap.
  2. Azioni internazionali (20%):
    • ETF: Vanguard FTSE All-World ex-US ETF (VEU) o iShares MSCI ACWI ex U.S. ETF (ACWX);
    • Descrizione: include azioni di paesi sviluppati ed emergenti, esclusi gli USA.
  3. Obbligazioni (20%):
    • ETF: iShares Core Global Aggregate Bond ETF (AGGG, con copertura in euro) o Vanguard EUR Eurozone Government Bond ETF (VGEA);
    • Descrizione: investe in obbligazioni governative e societarie globali di alta qualità (Investment Grade).

Esempio di allocazione (per un investitore giovane, tollerante al rischio):

  • 60% Azioni USA (es. VTI o IEUR);
  • 20% Azioni internazionali (es. VEU o ACWX);
  • 20% Obbligazioni (es. AGGG o VGEA);

Esempio pratico:
Con 10.000 € investiti:

  • 6.000 € in ETF azioni USA;
  • 2.000 € in ETF azioni internazionali;
  • 2.000 € in ETF obbligazioni;


Per maggiore diversificazione: il portafoglio lazy a 4 ETF

I 4 ETF inclusi in questo portafoglio “lazy” sono facilmente acquistabili su piattaforme come Borsa Italiana o tramite broker online come E-toro. Ricordiamo in ogni caso che per implementare questa strategia è necessario adattarla in base al proprio profilo di rischio e consultare un esperto. Questi gli elementi inclusi:

  • Azioni globali (25%): ETF su azionario mondiale (senza copertura valutaria, ad accumulazione, in dollari).
    Esempio: Un ETF come iShares MSCI World UCITS ETF (ticker: IWDA) o Vanguard FTSE All-World UCITS ETF (ticker: VWCE), che copre mercati sviluppati ed emergenti per diversificazione globale.Oro (25%);
  • ETC sull’oro fisico (non un ETF vero e proprio, ma simile; preferibilmente in dollari, senza copertura).
    Esempi: WisdomTree Physical Gold (ticker: PHAU) o Invesco Physical Gold ETC (ticker: SGLD), che replicano il prezzo dell’oro fisico come bene rifugio per decorrelazione dalle azioni;
  • Obbligazioni a lungo termine (25%): ETF obbligazionario globale aggregate (Investment Grade).
    Esempio: iShares Core Global Aggregate Bond UCITS ETF (ticker: AGGG), che investe in bond governativi e societari mondiali a lunga scadenza per stabilità in fasi di bassa crescita;
  • Obbligazioni a breve termine (25%): ETF su bond euro a breve scadenza.
    Esempio: iShares Euro Government Bond 0-3yr UCITS ETF (ticker: ERNE) o simile, focalizzato su titoli di stato europei a breve termine per protezione in periodi di incertezza.
Grafico
Un grafico finanziario: scopri dei portafogli lazy per ogni investitore: dai prudenti ai dinamici, scopri come bilanciare rischio e rendimento con strategie a 2, 3 o 4 ETF


La manutenzione del portafoglio: il ribilanciamento periodico

Qualunque sia l’opzione che deciderete di selezionare, dovete essere consapevoli della necessità dell’importanza della manutenzione del vostro portafoglio: è infatti sempre necessario un bilanciamento periodico nel corso del tempo, che consiste nel riallineare le percentuali di allocazione (es. azioni e obbligazioni) al loro target originale. Questa operazione comporta la vendita degli asset sovraperformanti e l’acquisto di quelli sottoperformanti per mantenere il livello di rischio desiderato.


FAQ

Che differenza c’è tra un portafoglio a 2 o 3 ETF?

Un portafoglio a 2 ETF (es. 60/40) è più semplice, con un ETF azionario globale e uno obbligazionario, e offre una diversificazione di base ma con meno controllo geografico. Un portafoglio a 3 ETF separa azioni USA e internazionali, consentendo una maggiore personalizzazione e diversificazione geografica, pur restando piuttosto facile da gestire.

Le small cap vanno inserite?

Non sono obbligatorie, ma possono aumentare il potenziale di rendimento, poiché le small cap storicamente offrono ritorni più alti, anche se con maggiore volatilità. Ad esempio, nel portafoglio a 4 ETF, si possono includere tramite un ETF small cap (es. iShares MSCI World Small Cap UCITS ETF, ticker: WSML), ma bisogna ricordare che questo aggiunge maggiore complessità. Valuta in base alla tua tolleranza al rischio.

Ogni quanto si fa il ribilanciamento?

Solitamente si consiglia di effettuare questa operazione almeno una volta l’anno.

Argomenti