Milioni di contribuenti in Italia ogni anno si ritrovano a dover pagare all’Agenzia delle Entrate l’IRPEF, l’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche, una tassa che i lavoratori liquidano allo Stato attraverso un meccanismo composto da un saldo e uno o due acconti.
Approfondimenti
Per definire l’importo dovuto si può scegliere tra due strade: il metodo storico, sicuro e basato sui redditi dell’anno precedente, e il metodo previsionale, più flessibile ma anche più rischioso. Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito.
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Quando conviene usare il metodo previsionale e quando è un rischio

Il principio al quale è necessario fare riferimento è la previsione rispetto ai redditi che verranno generati in futuro.
Il metodo previsionale è consigliato nel caso in cui si prospetti un reddito imponibile inferiore (e di molto) rispetto agli anni precedenti: si tratta di uno scenario che si potrebbe presentare, ad esempio, di fronte alla chiusura di un’attività, una riduzione drastica dei volumi di lavoro, o il pensionamento. L’altro scenario in cui questo metodo conviene è quello in cui abbia avuto accesso a nuovi e importanti crediti d’imposta o detrazioni che non si avevano l’anno precedente (es. bonus edilizi, o maggiore utilizzo di detrazioni per familiari a carico).
L’approccio previsionale, in sostanza, ci permette di allineare l’acconto alla nostra reale (minore) capacità contributiva attuale.
Guida pratica: come calcolare l’acconto previsionale in 3 step
Il calcolo dell’acconto IRPEF con metodo previsionale è un processo che segue i passi che vi riportiamo qui di seguito, nel dettaglio.
Step 1: Stima il tuo reddito imponibile totale per il 2025
Il primo step consiste nel proiettare i nostri guadagni complessivi per l’anno fiscale in arrivo. Questo include tutti i nostri redditi (lavoro autonomo, lavoro dipendente, immobili, ecc.), al netto dei contributi previdenziali obbligatori e delle eventuali deduzioni. Questa è la parte più critica: qui è molto comune sbagliarsi, quindi attenzione!
Step 2: Calcola l’imposta IRPEF lorda su quel reddito
Sulla base del reddito stimato, applichiamo le diverse aliquote IRPEF previste per il 2025. Ecco il dettaglio delle percentuali aggiornate (ricordiamo che l’importo che si ottiene sarà l’Imposta Lorda stimata).
| Scaglione di reddito | Aliquota IRPEF |
| Fino a 28.000€ | 23% |
| Da 28.000€ a 50.000€ | 35% |
| Oltre 50.000€ | 43% |
Step 3: Sottrai detrazioni e crediti d’imposta
Dall’importo lordo di cui sopra, andremo a questo punto a sottrarre tutte le detrazioni e i crediti d’imposta ai quali prevediamo di avere diritto nel 2025. Esempi tipici includono:
- Detrazioni per familiari a carico;
- Detrazioni per oneri deducibili (es. spese sanitarie, interessi sul mutuo, assicurazioni, ecc.).
- Crediti d’imposta derivanti da bonus o recuperi d’imposta.
Il risultato è l’imposta netta stimata per il 2025.
Calcola il 100% dell’imposta netta ottenuta
L’importo totale degli acconti è pari al 100% dell’imposta netta dovuta nell’anno (salvo diverse indicazioni normative).
- Se il nostro acconto totale supera 257,52€;
- Il primo acconto (giugno/luglio) è il 40\% di questo importo;
- Il secondo acconto (novembre) è il 60% di questo importo;
- Se effettuiamo il pagamento in un’unica soluzione a novembre (ad esempio, se l’imposta dell’anno precedente non supera i 51,65€), andremo a versare il 100% dell’importo stimato, al netto di quanto già versato.
L’importo finale del secondo acconto (o dell’acconto unico) da versare il 30 novembre sarà pari al 100\% della nostra Imposta Netta 2025 stimata, meno l’eventuale primo acconto già versato.
Esempio numerico di calcolo: storico vs previsionale
Proviamo a questo punto a vedere insieme, in modo schematico, quali potrebbero essere gli importi a seconda dei diversi scenari.
| Dettaglio | Anno Precedente (2024) | Anno Previsto (2025) |
| Reddito Imponibile Netto | 40.000 € | 25.000 € (Ipotizziamo la chiusura di un’attività secondaria) |
| Imposta Netta 2024 (Storica) | 9.800 € | – |
| Imposta Netta Stimata 2025 | – | 5.750 € |
| Acconto Totale Dovuto (100%) | 9.800 € | 5.750 € |
Ecco qui di seguito un confronto degli acconti da versare per l’esercizio 2025.
| Acconto | Metodo Storico (Basato su 9.800 €) | Metodo previsionale (basato su 5.750 €) |
| I Acconto (40% – Giugno/Luglio) | 3.920 € | 2.300 € |
| II Acconto (60% – Novembre) | 5.880 € | 3.450 € |
| Risparmio immediato di cassa | 4.050 € |
Limitandosi ad utilizzare il metodo storico, risulta evidente alla luce dei dati sopra presentati come il contribuente avrebbe pagato inutilmente una cifra aggiuntiva che avrebbe poi dovuto chiedere a rimborso l’anno successivo.
Cosa succede se sbagli? Le sanzioni per versamento insufficiente
Gli errori di calcolo, soprattutto per chi è alle prime armi in ambito fiscale sono relativamente comuni e possono fare incorrere il contribuente “distratto” in un’omissione o insufficienza di versamento. C’è comunque modo di risolvere l’inconveniente: vediamo come
Come si calcola la sanzione
La sanzione ordinaria prevista è pari al 30% della differenza non versata (vale a dire la parte di acconto che è stata erroneamente stimata al ribasso). Facciamo a questo punto un esempio pratico, immaginando di aver versato 8.000 euro di acconto, quando in realtà ne erano previsti € 12.000: in questo caso ovviamente la differenza sarà di 4.000 euro e, di conseguenza, la sanzione ordinaria sarà il 30% di € 4.000, ovvero € 1.200, a cui però è necessario aggiungere gli interessi.
Come rimediare con il ravvedimento operoso e pagare sanzioni ridotte

Come vi abbiamo spiegato nel dettaglio in questo articolo su Affari e Finanza che vi invitiamo a recuperare, per i contribuenti che abbiano commesso un errore nel calcolo c’è sempre la possibilità di correggere il tiro attraverso il ravvedimento operoso.
Tale procedura permette di regolarizzare la propria posizione versando l‘imposta mancante, gli interessi di mora e una sanzione ridotta, la cui percentuale diminuisce in base a quanto rapidamente si corregge l’errore. Si parla in questo caso di ravvedimento sprint, breve, medio, lungo o lunghissimo a seconda delle tempistiche: va da sé che tanto più tempo si aspetta, tanto più elevata sarà la sanzione.
FAQ
Posso usare il metodo previsionale solo per il secondo acconto di novembre?
Sì, assolutamente possibile fare affidamento ad entrambi i metodi,in modo alternato, anche nel corso dello stesso anno fiscale.
Se uso il previsionale, devo inviare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate?
No, non necessariamente. L’AdE viene informata della scelta semplicemente con il relativo versamento. Sarà poi la successiva dichiarazione dei redditi a confermare (o smentire) la correttezza della stima previsionale effettuata.