Quando si avvicinano le feste di fine anno sono in milioni i lavoratori italiani a dover affrontare delle spese più alte del solito, a causa dei regali o di pranzi e cene in famiglia. Dicembre però è anche il mese in cui arriva il conguaglio in busta paga, ed è del tutto normale chiedersi a quanto ammonti e come si riceva da parte della propria azienda. Qui di seguito risponderemo a tutte queste domande in modo approfondito.
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Cos’è il conguaglio di fine anno in busta paga

Il conguaglio fiscale, o conguaglio IRPEF, è l’operazione finale effettuata dal datore di lavoro (che funge da sostituto d’imposta) per determinare l’esatto ammontare delle imposte che il lavoratore deve versare allo Stato per i redditi percepiti in quell’anno solare.
Durante l’anno, il datore di lavoro applica in busta paga delle ritenute IRPEF (le imposte sul reddito delle persone fisiche) che sono calcolate in via provvisoria (o presuntiva). Queste sono basate su una stima della retribuzione annuale del dipendente. A fine anno, quando si conosce il reddito totale effettivamente erogato, si procede al calcolo definitivo.
Il conguaglio è, in sintesi, l’operazione di messa a punto che azzera gli errori di calcolo avvenuti nel corso dell’anno.
Quando viene effettuato il conguaglio (fine anno / cessazione rapporto)
La situazione più comune che si presenta è quella in cui il conguaglio viene effettuato a fine anno, in concomitanza con il mese di dicembre.
Generalmente, il datore di lavoro calcola il reddito complessivo erogato da gennaio a dicembre e applica le imposte e le detrazioni spettanti in via definitiva, inserendo il saldo (positivo o negativo) nella retribuzione di dicembre (o eccezionalmente in quella di gennaio dell’anno successivo).
In alternativa, se un dipendente si dimette o viene licenziato prima del 31 dicembre, il conguaglio viene effettuato nell’ultima busta paga utile (la liquidazione) per chiudere la posizione fiscale relativa a quel periodo di lavoro.
Come si calcola il conguaglio in pratica
Per effettuare il calcolo finale è necessario seguire alcuni step, che riporteremo qui di seguito.
Somma dei redditi percepiti nell’anno
Prima di tutto, Il datore di lavoro somma tutti gli importi lordi percepiti dal dipendente da gennaio al mese di riferimento, inclusi tredicesima, quattordicesima, premi e straordinari. Si ottiene così il reddito imponibile fiscale definitivo.
Applicazione degli scaglioni IRPEF e detrazioni
A questo punto, al reddito imponibile totale viene applicata la tassazione IRPEF definitiva secondo gli scaglioni di reddito in vigore, e si ottiene così l’Imposta Lorda Totale dovuta. Da questa si sottraggono poi:
- Le detrazioni da lavoro dipendente (l’importo effettivo spettante in base al reddito totale);
- Le detrazioni per familiari a carico (se richieste e spettanti).
Si ottiene così l’Imposta Netta Totale Dovuta per l’anno in corso.
Confronto tra imposta dovuta e imposta già trattenuta
In ultima istanza, si dovrà confrontare l’Imposta Netta Totale Dovuta (calcolata al punto 2, di cui sopra) con l’ammontare delle ritenute IRPEF che sono state trattenute e versate allo Stato mese per mese durante l’anno.
Ci sono due risultati possibili dal calcolo: si potrà essere in debito, o a credito; se l’imposta dovuta è maggiore di quella già trattenuta, il datore di lavoro trattiene la differenza dalla busta paga di dicembre; in parallelo, se l’imposta dovuta è minore di quella già trattenuta, il datore di lavoro rimborsa la differenza al dipendente.
Perché a volte sei a debito e a volte a credito
Questa è una domanda piuttosto comune tra i dipendenti, che spesso si chiedono il motivo dietro a queste variazioni, legate a diversi fattori che approfondiremo qui di seguito.
Premi, straordinari, bonus entrati a fine anno
L’incremento improvviso del reddito può far “scattare” il lavoratore in uno scaglione IRPEF superiore. Le aliquote applicate nei mesi precedenti si rivelano troppo basse per il reddito annuale definitivo, e generano di conseguenza quasi sempre un conguaglio a debito.
Cambi di contratto o di datore di lavoro
Se un lavoratore ha avuto più contratti o più datori di lavoro nello stesso anno, ogni datore di lavoro applica le detrazioni da lavoro dipendente come se quello fosse l’unico reddito. A fine anno, sommando i redditi, l’aliquota marginale effettiva sale, e il lavoratore risulta a debito. Ecco perché, di norma, chi ha avuto due CUD nello stesso anno si trova a dover pagare cifre particolarmente salate.
Detrazioni per familiari a carico, mutui, spese mediche, ecc.
Se nel corso dell’anno sono state applicate detrazioni non spettanti (o in misura errata), il conguaglio di fine anno serve a correggere e regolarizzare la situazione.
Come leggere il conguaglio nella busta paga di dicembre
Il conguaglio può essere verificato nelle sezioni fiscali e previdenziali della busta paga. Le voci principali da cercare sono:
- Ritenute IRPEF A/C Anno (o A/C Fiscale): indica le ritenute cumulative effettuate finora;
- IRPEF a debito conguaglio fiscale: l’importo sottratto dalla retribuzione per coprire il debito fiscale;
- IRPEF a credito conguaglio fiscale: l’importo accreditato al dipendente come rimborso.
Questi valori sono l’ultimo elemento che modifica l’imponibile fiscale prima di arrivare al nostro netto in busta paga.
Esempi numerici di conguaglio
Si vedano inoltre, più nel concreto, alcuni esempi numerici di conguaglio che potremmo trovare nella nostra busta paga a fine anno.
Lavoratore con reddito lineare tutto l’anno
Se il reddito e le detrazioni sono state costanti, il conguaglio sarà tendenzialmente zero o comunque vicino allo zero, con piccoli saldi dovuti a possibili arrotondamenti.
Lavoratore con molti straordinari negli ultimi mesi
Se un lavoratore, grazie a straordinari e premi, supera la soglia di uno scaglione IRPEF (es. da 28.000 € lordi in su), le ritenute pregresse si rivelano insufficienti e il conguaglio sarà a debito, comportando una busta paga di dicembre più “leggera”, se così vogliamo dire.
Caso con più rapporti di lavoro nello stesso anno
Se il lavoratore ha avuto più datori di lavoro, il conguaglio finale risulterà spesso a debito perché le detrazioni sono state applicate in misura doppia rispetto a quanto spettante sul reddito complessivo.
Cosa puoi fare se il conguaglio ti penalizza

Il mese di dicembre, in sostanza, potrebbe portare ad alcuni lavoratori delle sorprese non particolarmente gradite sotto l’albero. In previsione di uno scenario particolarmente sfavorevole, conviene:
- Monitorare la propria situazione preventivamente: se siamo consapevoli di aver avuto un anno di grandi variazioni reddituali (cambi di lavoro, maxi-premi), possiamo chiedere al nostro Ufficio Amministrazione/Personale di fare una stima del conguaglio con un mese di anticipo;
- Modulare le detrazioni: se nel corso dell’anno prevediamo che avremo più datori di lavoro, possiamo chiedere a uno dei due di non applicare le detrazioni da lavoro dipendente per evitare un debito eccessivo a fine anno;
- Verifichiamo il nostro Modello 730: se il conguaglio a debito è dovuto a spese detraibili (mediche, mutui, ecc.), avremo l’opportunità di recuperare queste somme l’anno successivo in fase di dichiarazione dei redditi (Modello 730), ottenendo un rimborso diretto.