Ci sono domande che ciclicamente fanno ritorno ed esigono risposta, ad esempio: come calcolare la propria pensione? Quali sono i fattori da prendere in considerazione? In quanti possono dire con certezza di sapere come si effettua un calcolo per la pensione o per la pensione anticipata?
Approfondimenti
Ecco una sorta di piccola guida ricca delle risposte a questi celebri quesiti.
Calcolare la pensione, quanto spetta?
Dopo innumerevoli anni a lavorare, giunge il momento della meritata pensione, ma a quanto ammonta la propria non è sempre chiaro. Occorrerebbe effettuare una stima veloce, tramite portale ufficiale dell’INPS, per conoscere quanti anni contributivi sono stati versati e quale potrebbe essere l’importo da ricevere al termine dell’attività lavorativa.
Viceversa, per chi avesse cominciato a lavorare solamente da poco e la pensione rappresenti ancora miraggio sarebbe opportuno non sottovalutare la problematica, calcolando la pensione online o apprendendo da sé a volgere la simulazione del calcolo per la pensione.
Perché è fondamentale conoscere come calcolare la propria pensione?
Essere al corrente di come calcolare la propria pensione o effettuare ciclicamente una simulazione della pensione per conoscere quando ci si andrà e quanto si percepirà non si tratta solo di mera curiosità, bensì un vero e proprio dovere.
Ma per quale ragione è essenziale ipotizzare un calcolo della pensione? Per eludere complicazioni future, anche perché la stima della pensione contributiva non è propriamente vantaggiosa. Affidarsi al metodo dello struzzo, che nasconde la testa sotto il terreno, potrebbe servire a poco.
Come calcolare la propria pensione
E allora come calcolare il reddito da pensione è presto detto: il calcola pensione consente di quantificare, in base ai propri andamenti lavorativi, l’ammontare della pensione mensile che si percepirà nell’attimo che ci si andrà a ritirare dall’attività lavorativa.
L‘INPS mette sul banco e offre ai fruitori “La mia pensione” il simulatore per calcolare la pensione, la piattaforma che consente la valutazione, tra le tante, dell’importo dei contributi dispensati nel tempo e pertanto di quantificare l’importo potenziale dell’assegno pensionistico spettante.
Questione di calcoli
Prima domanda. Come si calcola la pensione? La cifra relativa alla pensione va misurata con la moltiplicazione dell’ammontare dei contributi, ossia la somma di ciascuno dei contributi versati dal lavoratore nel corso del suo percorso professionale, con il cosiddetto coefficiente di trasformazione inerente l’età in cui si giunge in pensione.
Come calcolare la pensione con il sistema misto? Per la quantificazione della quota della pensione a sistema misto, si stima la base della ricompensa annua pensionabile spettante al giorno di cessazione. Questa va moltiplicata per un’aliquota equivalente all’anzianità di servizio raggiunta al giorno 31/12/1992 (2,33 % per i primi 15 anni, 1,80% per i successivi).
Come calcolare la pensione netta? Per il calcolo della pensione netta, dalla somma comunicata dall’INPS come lordo si taglieranno le imposte e andranno poi sommate le detrazioni. Nella stima vanno sottratti l’IRPEF, addizionali comunali e regionali. All’importo ottenuto, poi, andranno aggiunte le sottrazioni da pensione spettanti.
Come calcolare gli anni di contributi per la pensione? Per stima dei cosiddetti anni di contributi si prende in considerazione la somma dell’ammontare dei contributi anno per anno, rivalutato per ciascun anno sulla base del tasso di capitalizzazione conseguente dalla variazione media quinquennale del PIL quantificata dall’ISTAT con riferimento ai cinque anni precedenti l’anno in corso di rivalutazione.
I fattori che determinano il formarsi della futura pensione
Vi è un tris di parole in grado di far comprendere come avviene il calcolo della pensione: Vita, carriera e crescita. Tutto ruota attorno a questo trinomio.
- I fattore: la speranza di vita. Più la vita sarà lunga, più grande si presenterà l’aumentare delle peculiarità per andare in pensione. Per una persona di trent’anni, per esempio, fluttua fra il 2050 e il 2053. La variabilità è dovuta a differenti elementi sulla dilatazione della speranza di vita.
- II fattore: il percorso professionale. Ovviamente più alto sarà il profilo della propria carriera professionale, maggiore sarà l’importo pensionistico in termini assoluti. Ma se invece si osserva la relazione fra pensione e ultima retribuzione, le cose potrebbero mutare. Se la carriera è in ascesa, i contributi dispensati non riescono a tenere il passo degli aumenti di salario e pertanto sarà relativamente inferiore il tasso di sostituzione, ossia la relazione fra pensione e ultima retribuzione. La problematica del lavoro saltuario. La discontinuità nella contribuzione preoccupa profili sempre più cospicui nel mercato del lavoro, basti pensare a un giovane precario o a un esodato sessantenne.
– Per un trentenne, ad esempio, tre interruzioni annuali nel giro di un decennio potrebbero tradursi in media in 51 euro mensili in meno rispetto a pensioni già esigue (seicento-mille euro al mese).
– Per un sessantenne, gli effetti sono ancora più indigenti: in questa circostanza, difatti, il gap è di 139 euro al mese.
III Fattore: incremento del PIL. Una variabile che influisce in maniera sostanziale: nell’iter contributivo, del resto, le pensioni sono aggrappate alla media quinquennale del Pil. Fra il 2009 e il 2013, la media ha toccato il -0,8%: in termini reali, in breve, i contributi versati hanno pagato lo scotto in quanto a potere d’acquisto. Il sistema contributivo tiene il passo di quello retributivo, di cui hanno beneficiato le generazioni precedenti, con un indice di crescita del 2%. Solo un’Azienda Italia che si sviluppi al meglio, e costantemente, potrebbe dissolvere l’incubo di dover “campare” pensione dimezzata.