Per anni si è pensato che la crescita economica della Cina fosse potenzialmente illimitata. Il gigante asiastico è sembrato a lungo imbattibile dal punto di vista finanziario, quasi inattacabile e lontano dai rischi delle pericolose fluttuazioni dei mercati. L’estate 2023, e il mese di agosto in modo particolare, ci hanno dimostrato che non è esattamente vero. Il recente caso che ha travolto Zhongrong Group, per esempio, lascia pensare che in determinate condizioni anche un’economia così apparentemente solida può incontrare serie difficoltà. Il problema vero però è che il crollo di determinate aziende cinesi potrebbe, potenzialmente, scatenare un pericoloso effetto domino anche nel resto del mondo. Vediamo dunque cosa è accaduto al colosso dello shadow banking e quali potrebbero essere le conseguenze a livello globale.
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Cos’è e cosa gestisce lo Zhongrong Group
Vediamo prima di tutto quali sono le caratteristiche della società attualmente nell’occhio del ciclone. Lo Zhongrong Group, che fino alla fine del 2022 aveva in mano i fondi di aziende e di facoltosi individui per un valore netto di 87 miliardi di dollari, è una delle migliaia di società di gestione patrimoniale in Cina e offre livelli di ritorno sull’investimento piuttosto elevati ai suoi clienti. Essa è considerata parte integrante del cosiddetto settore dello “shadow banking”, un termine che si riferisce a quelle attività finanziarie che si svolgono al di fuori del classico circuito bancario. Come spiega la Treccani, si tratta di un sistema “che opera combinando la raccolta, effettuata attraverso operazioni pronti contro termine a scadenza molto breve, con investimenti in titoli di finanza strutturata e non”. Nel sistema di shadow banking, gli intermediari come Zhongrong sono delle società indipendenti oppure delle succursali di istituzioni finanziarie non soggette alla vigilanza bancaria, poiché la raccolta non avviene tramite depositi. Fino a prima della crisi del 2007, questo tipo di sistema era piuttosto diffuso soprattutto negli Stati Uniti, dove era riuscito a superare quasi i due terzi dello stesso sistema bancario “classico”.
Cos’è successo alla finanziaria Zhongrong in Cina
La Zhongrong International Trust, questo il suo nome completo, è una società finanziaria che vende prodotti che alcuni si sono permessi di definire “esoterici”, ovvero talmente complessi da essere quasi incomprensibili ai loro stessi acquirenti. Generalmente, fino a questo punto i suoi clienti erano sempre stati (principalmente) delle società immobiliarie che avevano bisogno di finanziare i loro progetti edilizi. Fino a non molto tempo fa (parliamo degli ultimi mesi del 2022) la nota agenzia di Rating Standard & Poor’s aveva assegnato a Zhongrong un punteggio BB+, cioè di ”rischio accettabile”, con un patrimonio in gestione di circa 108 miliardi di dollari.
A livello di solidità finanziaria dell’azienda qualcosa ha però iniziato a cambiare più di recente, quando 4 pacchetti venduti da Zhongrong hanno mancato i pagamenti di interessi e capitale a tre importanti società cinesi. Il castello di carte ha iniziato a crollare quando proprio quando tali società quotate alla borsa di Shanghai e a quella di Shenzhen (Nacity Property Service, KBC Corporation e Xianheng International Science and Technology) hanno rivelato nella tarda serata di venerdì 11 agosto di non aver ancora ricevuto il pagamento dei prodotti fiduciari in scadenza da parte di Zhongrong Group. Le cifre complessive fanno impressione: in base ai comunicati delle aziende, si sta parlando un totale di 110 million yuan (circa 15 milioni di dollari statunitensi).
Il fatto che il gigante non sia riuscito ad onorare i suoi pagamenti è un segnale particolarmente inquietante perché si è temuto, fin da subito, il concreto rischio di un contagio. Gli analisti infatti, hanno paura che un evento simile possa avere effetti negativi sull’economia internazionale. Ma quanto fondate sono queste paure?
Si rischia davvero un secondo caso Lehman Brothers?
Nell’incertezza e nell’inquietudine generale, è dopo tutto normale ipotizzare che le insolvenze di Zhongrong possano generare un effetto a catena simile a quello di Lehman Brothers, la quarta banca d’affari americana fallita nel 2008 il cui crollo avrebbe scatenato la crisi globale strettamente legata alla crisi dei mutui subprime. Ma ha davvero senso preoccuparsi? Ci troviamo davanti alla vigilia di una nuova Grande Recessione?
In generale, sì, c’è effettivamente il rischio che un potenziale fallimento di Zhongrong possa minare alla stabilità del conglomerato finanziario che la controlla, lo Zhongzhi Enterprise Group. Secondo quanto dichiarato nei giorni scorsi dall’analista di Gavekal Research, Xiaoxi Zhang,
Zhongzhi è una scatola nera. Non hanno divulgazioni periodiche, è una società privata e alcuni investitori non sanno in che tipo di attività stanno investendo. La preoccupazione, prosegue, è che un ‘momento Lehman’ sia incombente: minaccerebbe la solvibilità del sistema finanziario cinese.
Tuttavia, in base alle recenti stime del prestigioso media Citi analysts, per quanto il fallimento di Zhongrong potrebbe certamente avere effetti negativi da un punto di vista economico, sembra che in realtà il concreto rischio di contagio sulle altre banche cinesi sia, almeno per il momento, “trascurabile”.