Le aziende zombie sono un fenomeno sempre più diffuso che però non sembra evidente agli occhi di molti. Secondo una stima de IlSole24Ore del 2020, le imprese zombie sono uno dei motivi che spinge al ribasso la competitività italiana ed europea. Il motivo? Sono attività che hanno più di 10 anni, ma che da più di 3 non riescono a pagare gli interessi sui debiti (non i debiti, gli interessi applicati) e che sono tecnicamente fallite. Il problema è che gli istituti di credito che aspettano questi soldi dovrebbero inserire queste voci di pagamento come in perdita, invece continuano a prestare. Perché?
Approfondimenti
Cosa sono le aziende zombie
Gli istituti di credito possono essere anche dei soci azionisti dell’azienda, perché le attività possono mettere a disposizione parte delle quote per poter ottenere in prestito ulteriore liquidità. In questo contesto, per la banca diventa molto più difficile riuscire a rendicontare le spese e riuscire anche a rivendere le quote per ottenere il denaro indietro. In attesa di momenti migliori si preferisce continuare a prestare, consapevoli che poi l’azienda dovrà dare alla banca anche gli interessi di mora applicati sui prestiti. In più, alcune ragioni sociali per aziende costringono i soci a pagare di tasca propria in caso di problemi: la banca accetta questa assicurazione perché sa di poter pignorare i beni dei singoli soci in caso di emergenza.
In inglese queste aziende si chiamano zombie firms, proprio perché non producono più e non possono far fronte ai prestiti e agli interessi che hanno. I soci non hanno la disponibilità economica per predisporre le procedure di fallimento, così l’azienda preferisce andare avanti in questo modo con bilanci sempre più in rosso. “Dopo ogni crisi sono necessari otto anni per la ripresa dell’economia: così è stato nel 2008, così nella crisi petrolifera degli anni ’70. Sono le imprese a effettuare il risanamento. Lo Stato deve fare poche azioni mirati e audaci: ricerca di base, che richiede troppo capitale, troppo tempo e alto rischio ed è propedeutica alla ricerca di base che fanno le imprese. Poi lo Stato deve creare domanda: deve comprare i prodotti migliori e incentivare le imprese a realizzarli. E deve occuparsi di formazione, non operativamente ma in termini di livello e standard. Infine, deve favorire la concorrenza” ha spiegato il professor Riccardo Gallo in un’intervista di Industria Italiana.
Il nuovo Codice della Crisi può essere una risposta al problema. Con queste nuove normative pensate per la crisi aziendale, si può arrivare a trovare una via d’uscita senza trasformare la tua azienda in zombie, a patto di agire con un certo anticipo. Ecco come funziona.
Cosa fare per evitare che la tua azienda diventi uno zombie
Se la tua azienda sta per entrare tra le aziende zombie e vuoi evitare che questo avvenga, cerca di non chiedere alla banca di fiducia soldi in prestito dando garanzie personali dei soci, oppure quote della società. Sebbene queste due formule siano le più semplici e in tanti le usino per rimettersi in carreggiata, questi strumenti rendono più difficile uscire da una situazione di crisi o di stagnazione e sono le premesse per trasformare la tua azienda in uno zombie.
La tua impresa ha degli strumenti che le consentono di capire subito se è in crisi o no. Oltre alle dichiarazioni dei redditi e ai bilanci, il Codice della Crisi permette di parlare subito con i creditori pubblici – INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate – e di ottenere deelle segnalazioni da parte delle banche se non riesci a pagare gli interessi. Molte imprese diventano zombie perché non si sono accorte in tempo della situazione, oppure hanno preferito aspettare i dati esatti in bilancio prima di prendere una decisione che, una volta arrivata, si è rivelata troppo tardiva per poter risolvere la questione. Questi strumenti hanno delle conseguenze dirette sulla vita dei soci e questo è un altro motivo per cui si preferisce rimandare.
Il Codice della Crisi non parla più di fallimento, ma di liquidazione giudiziale. In questo secondo caso la procedura è la stessa, ma si cerca di utilizzare strumenti di regolazione della crisi e dell’insolvenza, come la convenzione moratoria e la possibilità di accedere a piani di ristrutturazione del debito. Le aziende possono concordare con tutti i creditori una sola soluzione attraverso la formula del concordato. Questo evita le ulteriori spese di tribunale e consente di ottenere un piano sostenibile, perché l’obiettivo primario degli istituti di credito resta comunque recuperare almeno parte del debito. Invece, se la tua azienda fallisce del tutto, la banca avrà più difficoltà e ci saranno maggiori rischi di non rientrare nel debito.
Aziende zombie, come uscirne
Gli strumenti del Codice della Crisi sono un modo per uscirne prima che la questione si complichi, ma cosa fare dopo? Può sembrare strano, ma se la tua azienda non vende e non produce, potresti pensare al flalimento come a un modo per pagare i debiti e per risolvere il problema: cambiare idea non è sbagliato e le soluzioni presenti possono essere di aiuto. Altrimenti, dovrai trovare un percorso stragiudiziale per pagare i debiti e rimettere in carreggiata la tua attività.