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L’olio extravergine d’oliva vola a +49%

“L’oro verde”, così come viene identificato l’olio extravergine d’oliva dai produttori di tutta Italia, già a partire dalla seconda metà del 2022 ha spiccato il volo raggiungendo livelli altissimi di esportazione e di consumo nazionale, aumentando il prezzo al kg del 33,4%.

Il mercato dell’olio e.v.o. all’ingrosso, tuttavia, replica una discesa del peso delle giacenze a causa di una comunicazione da parte della Commissione europea sul calo della resa della materia prima, l’oliva, del ben 25% rispetto agli anni precedenti e il conseguente aumento del prezzo per la futura vendita al dettaglio. Infatti, la previsione di una raccolta pari a 230 mila tonnellate si è rivelata poi essere concreta lo scorso ottobre: complici la siccità che ha duramente colpito tutto il Paese e la presenza della “Xylella”, il batterio che continua imperterrito la sua missione di abbattimento degli ulivi centenari presenti nella regione Puglia, produttrice d’eccellenza in tutta Italia.

Ciononostante, l’Italia si assicura un valore di mercato piuttosto elevato se consideriamo che soprattutto le piazze del Sud hanno rialzato il costo dell’olio dello 0,4% rispetto alla media del Centro e Nord Italia riportata dall’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare).

Si tratta di un andamento in crescita senz’altro positivo per chi si occupa di produrre e poi commercializzare questo “elisir naturale”; questi dati, però, si rivelano essere un tasto dolente per i consumatori e quindi acquirenti così profondamente legati a un prodotto difficile da reperire, vista la recente scarsità di olio nuovo.

Un dato è però certo: che si tratti di utilizzarlo per insaporire una minestra o condire una semplice insalata, l’olio extravergine d’oliva resta un alimento di primaria importanza e necessità, per cui scegliere di farne a meno risulterà sempre troppo difficile.

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