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Carne coltivata: il divieto di vendita in Italia è una questione culturale?

provette laboratorio con culture di carne che andrà in vendita sugli scaffali

Il dibattito sulla carne coltivata vendita Italia è ancora aperto. Il Parlamento ha dato il via libera al disegno di legge che vieta la produzione e la vendita della carne prodotta in laboratorio sul territorio italiano. La legge è stata promulgata anche dal presidente Mattarella e notificato all’Ue.

L’attenzione sull’argomento cresce e divide sostenitori e critici perché rischia di ridursi a battaglia ideologica mentre si tratta di un tema molto più complesso. La questione sembra essere solo di tipo culturale tra chi è favorevole all’eliminazione degli allevamenti intensivi affidandosi al progresso scientifico e chi invece vuole evitare il diffondersi di cibo creato in laboratorio.

Una differenza sostanziale sta proprio nella terminologia. La carne coltivata da colture cellulari animali viene spesso indicata come carne sintetica conferendo un’accezione negativa, ovvero falsa e non naturale. Ma la carne coltivata vendita in Italia proibita è carne cresciuta in bioreattori prelevando cellule di animali senza ucciderlo evitando così lo sfruttamento del suolo e degli animali riducendo anche l’impatto climatico abbassando le emissioni di gas serra. Inoltre, la carne coltivata potrebbe essere una soluzione al problema della crescente domanda di carne, che sta mettendo a dura prova l’ambiente e il benessere degli animali. Non mancano però i rischi che derivano da questo processo di trasformazione.

pezzo di carne cruda
pezzo di carne cruda con rosmarino

Carne coltivata vendita Italia vietata: pareri scientifici

Proprio per evitare battaglie politiche, l’Oms (organizzazione mondiale della Sanità) e la FAO hanno redatto un rapporto che si concentra sulla sicurezza di questo nuovo alimento.

Al momento la carne coltivata viene venduta solo negli Stati Uniti e a Singapore, in Unione Europea ancora non è stata immessa sul mercato perché l’EMSA Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, non ha ancora effettuato tutti i controlli di sicurezza alimentare. Se l’autorità europea dichiarerà che la carne coltivata non supera i canoni di sicurezza non potrà essere né prodotta né commercializzata. L’Italia ha voluto anticipare anche l’Ue e per questo la legge sulla carne coltivata vendita in Italia proibita potrebbe scontrarsi con un futuro parere positivo dell’Ue. Se un prodotto è commercializzabile all’interno dell’Unione, nessun paese può vietarlo perché verrebbe meno al libero scambio tra i paesi membri.

L’FDA, la food and drug administration statunitense dopo aver effettuato tutti i controlli ha dichiarato sicura la carne coltivata in laboratorio. Molti scienziati ritengono che la carne coltivata sarà carne più sana e sicura perché controllata e monitorata costantemente in laboratorio senza i farmaci e gli ormoni che vengono dati agli animali.

Uno dei principali rischi della carne sintetica e non solo è il rischio di contaminazione in fase di estrazione sia di tipo biologico con batteri e virus sia a causa di contaminanti chimici. Ma questi sono rischi che emergono anche con i cibi tradizionali e che con adeguati controlli e norme igieniche possono essere evitati. Anzi, come hanno scritto gli esperti sulla rivista Nature, la carne sintetica può essere ottenuta senza l’utilizzo di antibiotici e pesticidi e altre sostanze tossiche, come microplastiche e metalli pesanti, utilizzate negli allevamenti intensivi convenzionali.

Dal punto di vista scientifico, quindi, l’Europa non si è ancora espressa né l’Italia ha dati a sostegno della tesi che la carne coltivata non è sicura ma ha voluto anticipare i tempi rischiando però di farne solo una battaglia ideologica e culturale senza un reale motivo fondato. Il disegno di legge voluto dal ministro della sovranità alimentare Lollobrigida che proibisce la produzione e l’immissione sul mercato di carne coltivata vendita Italia anche per la denominazione di “carne” per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali.

provetta laboratorio
ricercatore con un campione chimico in una provetta

Carne coltivata vendita Italia proibita: atteso parere dell’Ue

Con questa legge, però, l’Italia rischia una procedura di infrazione da parte dell’Ue perché può entrare in contrasto con il diritto internazionale e le regole europee con un divieto “preventivo”, cioè introdotto prima che una eventuale produzione venga avviata in Europa.

Le opposizioni, che hanno votato contro la legge o si sono astenute, insieme a SlowFood hanno dichiarato che si tratta di una vera e propria battaglia culturale antiscientifica. L’Italia ha una lunga tradizione di produzione e consumo di carne, che è parte integrante della cultura e della dieta italiana. La carne è considerata un alimento importante e un fondamentale settore economico.

Dall’altra parte, il divieto di carne coltivata vendita Italia è stato sostenuto da diverse organizzazioni, tra cui la Coldiretti, la principale associazione di agricoltori che ritiene questo prodotto artificiale e che non ha lo stesso valore nutritivo e organolettico della carne tradizionale. Ha inoltre sostenuto che la produzione di carne coltivata potrebbe danneggiare il settore agricolo italiano, che produce carne di alta qualità.

Il motivo principale, oltre a quello ideologico, per cui il governo italiano ha deciso di vietare la carne coltivata è la protezione del settore agricolo italiano. Con la produzione di carne prodotta in laboratorio potrebbero risentirne coloro che lavorano nella filiera degli allevamenti e tutto il settore agricolo italiano.

Ora si attende l’approvazione della Commissione Ue poiché è una norma che riguarda il mercato unico europeo. Il governo Meloni ha precisato che si impegnerà a modificare il testo di legge nel caso Bruxelles avesse delle obiezioni da fare alla legge anche se, secondo il ministro Lollobrigida, non ci sono gli estremi per avviare una procedura di infrazione da parte dell’Ue nei confronti dell’Italia.

Per la carne coltivata vendita Italia al momento è vietata ma Roma potrebbe dover cambiare rotta dopo il parere di Bruxelles. Questo prodotto sembra essere più sostenibile e meno impattante dal punto di vista ambientale e con il tempo sarà anche più economico rispetto ad oggi perché vi sarà un aumento della domanda. Se dal punto di vista scientifico questo prodotto sarà dichiarato sicuro, non vi saranno altri ostacoli perché l’Unione europea decida di produrlo e commercializzarlo.

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