L’industria agroalimentare comprende tutte le imprese che si occupano della produzione di prodotti finiti e semilavorati grazie alla trasformazione e dunque lavorazione di tutti i prodotti facenti parte della grande famiglia delle materie prime appartenenti ai diversi settori quali agricoltura, pesca, zootecnica. Tutti i prodotti vengono sottoposti a un tipo di lavorazione meccanizzata e razionata al fine di aumentarne la produzione quotidiana, e questo varia soprattutto a seconda del tipo di preparazione necessaria alla vendita: si passa dal processo di trattamento, cottura e miscelazione, per finire ai processi di servizio. Infatti, sono prodotti finiti e poi destinati al consumo più o meno immediato da parte di persone o animali che attraversano l’intera catena di distribuzione in tempi relativamente celeri per poter essere rivenduti al consumatore finale.
Approfondimenti
È bene ricordare che l’industria agroalimentare costituisce un fondamento essenziale del sistema economico nazionale. Non a caso, la statistica lo annovera tra i settori più rilevanti con un valore di 538 miliardi di euro, rappresentando così il 25% del Pil con un peso significativo anche in relazione all’export che, solo nel 2021, ha concretizzato ben 52 miliardi di euro.
Sebbene il nostro Paese abbia riscontrato un’emergenza di tipo pandemico e poi economico, gli studi attuali di settore hanno dichiarato tra tutti i beni alimentari in commercio, attualmente la pasta e il vino hanno riscosso un successo maggiore superando del 17% le statistiche nazionali. Il consumo del cibo, però, sta cambiando e con esso anche la sua catena di produzione. L’83% degli italiani riferisce di aver iniziato a scegliere con più cura gli alimenti da servire sulla propria tavola e di prestare maggiore attenzione agli ortaggi, alla carne e ai cereali, al fine di sostenere un regime alimentare sempre più salutare e meno invasivo da un punto di vista economico evitando sprechi e riutilizzando le materie prime avanzate.