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Come investire in materie prime: le migliori strategie di profitto 

Le strategie vincenti per investire in materie prime mentre l'inflazione sale

L’inflazione elevata è stata una nota dolente per i consumatori europei per gran parte dell’anno scorso e anche nella prima parte di quest’anno, nonostante il rallentamento in atto. Dopo che l’indice dei prezzi al consumo è salito a doppia cifra nel 2022, il più grande aumento in 40 anni, l’inflazione è rimasta elevata nonostante le politiche monetarie restrittive messe in atto dalla Bce. E’ vero che l’inflazione ha iniziato a scendere nei primi mesi del 2023, ma continua ad incidere sulle tasche degli italiani soprattutto sul carrello della spesa e sulle utenze domestiche.

Nonostante l’inflazione sembra essere in calo, gli investitori persistono ancora nel voler mantenere un determinato livello di protezione dall’inflazione. Dopotutto, l’inflazione non influisce solo sui consumi correnti, ma anche sui rendimenti degli investimenti, erodendo la ricchezza.

I migliori investimenti durante l’alta inflazione

Esistono diversi modi per proteggere il portafoglio di investimenti dall’inflazione elevata. Ad esempio, gli investitori più giovani dovrebbero mantenere un’ampia esposizione azionaria. I pensionati e i pre-pensionati, che dipendono dai loro investimenti per i flussi di cassa, potrebbero aver bisogno di cercare protezione dall’inflazione nelle attività a reddito fisso. Alcuni investitori possono persino utilizzare la liquidità come copertura contro l’inflazione. Ecco alcune opzioni di investimento da considerare quando si pensa a cosa investire durante un’inflazione elevata.

Le migliori opzioni di investimento

Le obbligazioni di inflazione offrono rendimenti elevati, ma ci sono degli svantaggi
L’acquisto di obbligazioni legate all’inflazione, o dei Bond, rappresentano un’opzione interessante per gli investitori che cercano una copertura diretta contro l’inflazione. I buoni del Tesoro guadagnano interessi mensili che combinano un tasso fisso e il tasso di inflazione, che viene adeguato due volte l’anno. Quindi, i rendimenti salgono con l’aumento dell’inflazione.

Sebbene i Bond siano una copertura sicura contro l’inflazione, non sono una panacea. Uno dei principali svantaggi è il limite di acquisto annuo. Questo vincolo di acquisto è particolarmente restrittivo per i grandi investitori. Va anche detto che per essere liquidati questi titoli devono essere venduti, e questo è possibile solo almeno 12 mesi dopo l’acquisto. In caso contrario, le obbligazioni pagano quando raggiungono la scadenza a 30 anni dopo l’emissione.

Le materie prime

Nell’ultimo anno l’inflazione è tornata al centro della scena disorientando investitori e consumatori. In una situazione di questo tipo, l’unica strategia è quella di proteggersi dalla corsa dei prezzi. Il problema, però, è come riuscirci. Non solo i bond possono rappresentare una valida risorsa. Anche le materie prime possono rappresentare una valida alternativa. Per decenni si è pensato che le azioni potessero fornire una protezione adeguata contro l’inflazione: un falso mito che la realtà ha sfatato. 

I consigli degli esperti

E allora quando la corsa dei prezzi non tende a rallentare, cosa bisogna fare? Molti esperti consigliano i futures sulle materie prime, e cioè quei contratti a termine con cui le parti si impegnano a scambiare una certa attività a un prezzo prefissato. Oggi i futures rappresentano davvero un mezzo efficace per diversificare il portafoglio e proteggere il proprio capitale. Ovviamente bisogna avere occhio fino evitando di farsi ingolosire da facili promesse. Una analisi effettuata sull’andamento del mercato delle materie prime degli ultimi 151 anni ha evidenziato come le materie prime sono in grado di muoversi nella stessa direzione dell’andamento dei prezzi. 

Essendo il mercato delle commodities molto variegato, le strategie per trovare protezione nei confronti dei diversi tipi di inflazione sono davvero infinite e di facile lettura per chi ha una certa esperienza. Anche perchè l’andamento di molte commodities è stagionale e quindi determinato dalla periodicità.

L’importanza di diversificare il portafogli 

Per investire in materie prime, la parola d’ordine è diversificazione. Perchè se è vero che questi contratti tutelano dall’inflazione, è altrettanto vero che quando i prezzi si raffreddano, tendono a soccombere anche i prezzi delle materie prime. Durante una recessione la domanda di materie prime subisce sempre delle flessioni importanti trascinandosi dietro anche l’inflazione.

Insomma, quando l’attività economica si contrae, i futures non rappresentano una soluzione ideale, anzi, possono rappresentare un’autentica palla al piede da liquidare al più presto. Certo è che, sul lungo termine, chi ha un paniere ben diversificato di materie prime, riesce a togliersi delle belle soddisfazioni e a portare a casa dei profitti importanti. 

E’ possibile anche scegliere di investire i propri soldi e proteggere il capitale versandolo in un fondo comune o in un exchange traded fund (ETF) specializzato in oro. Mentre, tra le materie prime migliori per proteggere il capitale, gli esperti consigliano olio, cotone, semi di soia e succo d’arancia. In genere, quando ci si trova all’inizio di una fase inflattiva, il prezzo del petrolio tende a salire in maniera sproporzionata. Nel 2022 un pieno di benzina è arrivato a costare cifre sbalorditive con la benzina che ha scavalcato più volte la soglia dei due euro al litro. Tutto dipende dal momento della fase inflazionistica in cui ci si trova. Anche perché l’andamento dei prezzi è ciclico e l’inflazione ha sempre un inizio e una fine anche per via degli strumenti che le banche centrali mettono in atto per frenare l’ascesa. 

Un portafoglio ponderato in modo equo può anche avere un extra rendimento annualizzato di oltre il 3% rispetto ai buoni del Tesoro (Usa, ndr). Ecco perché la diversificazione rappresenta la strategia migliore che può risultare vincente in qualsiasi condizione di mercato.



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