I nuovi materiali ecosostenibili sono il futuro del mondo: soluzioni sempre più innovative capaci di recuperare materiali prima scartati o di creare da zero qualcosa di completamente nuovo con una lavorazione frutto di una ricerca costante. Investire nella sostenibilità è anche una scelta etica, perché ci sarà bisogno di strategie per affrontare il cambiamento climatico già in corso e per potenziare la produzione in ottica sostenibile. Come procedere con l’investimento e cosa fare per evitare di ritrovarsi sperduti in un ambiente sconosciuto?
Approfondimenti
Nuovi Materiali Ecosostenibili, i criteri ESG
Prima di iniziare a investire nei nuovi materiali ecosostenibili, è importante che l’azienda dimostri di essere sostenibile in tutte le fasi del proprio lavoro, dalla ricerca alle certificazioni sul prodotto finito. Per verificare questo aspetto ci sono dei criteri oggettivi, evidenziati dalla sigla ESG:
- Environmental – E. L’azienda che rispetta questo criterio crea una produzione sostenibile che protegge il territorio e la biodiversità. Riduce le emissioni di CO2 e cerca di produrne il meno possibile nei processi produttivi. Utilizza energia pulita per i propri consumi e si occupa di smaltire in modo corretto gli scarti di lavorazione, trasformandoli dove possibile in materia prima per nuove produzioni.
- Social – S. La società dove andrai a investire si impegna a favorire l’occupazione sul territorio e a sostenere i diritti dei lavoratori in qualsiasi contesto. Benessere, sicurezza aziendale, tutela della privacy sono alcuni esempi di interventi attivi che un’azienda che si definisce sostenibile deve portare avanti per essere tale.
- Governance – G. Il Cda si impegna a combattere la corruzione e a creare un ottimo turnover per la classe dirigenziale della società. In più, la Governance deve tenere conto della parità di genere e dei diritti degli azionisti in chiave etica.
Oltre a questi criteri fondamentali, chiedi all’attività dove vuoi investire – oppure informati sulle pagine web ufficiali di quell’azienda – quali sono gli impegni concreti in favore dell’ambiente e per combattere i cambiamenti climatici. Come il loro prodotto intende cambiare la situazione e migliorare la qualità della vita delle persone?
Infine, è importante sapere che le certificazioni green sono diverse e non esiste una sola certificazione valida. Per fortuna l’UE obbliga le imprese ad avere una certificazione valida per la sostenibilità secondo i criteri ESG a partire dal 2024. La certificazione dovrà arrivare da un ente terzo per garantirne l’affidabilità. L’obbligo vale anche per le imprese extra UE che sono figlie o succursali di aziende europee, oppure che hanno ricavi netti o vendite per almeno 150 milioni di euro.
Gli strumenti per investire nei nuovi materiali ecosostenibili
Ci sono diversi modi per investire nei nuovi materiali ecosostenibili in sicurezza. Si parte dai fondi Green, dove chi si occupa di gestire il fondo per conto terzi effettua delle analisi tecniche preliminari per dare agli investitori una serie di informazioni e certificazioni a tutela dell’investimento. Nei fondi destinati alla sostenibilità si investe in startup e aziende che hanno presentato tutta la documentazione utile per dimostrare il proprio impegno e come il prodotto green va poi a rispondere alle esigenze del mercato.
Oltre ai fondi, ci sono le obbligazioni di Borsa, i cosiddetti Green Bond. Nati nel 2007, sono emessi da Banca mondiale, Banca Europea per gli Investimenti e altri enti internazionali. Questi enti si occupano anche di verificare tramite bandi quali sono i progetti davvero sostenibili. Per accedere ai fondi ottenuti con le obbligazioni è necessario presentare il progetto e ottenere così i fondi europei o internazionali in genere in base alla portata del progetto presentato. Negli ultimi anni la Borsa Italiana ha utilizzato i criteri ESG e i criteri ICMA (international Capital Markets Association) per favorire lo sviluppo dei Green Bond all’interno del mercato italiano.
Anche lo Stato ha deciso di investire nei nuovi materiali ecosostenibili e non solo con il BTP Green. Anche se i BTP non sono il massimo in termini di rendimento, chi vuole fare la propria parte e investire, ma non conosce bene il mercato azionario, può utilizzare questo strumento – emesso periodicamente – per essere certo che i suoi soldi andranno nella sostenibilità. Lo scorso aprile sono stati emessi gli ultimi titoli a 8 anni. Chi ha approfittato dell’occasione può sempre rivendere questi titoli, ma una volta presi può essere anche interessante tenerseli come tesoretto a protezione di investimenti più volatili.
Infine, gli esperti possono contare sul mercato azionario, oppure scegliere di entrare nei Consigli di amministrazione delle startup o di aziende di fiducia per dare il proprio contributo. Questo metodo è più soggetto al rischio, perché chi investe dovrà verificare di persona la bontà del progetto, la fattibilità e l’aderenza ai criteri ESG prima di investire.
Qual è lo strumento migliore? In realtà dipende dalla tua esperienza come investitore. Se sei già abituato a investire in mercati caratterizzati dall’alta volatilità preferirai il mercato azionario, mentre chi non ha mai provato questa esperienza può trovare più sicuro investire in titoli. I fondi, invece, rappresentano una buona via di mezzo tra rischio e rendimento, a patto di avere alle spalle un gestore affidabile.