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Il rublo crolla: come la situazione in Russia influisce sui mercati finanziari mondiali

Ecco come il crollo del rublo potrebbe influenzare i mercati mondiali

Il rublo crolla: è tra le peggiori valute del 2023. Cosa succede in Russia? La moneta nazionale è ormai in picchiata da diverse settimane a questa parte. Nel corso della primavera ha  ritoccato più volte i livelli minimi rispetto al dollaro e all’euro, anche a causa della scarsità di valuta circolante e per via della massiccia vendita di aziende occidentali in Russia. Nel febbraio 2022 il rublo è crollato a 113 per dollaro dopo la decisione presa da Vladimir Putin di invadere l’Ucraina.  

Solo l’intervento della banca centrale russa e del ministero delle Finanze sono riusciti ad evitare ulteriori tracolli stabilizzando la moneta nazionale a 50 per dollaro a luglio 2022. La risposta dell’Occidente non si è fatta attendere e si è concretizzata nell’imposizione di un tetto al prezzo del petrolio russo – l’asse portante dell’economia russa – alla fine dello scorso anno, finendo per far tracollare il valore del rublo, causando scarsità di moneta circolante. 

Oltre ai danni causati dal price cap al petrolio russo, anche la vendita di aziende occidentali a investitori nazionali, ha contribuito a far crescere in maniera significativa la domanda di dollari, mentre il calo dei prezzi del petrolio a marzo ha causato una netta flessione dei dati relativi ai ricavi. Un cocktail di situazioni che ha messo in ginocchio l’economia russa facendola precipitare in un vorticoso circolo vizioso che ha travolto la moneta nazionale. 

L’opinione dei trader

Secondo i trader più esperti, il crollo del rublo sarebbe da ricercare principalmente nel forte acquisto di dollari su scala mondiale, anche dopo la  notizia del trasferimento di 1,21 miliardi di dollari alla Shell per la partecipazione nel progetto di gas dell’Estremo Oriente Sakhalin-2. Secondo molti traders la caduta del rublo potrebbe arrestarsi nei mesi a venire anche perchè si attende in futuro un massiccio acquisto di rubli da parte delle società russe per pagare le tasse e per fronteggiare la crescita del prezzo del petrolio. 

L’economia russa regge nonostante il crollo del rublo

Anche se le sanzioni hanno inferto un duro colpo al business del petrolio di Mosca, la bilancia commerciale della Russia sembra ancora resistere oltremodo. Il petrolio russo, nonostante abbia subito una brutta battuta d’arresto, ha trovato nuovi clienti in Cina, India e Turchia. E allora cosa si nasconde dietro la caduta libera del rublo? 

Come si sa, il tasso di cambio è influenzato da una moltitudine di fattori. Non sempre questi fattori sono così palesi e facilmente individuabili. La dinamica delle esportazioni e delle importazioni, le società estere che vendono i propri asset in Russia, la differenza tra i tassi di interesse fissati dal Federal Reserve System e dalla Banca Centrale Russa, i tassi di vendita di valuta ridotti del Ministero delle Finanze e così via, sono tutte dinamiche e tecnicismi non sempre facili da analizzare e da comprendere a fondo.

La cosa che risalta all’occhio è che, dallo scorso autunno, il dollaro ha iniziato a rafforzarsi cercando di difendersi dagli assalti dello yuan, quando il cambio si è attestato a 60 rubli, anche se il fenomeno si è accelerato nelle settimane successive. Il rublo ha perso una grossa fetta del proprio valore in un lasso di tempo ristretto.

L’estate scorsa, la combinazione di entrate inaspettate dalle esportazioni e un crollo totale delle importazioni ha saturato il mercato delle valute. Verso la fine del 2022, entrambi i fattori si sono attenuati: l’UE ha imposto un embargo e un prezzo massimo per il petrolio russo, mentre le importazioni si sono riprese grazie alle forniture attraverso i “paesi amici”. I flussi commerciali si sono ripresi e il rublo è adesso nuovamente influenzato dalle stesse condizioni della primavera del 2022. 

Le dinamiche attuali del mercato

Dopo le tribolazioni finanziarie del 2022, il rublo è attualmente scambiato su un “mercato sottile“. Significa che il numero e il volume delle transazioni valutarie sono diminuiti in modo significativo e ora anche un piccolo cambiamento nella domanda o nell’offerta può influenzare sostanzialmente il tasso di cambio.

Il numero di transazioni in dollari sulla borsa russa si è ridotto di 2-3 volte dall’inizio del 2022. Sono rimasti pochissimi non residenti nel paese e questo rappresenta sicuramente una brutta battuta d’arresto per l’economia russa, anche perchè erano proprio i non residenti ad avere una grande influenza sul mercato. 

Gli ipotetici scenari futuri

Gli esperti sono concordi nel ritenere che al momento non vi siano ragioni per pensare che la discesa del rublo possa proseguire su questi ritmi. I prezzi del petrolio sono rimasti alti ad aprile, mentre le entrate nazionali di petrolio e gas stanno tornando sui livelli base. A maggio il ministero delle Finanze inizierà a calcolare lo sconto del greggio Urals secondo una nuova formula.

D’altra parte, il bilancio russo sta traendo anche benefici dal graduale deprezzamento del rublo soprattutto in termini di export ai paesi amici. Quindi, un rollback ad almeno 75-80 rubli per un dollaro, può essere visto come uno scenario ampiamente favorevole per la Russia e non il contrario. 

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