Il governo italiano sta attualmente valutando alcune modifiche al DL Lavoro 2023, che riguardano principalmente l’estensione della detassazione dei fringe benefit e la proroga dello smart working. Secondo le ipotesi allo studio, si prevede di ampliare la platea dei dipendenti beneficiari della detassazione dei fringe benefit, riducendo la soglia esentasse da 3.000 euro a 1.000 euro per tutti i dipendenti. Inoltre, si propone di introdurre un bonus di 660 euro a figlio per le famiglie.
Approfondimenti
Modifiche al DL lavoro 2023
Queste modifiche al DL lavoro 2023 consentirebbero di mantenere un fringe benefit stabile a mille euro per i lavoratori senza figli, aumentare a 1.660 euro per coloro che hanno un figlio e raggiungere un massimo di 2.980 euro per chi ha tre figli, avvicinandosi al tetto previsto nel testo originale di 3.000 euro.
Tuttavia, l’ostacolo principale per l’approvazione di queste modifiche è rappresentato dalla copertura finanziaria. Secondo le stime, l’allargamento della platea dei beneficiari dei fringe benefit comporterebbe un costo di 250 milioni di euro, rispetto ai 142 milioni di euro previsti nel testo originale del decreto.
Inoltre, si sta anche valutando la proroga dello smart working oltre il 30 giugno, includendo i lavoratori fragili e i genitori con figli di età inferiore ai 14 anni. Tuttavia, anche in questo caso, le coperture finanziarie sono oggetto di valutazione da parte del Ministero dell’Economia.
Che cos’è un fringe benefit?
Il fringe benefit, o beneficio accessorio, è un vantaggio aggiuntivo offerto ai dipendenti oltre al salario base. Si tratta di una forma di remunerazione non monetaria che le aziende forniscono ai propri dipendenti come parte del pacchetto retributivo. I fringe benefit possono assumere diverse forme, come buoni pasto, buoni acquisto, assicurazioni sanitarie, abbonamenti palestra, auto aziendali, orari flessibili, telelavoro e molti altri.
L’obiettivo dei fringe benefit è quello di fornire ai dipendenti dei vantaggi extra che migliorano la loro qualità della vita, incentivano la soddisfazione lavorativa e favoriscono il benessere complessivo. Questi benefit possono contribuire a creare un ambiente di lavoro più motivante, migliorare la produttività e favorire la fidelizzazione dei dipendenti all’azienda.
I fringe benefit possono essere soggetti a detassazione, ovvero esenti o tassati con aliquote ridotte rispetto al reddito. Questa misura favorisce sia i dipendenti che le aziende, poiché consente di ottenere un vantaggio fiscale sul valore dei benefit forniti.
Negli ultimi anni, l’importanza dei fringe benefit è aumentata, specialmente alla luce dei cambiamenti socio-economici e delle esigenze dei dipendenti. Questi benefit si sono dimostrati uno strumento efficace per attrarre e trattenere talenti, promuovere un ambiente di lavoro sano e migliorare la qualità della vita dei lavoratori.
La ricerca
Un’analisi di The European House – Ambrosetti realizzata per Endered, azienda leader nella fornitura di soluzioni di welfare, conferma il valore e l’importanza dei fringe benefit sia per lo Stato che per i consumatori. Lo studio evidenzia che l’aumento della soglia di detassazione sui fringe benefit ha portato a un ritorno di 50 milioni di euro per lo Stato nel 2022. L’analisi prende in considerazione i ricavi generati dalla misura di defiscalizzazione confrontati con i costi sostenuti dallo Stato per implementarla.
Fringe benefit e aumento dei consumi
Secondo l’analisi di Ambrosetti, l’aumento della soglia dei fringe benefit è strettamente correlato all’aumento dei consumi. Ad esempio, quando la soglia di detassazione è stata raddoppiata da 258,23 euro a 516,46 euro nell’agosto 2020, si è registrato un aumento del potere d’acquisto e consumi stabili (+0,4%) nel semestre successivo. Lo stesso trend si è confermato nel 2021, quando l’aumento della soglia per tutto l’anno ha portato a consumi stabili. Tuttavia, è nel 2022 che si è osservato un significativo aumento dei consumi grazie all’innalzamento della soglia di detassazione a 600 euro ad agosto e a 3.000 euro a novembre. Questo ha generato un aumento del +1,6% nella seconda parte dell’anno rispetto alla prima e un +1,5% se confrontiamo il secondo semestre 2022 con il secondo semestre 2021.
L’analisi mostra anche che i buoni acquisto sono stati utilizzati principalmente per spese che hanno subito tassi di inflazione più elevati della media, come alimenti e bevande (58,1%), carburante (12%) ed elettronica (16,9%).
L’effetto positivo dei fringe benefit sullo Stato
Secondo l’analisi di Ambrosetti, l’aumento della soglia di detassazione fiscale per i fringe benefit, come già accennato, ha portato ad un guadagno di quasi 50 milioni di euro per lo Stato. Nel 2022, l’incremento della soglia da 258,23 a 600 euro ha generato un aumento degli oneri di 86,3 milioni di euro per lo Stato, ma ha fruttato 379,1 milioni di euro complessivi. L’ulteriore aumento della soglia da 600 a 3.000 euro ha comportato un aumento degli oneri di 243,4 milioni di euro, ma ha contribuito a un aumento significativo del valore di mercato dei fringe benefit, che è raddoppiato raggiungendo i 4,2 miliardi di euro nel 2022.
Edenred, in riferimento alle modifiche al DL lavoro 2023, sostiene l’ipotesi di innalzare la soglia dei fringe benefit a 1000 euro per tutti i lavoratori. Secondo Fabrizio Ruggiero, amministratore delegato di Edenred, è necessario aumentare questa soglia per fornire un adeguato supporto alle famiglie “impensabile lasciare molti lavoratori con una soglia di fringe benefit di poco superiore a 250 euro, ferma ai valori del 1986, soprattutto considerando l’attuale carovita e inflazione. L’aumento proposto rappresenterebbe una presa di coscienza dell’importanza di questo strumento nel fornire un adeguato sostegno alle famiglie in un momento delicato”.
La situazione economica attuale
Nonostante l’importanza dei consumi interni per la crescita del Paese, i consumi sono stagnanti in Italia da almeno 10 anni. Secondo l’analisi di Ambrosetti per Edenred, la riduzione dei risparmi delle famiglie italiane e l’inflazione in aumento stanno mettendo a rischio oltre 300.000 famiglie che potrebbero cadere sotto la soglia della povertà. L’inflazione, escludendo energia e alimentari freschi, è in aumento e i salari medi nel Paese sono rimasti praticamente invariati dal 1990. Pertanto, l’aumento dei fringe benefit e il sostegno economico che forniscono alle famiglie potrebbero riverlarsi cruciali in un contesto di riduzione dei risparmi e crescita dei costi.
DL lavoro 2023: attesa di conferma
Le proposte di modifica al DL Lavoro 2023 sono attualmente all’esame della commissione Affari Sociali del Senato, e si prevede che l’esame del provvedimento venga concluso entro il 13 o il 14 giugno, prima dell’approdo in Aula a Palazzo Madama. La volontà della maggioranza è quella di migliorare il provvedimento, tenendo conto anche dei contributi dell’opposizione.
Le modifiche proposte non sono ancora definitive e devono essere approvate dal Parlamento. La conversione del decreto-legge in legge deve avvenire entro il 4 luglio 2023 per evitare la decadenza del provvedimento.