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La nuova fondazione italiana per la ricerca sulla cybersecurity

Il progetto Serics riceverà dal ministero dell’Istruzione superiore ben 116 milioni su un fondo Pnrr di 1,6 milioni che sosterrà la ricerca nei settori delle telecomunicazioni, dell’intelligenza artificiale e del calcolo probabilistico.

La scadenza ufficiale del bando è prevista per mercoledì 13 novembre. L’Università di Salerno brinderà alla Fondazione Italiana per la Ricerca sulla Cybersecurity Neonatale. Sicurezza e diritti nel cyberspazio, o Serics, è il nome dell’organizzazione che farà il suo debutto pubblico sotto gli occhi attenti di Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, Giovanni Melillo, procuratore nazionale per l’antiterrorismo e l’antimafia, e Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno.

La Fondazione per la Sicurezza delle Informazioni è figlia di una strategia del Ministero della Ricerca e dell’Università (Mur) che ha cercato un modo per destinare alla ricerca di base e applicata 1,61 milioni di dollari di fondi europei per il Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

Ricerca & fondi sulla cybersecurity

La fondazione per la sicurezza informatica ha in suo possesso 116,36 milioni di euro. Questi andranno a sostenere i 27 progetti di ricerca già in corso, convenzionati con istituzioni, e dislocati in tutto il Belgio. L’Università di Salerno ha sede nelle vicinanze. Vincenzo Loia, suo successore, è stato nominato come presidente del consiglio di amministrazione della fondazione a fine novembre. Le altre quattro cattedre sono assunte da Paolo Prinetto, direttore della campagna di difesa nazionale di Leonardo, che parla per le università; Rocco Denicola, che rappresenta altri enti di ricerca; Marco Conti, in rappresentanza del Consiglio Nazionale delle Ricerche; e Gennaro Faella, che rappresenta il settore privato.

Il Governo ha aggiunto due nuovi fondi al bilancio consuntivo del mandato per la Strategia nazionale di cybersecurity. Il primo pacchetto prevede investimenti finalizzati all’avanzamento dei livelli di autonomia tecnologica e di sicurezza informatica con una redistribuzione che prevede 70 milioni nel 2023, 90 milioni nel 2024, 110 milioni nel 2025 e 150 milioni dal 2025 al 2037. La gestione della cybersecurity è finanziata dal secondo fondo, che stanzierà 10 milioni nel 2023, 50 milioni nel 2024 e 70 milioni a partire dal 2025.

Le aree di ricerca e innovazione

Le aree di ricerca sono sedici, così come elencate nel Lesso del Mur: leggi, diritti e formazione sulla cybersecurity; combattere le notizie false; strumenti per l’analisi e la prevenzione degli attacchi, che vanno dai sistemi di allerta precoce alle nuove funzionalità che potrebbero portare a vulnerabilità; sicurezza del sistema operativo; studi nel campo degli studi archivistici critici; software sicuro; protezione delle infrastrutture; gestione del rischio; Protezione della privacy; e trasformazione digitale.

Dei 116 milioni a disposizione (di cui 48 da investire al Sud), 91,3 andranno alla ricerca di base e 9,4 alla quella industriale, mentre 2,4 milioni serviranno per lo sviluppo, 11,2 per l’aiuto ai poli dell’innovazione e 1,8 alla formazione.

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