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Chico Forti, la criminologa Bruzzone: “Anche io lavorai al caso, tanti elementi dimostrano che…”

“Quando è stata data la notizia, non credevo alle mie orecchie. Quattro anni fa era già stato annunciato questo rientro come imminente. Quindi, un po’ di scetticismo, se devo essere sincera, ce l’avevo. E invece stavolta chi si è impegnato a far rientrare Chico Forti lo ha fatto davvero”. A parlare è la criminologa Roberta Bruzzone che, raggiunta da Fanpage.it, ha commentato così il rientro in Italia di Chico Forti, l’uomo detenuto per più di 20 anni in un carcere di massima sicurezza della Florida, dopo la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Dale Pike, avvenuto il 15 febbraio 1998. Un omicidio che Forti sostiene da sempre di non aver commesso.

Il 65enne trentino è tornato qualche giorno fa, sulla base di un accordo stilato tra l’Italia e gli USA che stabilisce che Forti potrà scontare gli ultimi anni di pena nel nostro Paese, e oggi ha rivisto la madre di 96 anni, Maria Loner. Anche quattro anni fa era stato dato l’annuncio di un rientro imminente, come ricorda Bruzzone, che ha partecipato attivamente al caso Forti negli anni 2000, fornendo una consulenza tecnica per dimostrare gli errori investigativi e giudiziari.

“Io ho preso in carico il caso nel 2009 e solo per esaminare gli atti completi ci sono voluti tre anni, per farle capire quante cose c’erano. Ho fatto un passo indietro nel 2016 perché non avevo nulla a che spartire con l’avvocato che all’epoca aveva scelto Chico, Joe Tacopina. Non volevo continuare a lavorare con quel tipo di scenario, ma io avevo già depositato il report ufficiale. Ma ho sempre avuto ottimi contatti con lo zio di Chico, Gianni, e la zia, Wilma, li sento regolarmente”.

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