Buone notizie in arrivo per gli italiani: anche nel 2024 sarà possibile ottenere delle detrazioni sulle spese relative alle bolletta della luce. Ma come funziona esattamente e chi potrà usufruire di questa opportunità? Scopriamo insieme tutto quello che è necessario sapere per ottenere degli interessanti vantaggi fiscali per la propria abitazione.
Approfondimenti
Indice
Cosa significa dedurre le spese della luce
I vantaggi riservati alle famiglie
La deducibilità per le utenze ad uso promiscuo o esclusivo
Cosa significa dedurre le spese della luce
Partiamo innanzitutto dalle basi: negli ultimi anni, soprattutto dopo l’avvento della pandemia da Covid-19, sono in molti ad aver iniziato a lavorare direttamente da casa (è il caso dei liberi professionisti), chiedendosi se fosse possibile riuscire ad ottenere detrazioni sui consumi della propria abitazione. Per comprendere la questione è necessario prima di tutto spiegare la distinzione tra deduzioni e detrazioni. Le prime sono delle somme che andranno sotratte al momento del calcolo del reddito imponibile, andando così a diminuire le somme oggetto di tassazione. Le seconde invece prevedono una riduzione della tassazione applicata sul reddito, in base ad una determinata percentuale.
Quando si andrà ad effettuare una dichiarazione dei redditi come azienda o come detentore di Partita Iva si andranno a calcolare le relative aliquote fiscali in base a due elementi, vale a dire la tipologia di regime di fiscale da un lato e il reddito imponibile dall’altro. Le eventuali agevolazioni saranno applicabili, per quanto riguarda il regime fiscale, solo nel caso in cui ci si trovasse ad operare in un regime ordinario. Se un costo è detraibile di norma significa che contribuirà a diminuire tale importo, offrendo così ad un soggetto la possibilità di ridurre l’importo delle imposte da pagare, sia per quanto riguarda l’IRPEF (vale a dire l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) sia per quanto riguarda l’IRES (Imposta sul Reddito delle Società). D’altra parte, la detrazione dei costi comporta una diminuzione del valore dell’IVA, che in determinati contesti specifici potrebbe essere ridotta, come nel caso dell’uso misto di un’abitazione.
L’opzione, dunque, non risulta essere disponibile per le famiglie, né per quanto riguarda le bollette della luce né per quanto riguarda il gas: per queste ultime le somme versate (che includono una quota importante di imposte, tra cui le accise e l’IVA), non sono deducibili durante la compilazione della dichiarazione dei redditi.
I vantaggi riservati alle famiglie
Il fatto che i nuclei familiari non possano godere della possibilità di detrarre le bollette dalla propria dichiarazione dei redditi non significa che non abbiano in assoluto accesso ad altri tipi di aiuti. Per le famiglie con situazioni economiche più difficili, ad esempio, sono disponibili i Bonus Luce e Gas per disagio economico. Per le famiglie costrette ad utilizzare un’apparecchiatura elettromedicale necessaria per il sostentamento della vita delle persone gravemente malate, invece, c’è il Bonus Luce per disagio fisico: quest’ultimo può essere richiesto presentando un’apposita domanda (al CAF o all’Ufficio comunale competente) ed allegando la certificazione fornita dall’ASL che attesti la necessità di utilizzare un determinato dispositivo che comporta un incremento dei consumi di energia elettrica. Non bisogna poi dimenticare che i clienti domestici in condizioni di difficoltà economica hanno anche la possibilità di richiedere la rateizzazione delle bollette con l’applicazione di un meccanismo definito da ARERA, l’Autorità Italiana per l’Energia: tale meccanismo prevede un pagamento delle bollette in massimo 10 rate senza interessi con la prima rata caratterizzata dal 50% dell’importo complessivo della bolletta.
La deducibilità per le utenze ad uso promiscuo o esclusivo
Per quanto riguarda imprese e professionisti è necessario effettuare una importante distinzione per quanto riguarda le utente ad uso promiscuo e ad uso esclusivo. Nel primo caso gas e luce vengono utilizzate dal professionista la cui abitazione è anche l’ufficio, mentre nel secondo le utenze sono da riferirsi solo ed esclusivamente alla sede di lavoro.
La fiscalità in questo senso parla molto chiaro: è consentito detrarre l’VA dalle bollette relative ai servizi di elettricità e gas anche per gli appartamenti a duplice destinazione, ovvero quelli in cui coesistono sia la residenza che il luogo dove si svolgono le attività aziendali. La deduzione, come già spiegato in precedenza, sarà calcolata in base al reddito imponibile, mentre la detrazione si applicherà direttamente sull’importo effettivo delle imposte. È cruciale comprendere questa distinzione e, una volta fatta chiarezza, è importante notare che i professionisti autonomi sono soggetti a un’aliquota dell’IVA del 22% anche per i costi energetici associati alle bollette di luce e gas. Nel caso in cui un professionista abbia un contratto per le utenze con un uso promiusco (cioè residenziale e professionale al contempo) gli sarà consentito dedurre il 50% delle spese, indipendentemente dalle dimensioni dell’abitazione o dal numero di occupanti. Per quanto riguarda le spese detraibili, la situazione è meno definita rispetto alla deduzione: la responsabilità di identificare i consumi destinati all’uso professionale e quelli a scopo personale spetta al professionista autonomo, che deve stabilire criteri chiari per tale distinzione. Bisognerà, in sostanza, andare ad analizzare le situazioni caso per caso.
I liberi professionisti, inoltre, hanno anche la possibilità di richiedere l’applicazione di un’aliquota IVA agevolata per i consumi, ma ciò sarà sempre condizionato dall’utilizzo di un contatore appositamente progettato per discriminare tra consumi domestici e quelli di natura lavorativa. L’installazione di questo contatore, necessaria sia per le utenze del gas che per quelle della luce, sarà sempre e solo a carico del professionista. Nel caso in cui questa procedura non venga attuata, non sarà mai possibile richiedere la detrazione dell’IVA al 10%, anche nel caso di un contratto di tipo business. In questa situazione, quindi, le detrazioni saranno sempre calcolate sull’IVA al 22%, ovvero sull’IVA ordinaria.