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Certificati a capitale protetto: ecco come funzionano e perché investire

Grafico finanziario

Per tutti i soggetti interessati a far fruttare il proprio denaro con una prospettiva futura di medio termine, i cosiddetti certificati a capitale protetto possono rappresentare una soluzione di investimento davvero molto interessante. Qui di seguito vedremo esattamente le loro caratteristiche e perché in alcuni casi può essere molto conveniente scommettere su di essi.

Cosa sono i certificati a capitale protetto

I certificati a capitale protetto possono rivelarsi uno strumento finanziario davvero molto interessante: vediamo insieme in che senso.
Firma di un documento

Questi certificati assicurano all’investitore di ricevere una determinata remunerazione periodica: tale remunerazione viene anche chiamata “importo digitale” e viene fornita quando un certo evento digitale si presenta.

Sono degli strumenti interessanti soprattutto per i soggetti che amano muoversi con i piedi di piombo in ambito finanziario, visto che possono rivelarsi utili soprattutto in periodi di incertezza: essi infatti garantiscono una remunerazione anche nel caso in cui lo strumento sottostante dovesse sperimentare un andamento sfavorevole.

Lo strumento ad essi collegato può essere ad esempio un titolo azionario, ma anche un indice finanziario o un paniere di titoli. I certificati sono dunque a tutti gli effetti dei derivati finanziari, che vengono emessi da banche e istituti finanziari certificati sotto il controllo della Consob e della Banca d’Italia e sono inoltre quotati in Borsa in un mercato apposito.

Le tipologie di certificati

Chi fosse interessato a questa soluzione di investimento deve sapere che ha a sua disposizione essenzialmente tre distinte possibilità:

  • Certificati a capitale protetto/garantito, in cui l’emittente garantisce il rimborso del valore nominale;
  • Certificati a capitale parzialmente protetto, che assicurano solo una parte del valore dell’investimento;
  • Certificati a capitale condizionatamente protetto, il cui rimborso dipende dal fatto che il sottostante non subisca una perdita superiore a una determinata soglia.

Come anticipato, i primi garantiscono ad un investitore una remunerazione costante alla quale andrà anche aggiunta la garanzia del rimborso del capitale se tali certificati fossero stati inizialmente sottoscritti in fase di collocamento.

La protezione dagli eventuali rischi legati all’andamento del mercato, va ricordato, presenta dei costi: la la garanzia del capitale comporta una riduzione o un limite alle performance rispetto all’andamento dello strumento sottostante.

Per il resto, quando il certificato a capitale è interamente garantito, l’investitore non correrà alcun rischio di mercato, perché avrà la certezza matematica che il suo certificato lo rimborserà sempre con un valore pari a quello nominale, che corrisponderà al prezzo di emissione.

Diverso invece è il discorso per quanto riguarda i certificati a capitale condizionatamente e parzialmente protetto, rimborsano l’intero capitale, oltre alla remunerazione prevista, a condizione che il sottostante non perda oltre una determinata percentuale. Essi consentono, a fronte di una remunerazione maggiore rispetto al caso precedente, di correre un rischio limitato. Immaginiamo ad esempio lo scenario in cui la protezione sia condizionata al fatto che il sottostante non scenda più del 40%: ecco dunque che fino a tale soglia il certificato rimborserà interamente il valore nominale.

A chi sono adatti i certificati a capitale protetto?

Proprio in funzione del fatto che proteggono i soggetti più prudenti dal pericolo di perdere il capitale investito, si tratta nella maggior parte dei casi di strumenti che vengono sfruttati da chi si occupa di trading in forma amatoriale e sta dunque muovendo i primi passi in ambito finanziario.

In generale, i certificati a capitale protetto sono ideali per chi crede in una crescita del sottostante ma vuole proteggersi da eventuali cali di prezzo. Sono di conseguenza stati pensati per investitori con bassa tolleranza al rischio che vogliono approfittare del rialzo dei mercati senza esporsi completamente ai rischi.

Perché investire nei certificati a capitale protetto?

Ecco quali sono tutti i buoni motivi per cui un investitore oggi dovrebbe puntare sui cosiddetti certificati a capitale protetto.
Una donna che lavora al computer

Alla luce di quanto abbiamo evidenziato fino a questo punto, esistono dunque almeno tre importanti motivi per cui, a seconda della propria strategia e comportamento finanziari, può avere senso scommettere su una risorsa simile. Nello specifico:

  • Sicurezza del capitale: la protezione del capitale è il principale punto di forza di questi strumenti finanziari. L’investitore sa che, almeno in parte, il capitale sarà restituito alla scadenza. Questo aspetto li rende particolarmente adatti a chi cerca una certa sicurezza nel proprio portafoglio, soprattutto in periodi di alta volatilità dei mercati.
  • Opportunità di guadagno: nonostante la protezione del capitale, i certificati a capitale protetto permettono di beneficiare di rendimenti legati all’andamento di mercati finanziari o di singoli asset. Questo consente agli investitori di partecipare a rialzi dei mercati senza esporsi completamente ai rischi.
  • Diversificazione del portafoglio: i nvestire in certificati a capitale protetto offre una buona opportunità di diversificare il portafoglio, combinando un investimento sicuro con una componente di rischio controllato. Questo aiuta a bilanciare l’esposizione a vari settori o asset, migliorando la gestione complessiva del rischio.

Per riassumere, scegliendo questa tipologia di certificato un qualunque investitore potrà ottenere rendimenti potenzialmente interessanti, senza rinunciare alla protezione di una parte del proprio capitale iniziale.

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