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Google e i cookie di terze parti: quali sono le implicazioni per la privacy e la sicurezza?

Donna con un visore VR su sfondo viola

Google cookie di terze parti: arriva l’addio.Se da un lato Zuckerberg rilancia con il nuovo Threads, da Mountain View si fa un passo indietro per fare un passo avanti. La novità non è immediata, ma già spaventa i mercati e gli investitori. Perché? I cookie di terze parti sono dei codici che provengono da siti esterni da quello che stai visitando in quel momento. Questi codici informatici si utilizzavano per ottenere dati sugli utenti e monitorare i risultati delle pubblicità. In più, servizi come quelli di Google utilizzavano i cookie per calcolare il costo delle pubblicità in base alle visite, agli acquisti o ai click ricevuti al sito del cliente.

Il problema di Google con i cookie di terze parti nasce quando si evidenziano criticità sulla tutela della privacy e della sicurezza degli utenti. Da qui arriva la scelta finale di eliminare i cookie nei primi 6 mesi del 2024. Quali saranno le conseguenze per chi utilizza le strategie Data-driven – cioè basate sui dati – per i propri investimenti, prodotti o servizi?

Google cookie di terze parti, una scelta senza sorprese

Portatile aperto con un'analisi di Google

La novità non è poi così nuova per gli operatori del settore, se pensi che Google Chrome ha smesso di supportare i cookie di terze parti nel 2022. Le nuove normative europee GDPR sulla privacy hanno garantito maggiore sicurezza agli utenti della Rete e Google ha dovuto adeguarsi. La concorrenza lo aveva già fatto: Apple, Mozilla Firefox e Microsoft hanno portato avanti questa scelta anche con app che garantiscono il controllo dei dati da parte dell’utente.

Cosa succede per gli investitori che hanno basato tutto sui dati per le loro strategie finanziarie? Ci sono degli strumenti informatici che non usano cookie di terze parti e che consentono di ottenere dati validi anche dal punto di vista legale. Dove ci sono dei dubbi su cosa usare e cosa no, è importante rivolgersi a un consulente legale esperto in queste tematiche.

Google cookie terze parti: le conseguenze per chi investe

Analisi di google analitycs su carta davanti a una tastiera

Le aziende che hanno basato le loro strategie sui dati dei cookie di terze parti perderanno dall’1% al 5% del fatturato se non cambieranno le proprie strategie di conseguenza. Si tratta dell’esito dello studio condotto da BCG Group sulle conseguenze per le imprese. Il cambio di rotta rappresenterà anche un’opportunità.

Infatti, sempre secondo questa ricerca, le aziende che useranno nuovi strumenti per ottenere i dati necessari potranno recuperare dal 10% al 30% dell’efficienza sugli investimenti fatti. La sfida è nei numeri. Infatti, l’80% degli utenti naviga su Internet da Mobile e perdere questa fetta di mercato è un lusso che molte imprese non possono permettersi.

In Italia il 61% degli utenti utilizza Google Chrome che non utilizza più i cookie di terze parti. Ottenere dei dati è fondamentale anche perché l’utente è alla ricerca di un’esperienza personalizzata, impossibile da realizzare se non si hanno almeno i dati sulle preferenze. In più, gli utenti non gradiscono l’approccio diretto alla vendita per il 68% del campione analizzato dalla ricerca. Come diventare protagonisti del cambiamento?

Chi investe e chi fa impresa deve rivedere il suo approccio al dato. Devi investire in una politica aziendale trasparente che va a tutelare l’utente dal punto di vista della sicurezza e l’azienda sugli aspetti legali. Per questo servirà anche un cambiamento di governance, oltre a un responsabile del trattamento dei dati in azienda. Questa figura è diventata obbligatoria nelle aziende con la nuova normativa in base alle dimensioni dell’attività. Infine, è importante progettare analisi e scenari con strumenti di Intelligenza artificiale in grado di fare previsioni a lungo termine anche con i dati recenti.

Il futuro di Google dopo l’addio ai cookie di terze parti

Google Chrome su smartphone

Non c’è da preoccuparsi per Google, che ha già pensato a delle alternative già nel momento in cui i cookie di terze parti erano stati eliminati da Chrome. Già in passato i sistemi pubblicitari come Google Ads mettevano a disposizione la pubblicità contestuale. Cosa significa? La pubblicità dipende dai temi affrontati nell’articolo dove si trovano, oppure dalle informazioni presenti sulla pagina Web che ospita l’annuncio. Così si evita la necessità di richiedere dei dati e si può presumere che l’utente sia interessato perché sta consultando una pagina con informazioni simili.

La pubblicità contestuale, però, non sempre ha la stessa efficacia di quella data driven. L’alternativa è quella del consenso e della gestione dei dati. Si chiede all’utente il consenso all’utilizzo dei dati con una finestra presente sul sito, ma devi dare all’utente una garanzia. I dati non devono uscire dal sito, a meno che tu non richieda espressamente il consenso anche per questo aspetto.

Si tratta della modalità di gestione del consenso utilizzata oggi per i cookie di terze parti e che devi usare anche quando richiedi dati con l’iscrizione a una newsletter, oppure con un acquisto online. In un contesto simile, non si potrà più dire: “Abbiamo sempre fatto così”.

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