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Grano: quotazione e tendenze del mercato cerealicolo

La quotazione del grano tenero e del grano duro per i mercati secondari

Grano quotazione e tendenze fanno preoccupare gli operatori dell’agricoltura e quelli del cosiddetto settore secondario (pasta, pane, dolci, ecc.). Gli ultimi dati subiscono l’influenza di alcuni fattori esterni, come il blocco delle navi ucraine che trasportano il grano da parte della Russia per via del conflitto che va avanti da un anno.

Prima di dare un’occhiata ai dati, è importante sapere che nel mercato cerealicolo esiste una differenza di quotazione tra il grano tenero e il grano duro, perché si usano per produzioni diverse. Infatti, il grano tenero si rivolge soprattutto ai mercati secondari di dolci e pizze, mentre il grano duro si rivolge a pane e pasta, incidendo poi sul prezzo finale. Ecco quali sono i dati da prendere in considerazione prima di investire!

Grano quotazione tenero

Grano tenero, quotazione e ultimi dati
Grano al sole

Stando ai dati riportati dall’Informatore Agrario, il grano tenero ha una quotazione più alta in questo luglio 2023. Snoccioliamo alcuni dati in base alla destinazione d’uso e alle tipologie specifiche. Si parte con il mercato di Milano, che si presenta stabile rispetto a quello nazionale sulla base di questi dati:

  • Forza: 292,50 euro a tonnellata;
  • Panificabile superiore: 255 euro a tonnellata;
  • Panificabile: 234 euro a tonnellata;
  • Biscottiero: 224,50 euro a tonnellata.

A Bologna, invece, si riscontra un aumento sulle quotazioni del grano, in particolare per il mercato panificabile. Infatti, si riscontra un aumento di 5 euro a tonnellata per il tipo Forza e il tipo Fino. L’aumento risulta anche sui mercati internazionali.

Stando agli operatori economici, gli aumenti sulle quotazioni nel mercato azionario dipendono anche dalle incertezze su quanto grano effettivamente si possa contare e sulla qualità del raccolto in vista di settembre 2023. Per restare nei mercati europei, a Rouen – in Francia – l’aumento del panificabile nel 2023 è stato di 36 euro a tonnellata (ultimi dati disponibili), mentre il panificabile base ha subìto un aumento di 27 euro a tonnellata.

La quotazione del grano duro

Il grano duro: quotazione e previsioni
Grano pronto per la raccolta

Quando si vuole investire nel Green, si deve tenere conto anche delle differenze e delle caratteristiche tra piante diverse. Un esempio è proprio la quotazione del grano duro, in netto rialzo rispetto al tenero e ai dati dell’anno precedente. Sempre secondo i dati riportati dall’Informatore Agrario, nemmeno il mercato milanese si è salvato dagli aumenti.

Infatti, il grano duro ottiene un apprezzamento di 40 euro a tonnellata, mentre nel Centro Italia la tipologia Fino arriva ad aumenti per 35 euro a tonnellata, facendo così alzare la media del grano con quotazione di 405 euro a tonnellata. Non va meglio nel mercato cerealicolo di Foggia, dove si evidenziano questi dati:

  • Fino: 397,50 euro a tonnellata;
  • Mercantile: 397,50 euro a tonnellata;
  • Biologico: 422,50 euro a tonnellata.

L’aumento medio qui è di 15 euro a tonnellata. Anche Bologna riscontra dati con il segno +, variabile dai 5 ai 20 euro di aumento in base alla tipologia di grano. Nel mercato di riferimento in Francia Port-La-Nouvelle l’aumento è di 20 euro a tonnellata, con una quotazione finale di 395 euro a tonnellata per il raccolto di settembre.

Grano quotazione e conseguenze nei mercati secondari

Cosa succede nei mercati secondari quando aumenta il prezzo del grano
Cappello di paglia appoggiato tra le spighe

Se da un lato le quotazioni salgono, dall’altro si riduce il profitto per gli agricoltori, che devono fare i conti con un aumento generalizzato dei costi. Una situazione che si presenta poi a cascata su pastai, panificatori, pasticcerie e quant’altro fino ad arrivare al consumatore finale, considerato che in Italia si mangiano 8 chili di pasta in un mese, senza contare il pane, che non può mancare mai a tavola.

Lo scorso 21 luglio gli agricoltori iscritti a Cia e Confagricoltura Alessandria si sono astenuti dalla rilevazione alla Borsa Merci, in quanto secondo loro sarebbero comunque troppo basse per garantire la sopravvivenza degli operatori. Il rischio è che l’agricoltura non venga considerata redditizia, con abbandoni dei campi. La scelta di Mosca sulle esportazioni influisce, perché, stando ai sindacati, andrebbe a creare instabilità nel mercato cerealicolo.

Anche se l’Italia non è a rischio carestia (come invece sta avvenendo in queste ore per alcuni Paesi africani), le conseguenze sui mercati non tarderanno ad arrivare, complice anche l’inflazione attualmente presente nel nostro Paese, anche se in leggera diminuzione rispetto ai mesi precedenti. Secondo gli agricoltori, il grano tenero avrebbe perso il 30% negli ultimi mesi sul prezzo a quintale, rendendo così impossibile produrre con la certezza di un margine.

In questo contesto chi opera sul mercato azionario può effettuare delle analisi tecniche sulle fluttuazioni sfruttando gli aumenti, oppure scommettere su quando il prezzo del grano tornerà a scendere. Oggi è molto importante verificare come si muove il panorama internazionale, perché se si dovesse sbloccare l’accordo tra Russia e Ucraina si potrebbe anche creare maggiore stabilità con ripercussioni dirette sui mercati.

Se si opera sulle imprese italiane, si dovranno fare i conti anche con le indicazioni del Governo, le quali invitano gli operatori del settore secondario a calmierare i prezzi almeno fino a novembre.

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