L’immaginario collettivo vuole che il mondo del trading sia popolato in larga parte dagli uomini. Nella realtà, invece, non sempre è così.
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Soprattutto negli ultimi anni, con l’ascesa degli investimenti digitali, anche le donne attive nel settore delle criptovalute sono in ascesa.
Secondo l’agenzia eTor, il 15% dei trader in bitcoin è donna.
Sono, infatti, tante le donne, anche dello spettacolo, che stanno investendo in questo mondo. Una di queste è Reese Witherspoon, considerata una delle attrici più pagate al mondo, ma anche il premio Oscar Gwyneth Paltrow e l’attrice americana Mila Kunis.
Tra le figure di riferimento ci sono senza dubbio Lea Thompson, Gracy Chen e Sara Trojanowska.
La maggior parte delle donne che investono nel mondo crypto proviene dall’Inghilterra e dalla Germania, senza dimenticare Spagna, Sud Africa e Olanda. Invece, i paesi in cui si registra una maggiore percentuale di uomini rispetto al genere femminile sono l’Italia e la Francia.
Secondo un report del Pew Research Center del 2021 negli Stati Uniti gli uomini hanno il doppio delle probabilità di aver usato una cripto rispetto alle donne, sintomo di quanto questo argomento sia ancora a trazione maschile.
In quasi tutti i Paesi le donne che investono sono giovanissime, in una fascia d’età compresa tra i 26 e i 32 anni: loro stesse dicono che ci sono importanti margini di crescita e di carriera. Ecco perché molte di loro non hanno paura di investire in questo settore.
Molte di loro investono in finanza decentralizzata, in token e nel metaverso.
Nel corso degli anni le donne si sono unite in realtà per essere così dei riferimenti per altre donne con la stessa passione. Ad esempio nel 2017 è nata Women in blockchain con lo scopo di informare le altre donne sulle potenzialità della tecnologia Web3. Senza dimenticare la collezione WoW (World of Women) con la presenza di 10 mila token e la Black Women Blockchain Council sul cui sito ufficiale si legge che “i lavori nel settore tecnologico e informatico sono tra i lavori in più rapida crescita e più remunerativi”.