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Utility token: definizione e utilizzo nel mondo delle criptovalute

Scopriamo insieme tutte le curiosità riguardanti gli utility token, quello a cui servono e come si possono utilizzzare nella pratica.

Chi negli ultimi anni ha iniziato ad avvicinarsi all’interessante mondo della blockchain potrebbe essere prima o poi venuto a contatto con un termine, vale a dire utility token. Ma di che cosa si tratta esattamente questo strumento? Proviamo a spiegarlo qui di seguito cercando al contempo di evidenziare in che modo gli utility token possono essere utilizzati.

Cos’è un utility token?

Ecco tutto quello che è necessario sapere riguardo agli utility token: vediamo cosa sono e come funzionano precisamente.
Scritta Blockchain sul tavolo di un ufficio

Si tratta di un token digitale di criptovaluta emesso per finanziare lo sviluppo della criptovaluta e che può essere successivamente utilizzato per acquistare un bene o un servizio offerto dall’emittente della criptovaluta stessa.

Gli utility token si chiamano in questo modo perché servono uno scopo specifico. La loro “utilità” risiede nel fatto che si possono utilizzare su alcune piattaforme per riscattare un servizio speciale o ricevere un trattamento preferenziale per determinati servizi. Questi token costituiscono la maggior parte dei token emessi nell’ambito delle ICO (le Initial Coin Offering, cioè un metodo in passato molto utilizzato per raccogliere capitali per progetti di criptovaluta in fase iniziale). Tali strumenti vengono utilizzati principalmente dalle aziende per suscitare interesse nei loro prodotti e per applicazioni e creazione di valore nei servizi forniti negli ecosistemi blockchain.

Token vs coins

Quando ci si riferisce al termine token, piuttosto che “coin”, si sta parlando di particolari asset che sovente non hanno un grande valore al di fuori dell’ambito del progetto blockchain che li ha emessi. Nonostante spesso vengano chiamati comunque cryptovalute, in quanto scambiati tramite un registro criptato, non funzionano comunque allo stesso modo dei coins, proprio poiché non sono facilmente scambiabili per beni e servizi, a differenza delle forme tradizionali di denaro. Un esempio di questo tipo di token sono i token ERC-20.

È importante ricordare che i token sono legati a una specifica entità blockchain: ecco dunque che, ad esempio, se il progetto blockchain sottostante che ha emesso il token non fosse riuscito ad interessare a sufficienza gli investitori, il valore del relativo token tenderà a calare.

Diverso invece è il discorso riguardante i coins, il cui prezzo può variare in funzione di molti altri fattori diversi slegati dalla blockchain. L’impatto sul loro prezzo, ad esempio, può dipendere dal fatto che un coin possa essere facilmente scambiato con altre criptovalute o valute fiat (cioè una valuta nazionale che non è ancorata al prezzo di una materia prima come l’oro o l’argento).

Come funzionano gli utility token

Vediamo insieme nel dettaglio che cosa sono gli utility token, a che cosa servono e come si possono usare nella blockchain.
Una donna con due bitcoin sugli occhi

Vediamo ora, passo passo, il funzionamento di questo tipo di asset.

Creazione dei token

Un utility token viene creato con un processo chiamato Initial Coin Offering (ICO) o Token Generation Event (TGE): qui, le persone possono acquistare questi token utilizzando altre criptovalute come Bitcoin o Ethereum.

Smart contracts

Gli utility token operano nella maggior parte dei casi su piattaforme blockchain che supportano gli smart contract, vale a dire dei contratti auto-eseguibili con i termini dell’accordo che sono direttamente scritti nel codice. Le regole e le condizioni degli utility token vengono delineati proprio da questi contratti.

L’accesso ai servizi

Come abbiamo anticipato, l’obiettivo di questi token è garantire accesso a un servizio o prodotto specifico all’interno della piattaforma blockchain. Ad esempio, potrebbe concedere l’accesso a un software particolare, permettendo in questo modo la partecipazione a un’applicazione decentralizzata o offrire privilegi speciali all’interno di una rete.

Funzionalità limitate

Il loro valore è legato solo ed esclusivamente alla loro funzionalità all’interno del loro stesso ecosistema.

Dove si scambiano

Questi asset possono essere scambiati sugli exchange di criptovalute. Il valore di un utility token può fluttuare in base alle dinamiche di domanda e offerta (ma anche, perchè no, in funzione della popolarità della piattaforma ad essi associata).

Il riscatto

Gli utenti possono utilizzare i utility token per pagare servizi o prodotti all’interno della piattaforma. Può anche accadere che siano riscattabili per benefici specifici o sconti particolari.

Qualche esempio

Vediamo ora più nello specifico quali sono alcuni degli esempi più interessanti di utility token in circolazione, e le loro relative caratteristiche.

Basic Attention Token (BAT)


Il Basic Attention Token (anche chiamato BAT) è un token basato su Ethereum utilizzato per monetizzare l’attenzione degli utenti nel browser Brave. Quando visualizzano degli annunci pubblicitari nel browser Brave gli utenti vengono ricompensati con questi utility token.

Augur (REP)


Augur è una piattaforma decentralizzata di mercato delle previsioni che permette agli utenti di creare previsioni e scommesse sull’esito di eventi del mondo reale. Se gli utenti, dunque, riescono ad azzeccare le loro previsioni sui risultati di questi eventi possono ricevere come ricompensa gli utility token di questa piattaforma.

0x (ZRX)


0x è un protocollo open-source che consente lo scambio peer-to-peer di token e asset basati su Ethereum: esso è stato specificamente progettato per fornire uno scambio decentralizzato per i token compatibili con il sopracitato standard ERC-20.

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