Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

Mutuo a tasso variabile: quanto potrebbe aumentare la tua rata? Scopri il rischio!

Scopri qui cosa aspettarsi dalle fluttuazioni dei mercati finanziari che potrebbero far aumentare in futuro i mutui a tasso variabile.

Chiunque si trovi, prima o poi, a dover acquistare una casa è costretto ad affrontare un dilemma di non poco conto: è meglio scegliere un mutuo a tasso fisso o un mutuo a tasso variabile? Nel primo caso si ha un’unica certezza, ovvero che la cifra da pagare non potrà mai cambiare in futuro; nel secondo, al contrario, ci si affida alle fluttuazioni future dell’economia, con la speranza che le grandi istituzioni finanziare (com’è il caso della Banca Centrale Europea, attualmente presieduta da Christine Lagarde) non cambino troppo le carte in tavola. Lo scenario peggiore, proprio negli ultimi mesi, si è effettivamente verificato: la BCE si è ritrovata obbligata ad alzare ulteriormente i tassi di interesse per contenere l’inflazione, con conseguenze rilevanti sulle tasche dei cittadini. In una situazione simile, è dunque pià che normale porsi la seguente domanda: quanto potrebbe aumentare la rata in futuro? Si tratta di una questione non di poco conto, visto che ha come diretta conseguenza la necessità di organizzarsi nell’immediato per far fronte ad un incremento futuro. Vediamo insieme cos’è accaduto di recente a proposito.

Cos’è un mutuo a tasso varabile: la definizione e le caratteristiche

Prima di capire quali possono esssere le prospettive di crescita future delle condizioni del prestito che ci ha concesso la banca è necessario comprendere quali sono le caratteristiche di un mutuo variabile e come questo strumento funziona. Si tratta in effetti di un finanziamento immobiliare in cui il tasso di interesse cambia periodicamente in base ad alcuni parametri di riferimento, come può essere esempio il tasso EURIBOR comunicato quotidianamente dall’European Money Markets Institute. Chi accetta di sottoscrivere questo tipo di mutuo deve dunque attendersi cambiamenti della cifra da pagare mensilmente nel corso del tempo, con un tasso che può dunque aumentare o diminuire nel tempo. Generalmente, sono in molti a preferirlo al momento della stipula del contratto poiché i mutui variabili di norma vantano tassi di interesse iniziali inferiori rispetto a quelli a tasso fisso. La situazione, tuttavia, può essere destinata a cambiare anche radicalmente nel corso del tempo e nulla vieta, dunque, che il tasso di interesse possa persino raddoppiare con il passare degli anni. Risulta inoltre importante ricordare che non si tratta di tassi destinati a crescere in maniera costante: potrebbe infatti accadere che i parametri di riferimento permettano ai mutui di scendere dopo una fase di aumento continuo. Ê evidente, dunque, come si tratti di una situazione di incertezza che in alcuni momenti favorisce chi ha fatto richiesta di un mutuo a tasso variabile, ma che può mettere in difficoltà molti se le condizioni economiche generali cambiano radicalmente.

Perché un mutuo a tasso variabile può cambiare? Ecco i possibili scenari

Ê evidente, alla luce di quanto detto fino a questo punto, che prima di stipulare un mutuo a tasso variabile il cliente di una banca debba essere necessariamente avvisato prima di quello che potrebbe succedere in futuro. Le brutte sorprese, in questo caso più che mai, sono sempre dietro l’angolo. Chiunque proponga l’opzione del mutuo a tasso variabile dovrebbe dunque informare il proprio assistito rispetto al fatto che le banche centrali, come anticipato in precedenza, possono dover aumentare i tassi di interesse in particolari condizioni economiche, soprattutto in quelle di crisi. Non necessariamente ci si deve ritrovare in una situazione di inflazione alta come quella che si è presentata a livello globale tra il 2022 e il 2023. Le banche centrali potrebbero aver bisogno di modificare i tassi per stimolare l’economia verso una fase di crescita. In generale, tutti i cambiamenti economici a livello macro, così come le modifiche del mercato di lavoro, possono essere degli importanti fattori scatenanti dietro alle fluttuazioni dei mutui.

Scopri quali sono le prospettive che potrebbero incidere sull'aumento dei mutui a tasso variabile andando ad incidere sulle tasche dei clienti delle banche.
Una coppia festeggia l’acquisto della prima casa.

Quanto può aumentare un mutuo a tasso variabile? La risposta è”dipende”

Fatte le dovute premesse parliamo ora di numeri. Quelli riportati di recente dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che da anni si occupa proprio di monitorare questo tipo di fluttuazioni, portano certamente a fare delle riflessioni: basti pensare che nel 2023 per chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile la rata è aumentata in media di 212,43 euro al mese rispetto al 2022, per un totale di +2.549,16 euro annui. Riferendosi ad un mutuo a tasso variabile di 115.000 euro per 25 anni, l’Osservatorio ha segnalato che la rata mensile ha subito un aumento medio del +44% rispetto al 2022 e del +64% rispetto al 2021.

La situazione, evidentemente, potrebbe essere destinata a peggiorare, ma nulla vieta che (soprattutto nel corso del 2024) ci possa essere un cambio di tendenza. L’Osservatorio, che parla di una vera e propria emergenza, ha tenuto a ricordare la possibilità di rinegoziare il mutuo, seppure non tutti possano accedere a questa possibilità (una delle condizioni, per esempio, è non essere morosi). Non tutti gli istituti di credito, inoltre, concedono ai loro clienti quest’opportunità. Da questo punto di vista sarebbe dunque importante un intervento deciso del Governo, che possa permettere ai cittadini di “respirare” un po’ di più in un periodo particolarmente complesso da un punto di vista economico: prevedere un ampliamento del fondo di solidarietà Gasperini potrebbe essere una delle soluzioni possibili.

Lo scorso 27 luglio, comunque sia, la Banca Centrale Europea ha annunciato un ulteriore aumento dei tassi di interesse, dal 4 al 4,25%, con effetto dal 2 agosto. Non esiste però una risposta univoca alla domanda su quanto potrà aumentare ancora un mutuo a tasso variabile, poiché gli scenari possono cambiare (anche in maniera consistente) in base alla rata di partenza e alla durata del finanziamento. FABI, Federazione Autonoma dei Bancari Italiani, ha però effettuato delle stime nel merito della questione, specificando che nel caso di un mutuo variabile puro ci si potrà aspettare anche un incremento del 70%. Diverso invece è il discorso per i mutui variabili con cap, dove l’aumento massimo della rata è stato fissato fin da subito e non potrà mai superare una certa soglia.

Argomenti