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Pensioni minime aumenteranno nel 2023: ecco di quanto.

Pensioni minime, quanto aumenteranno nel 2023? Ecco tutte le nuove direttive Inps e gli importi in questione

In Italia non esiste un importo predeterminato per considerare una pensione di anzianità troppo bassa, ma viene concessa una pensione d’integrazione qualora lo sfortunato pensionato non riesca tramite assegno a condurre una vita dignitosa. Questa integrazione è chiamata pensione minima. Gli importi della pensione minimo, nel corso degli anni, sono stati soggetti a modifiche e cambiamenti da parte dei vari Governi e sono state rivalutate e riviste tenendo ben a mente le necessità economiche di un anziano con pochi euro di pensione. 

I cambiamenti che sono stati attuati per le pensioni minime, fino al 2023 sono davvero tanti. Innanzitutto l’aumento pari a 600 euro per tutti i pensionati al di sopra dei 75 anni. Tra le novità anche la rivalutazione del 120% per tutti i pensionati sotto i 75 anni.  

L’aumento delle pensioni minime

Nel corso di quest’anno dunque le pensioni minime riceveranno un ricco aumento. I pensionati interessati sono tutti quelli aventi dai 75 anni in su. 

Una decisione presa con la Legge di Bilancio 2023 vigente dal 1° gennaio, un supplemento in arrivo nel cedolino di maggio, in cui saranno inclusi anche gli arretrati dei mesi scorsi. Una boccata di ossigeno con durata biennale (2023/24).

In conclusione, agli over 75 spetta un assegno di circa 600 euro e di 572,20 euro di pensione minima per tutti gli altri(nel 2022 raggiungeva i 525,38 euro).

A seguire una panoramica chiara e dettagliata di tutte le novità 2023 in quanto a pensioni minime, precisando il loro funzionamento e il loro ammontare.

Pensioni minime, cosa sono il loro funzionamento

Le pensioni minime, stando al Decreto Legge 12 settembre 1983, n. 463, sono le pensioni di importo minimo assicurate dalla Normativa. Rappresentano delle “soglie” che lo Stato ha l’obbligo di garantire ai cittadini per assicurare loro una esistenza onorevole. Il frutto dell’integrazione di quanto raccolto, a seconda dei contributi dispensati, nel corso della vita lavorativa. 

Per avere diritto a tale riconoscimento economico serve aver compiuto 67 anni di età ed aver versato quantomeno 20 anni di contributi. Non vi sono alternative. 

La pensione minima, come anticipato, rappresenta l’integrazione al trattamento minimo che viene certificata dallo Stato a quanti abbiano una pensione di importo non elevato che viene aumentato, quindi, nella misura a cui si è fatto riferimento in precedenza. Per sapere l’importo mensile che si integrerà alla pensione di anzianità è necessario fare alcuni semplicissimi calcoli. 

Se ad esempio un anziano pensionato ha un reddito annuo di 8.500€, bisognerà sottrarre il reddito massimo previsto per legge pari a 13.619,58€ meno 8.500€. Questa semplice operazione darà come risultato 5.119,58€ che è l’importo annuo che verrà dato al pensionato. Ovviamente questa cifra andrà divisa per 13 mensilità e dunque l’integrazione sarà di quasi 400€ mensili. 

Pensioni minime, aumenti e rivalutazione in arrivo

Come detto, tra le ultime previste nella Legge di Bilancio 2023, figura anche l’aumento pari a 600 euro per i pensionati over 75, una somma da aggiungere agli aumenti annui che derivano dall’adeguamento degli importi al consumo. Non è tutto, la Manovra prevede una rivalutazione straordinaria nel 2023 uguale all’1,5 % per quanti percepiscono il trattamento minimo al di là dell’età anagrafica. 

In buona sostanza, queste sono le novità previste:

  • un incremento pari a 600 euro delle pensioni minime per i pensionati over 75;
  • una rivalutazione straordinaria dei trattamenti minimi, al di là dell’età, che nel corso di quest’anno saranno rivalutati del 120%. 

Con la precisazione che dovranno confermarsi idonei i limiti di reddito, ossia per conseguire l’integrazione al minimo occorre trovarsi in determinati margini reddituali individuali, che mutano anche in base al fatto che il pensionato abbia o non abbia un legame coniugale. Con la Circolare INPS n. 35 del 03-04-2023, l’Ente chiarisce ciascun elemento e le diverse circostanze.

H2 Incremento delle pensioni minime, ecco a chi spetta

L’Inps ha comunicato dettagli aggiuntivi (Circolare n. 35 del 03-04-2023 con le direttive ufficiali dell’Istituto) sull’incremento delle pensioni uguali o al di sotto del trattamento minimo, come predisposto dall’ultima Legge di Bilancio per il contrasto dell’inflazione.

Le pensioni minime con importo pari a 600 euro spettano allora ai pensionati over 75 con un ISEE inferiore alla soglia minima indispensabile per vivere, così come decretata dalla Normativa.

Per i prossimi due anni, 2023-2024, tredicesime incluse, è ammesso alle pensioni di importo al di sotto o pari al trattamento minimo INPS un aggiuntivo supplemento pari a:

  • 1,5% per il 2023;
  • 2,7% per il 2024.

In definitiva un importo della pensione minima 2023 uguale a:

  • 570 euro nel 2023;
  • 580 euro nel 2024.

 Sono scartate da questo calcolo:

  • le performance dal punto di vista fiscale non imponibili (ad esempio, le cifre dispensate a titolo di incremento sociale, la quattordicesima, la somma aggiuntiva della pensione);
  • le performance di natura assistenziale;
  • le performance a carattere facoltativo;
  • le performance di accompagnamento a pensione.

L’aumento è messo a disposizione con la stessa cadenza di versamento della pensione (mensile, semestrale o annuale) ed è messo in evidenza sul cedolino. Coloro che ne hanno diritto dovrebbero percepire tale supplemento già a partire dal cedolino di maggio, assieme alle mensilità in arretrato dell’anno in corso.