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Eredità digitale: come gestire password, criptovalute e contenuti online

Documenti, ricordi e beni materiali: un tempo il concetto di eredità era legato soprattutto a ciò che si poteva toccare

Particolarmente da quando abbiamo iniziato ad utilizzare i social in modo massiccio, condividendo tantissimi momenti della nostra vita, abbiamo creato (pur inconsapevolmente) quella che in linguaggio tecnico si chiama eredità digitale. Stiamo parlando dei beni, delle informazioni, ma anche dei diritti che un individuo possiede al momento del caricamento di dati nel mondo online. Vi siete mai chiesti cosa succederà quando non ci saremo più? Avendo questi asset un valore economico (e non solo affettivo), ci sarà qualcuno che ne dovrà in qualche modo prendere cura, al pari di case, conti bancari o altri oggetti di valore. Vediamo tutto quello che c’è da sapere a riguardo.


Cos’è l’eredità digitale e cosa comprende

Un paio di occhiali
Password, dati sensibili e risorse digitali richiedono strumenti sicuri e pianificazione per essere gestiti dopo di noi

Oggi l’eredità digitale comprende tutto ciò che abbiamo lasciato online e al di fuori del mondo fisico: questo tipo di proprietà può includere un po’ di tutto. Tra le sue componenti vale la pena citare anche profili social (es. Facebook, Instagram, Twitter), account email (es. Gmail, Outlook), contenuti multimediali (foto, video, documenti caricati su servizi cloud come Google Drive o iCloud), abbonamenti a piattaforme streaming (es. Netflix, Spotify), conti bancari online, wallet di criptovalute (es. Bitcoin, Ethereum), domini web, blog personali, e persino dati generati da dispositivi smart (es. smartwatch o assistenti virtuali).


I rischi legati alla mancata pianificazione

Senza una pianificazione adeguata, l’eredità digitale può creare numerosi problemi. I dati personali, come foto o messaggi, potrebbero andare persi per sempre se nessuno ha accesso agli account. I profili social non gestiti possono diventare bersaglio di hacker o essere utilizzati in modo improprio, causando danni emotivi o finanziari ai familiari. Inoltre, beni digitali di valore, come criptovalute o conti online, potrebbero rimanere inaccessibili senza le credenziali corrette, portando a perdite economiche significative. La mancanza di istruzioni chiare può anche generare conflitti tra eredi o violazioni della privacy, soprattutto se i dati sensibili finiscono nelle mani sbagliate.


Come organizzare l’eredità digitale in 5 step

Proprio in funzione del fatto che tutto quello che carichiamo poi online è quasi sempre – in qualche modo – recuperabile, non c’è da preoccuparsi rispetto alla propria eredità digitale, a patto che vengano rispettati alcuni principi di base che vi esponiamo qui di seguito.


Mappare i propri asset digitali

Può risultare molto utile fare un elenco completo di tutti i nostri account e risorse digitali: social media, email, servizi cloud, abbonamenti, wallet di criptovalute, domini web e altro. Si consiglia di indicare il loro scopo (personale, lavorativo, finanziario) e il loro valore (economico o affettivo). Meglio usare per questo scopo un foglio di calcolo Excel o Google Sheet o un’app di gestione patrimoniale per tenere tutto organizzato. Alcune di queste risorse, tra l’altro, sono gratuite e facili da usare.


Creare un archivio sicuro di accessi

Un’altra strategia che vale la pena di applicare è la registrazione delle credenziali di accesso (username e password) in un gestore di password sicuro, come LastPass o 1Password. In alternativa, si possono anche annotare in un documento crittografato o su un supporto fisico (es. una chiavetta USB) custodito in un luogo sicuro, come una cassaforte. Meglio assicurarsi che solo persone fidate possano accedervi.


Nominare un esecutore digitale

Per proteggere la nostra identità digitale, consigliamo anche di selezionare una persona di fiducia (un familiare, un amico o un professionista) che si occuperà di gestire i propri asset digitali dopo la nostra dipartita. Comunichiamo chiaramente le nostre volontà e forniamo le istruzioni per accedere all’archivio delle credenziali. Alcuni servizi, come Google o Facebook, permettono di nominare un “contatto erede” direttamente nelle impostazioni dell’account.


Redigere disposizioni legali

Includiamo l’eredità digitale nel nostro testamento o in un documento legale di pari valore, specificando come desideriamo che ogni asset venga gestito (es. chiusura di account, trasferimento di fondi, conservazione di foto). Consultiamo sempre un notaio o un avvocato esperto in diritto digitale per garantire che le tue volontà siano legalmente vincolanti.


Aggiornare periodicamente

Le password e gli account cambiano spesso, quindi cerchiamo di riveder regolarmente il nostro elenco di asset digitali e aggiorniamo le relative istruzioni. Conviene pianificare una revisione almeno una volta all’anno o dopo eventi significativi, come la creazione di nuovi account o l’acquisto di criptovalute.

Criptovalute e successione: come comportarsi

Non è semplice gestire risorse come Bitcoin o Ethereum, e il motivo è legato al fatto che hanno una natura decentralizzata e dal fatto che, per avervi accesso, sono necessarie delle chiavi private.

Per garantire che i propri eredi possano accedervi:

  • Registriamo le chiavi private e seed phrase: conserviamole in un luogo sicuro, come un gestore di password o un supporto fisico custodito in cassaforte. Non condividiamole mai, per nessun motivo, online;
  • Istruiamo in modo puntuale l’esecutore digitale: spieghiamo per filo e per segno come accedere ai wallet (software o hardware) e come trasferire le criptovalute;
  • Consultiamo un esperto: rivolgiamoci a un avvocato o a un consulente specializzato in criptovalute per includerle nel testamento, perché così minimizzeremo il rischio di eventuali conflitti legali o fiscali.


Eredità digitale e privacy: cosa dice la legge

L’attuale quadro normativo al quale è necessario fare riferimento è il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) e il Codice in materia di protezione dei dati personali. Tuttavia, non esiste una normativa specifica che disciplini in modo chiaro l’eredità digitale.

Per quanto riguarda l’eredità, il Codice Civile italiano (in particolare gli Articoli 587 e seguenti) disciplina la successione dei beni, inclusi quelli digitali, purché siano chiaramente specificati nel testamento. Tuttavia, l’accesso a determinati asset digitali, come account social o email, può essere limitato dalle politiche delle piattaforme (es. Facebook o Google), che spesso richiedono autorizzazioni specifiche o la nomina di un “contatto erede”. Inoltre, la privacy dei dati sensibili può entrare in conflitto con il diritto degli eredi di accedere a tali informazioni, creando zone grigie legali.

Per questo motivo, è consigliabile includere disposizioni precise nel testamento, specificando come gestire gli asset digitali e rispettando le normative sulla privacy.


Soluzioni semplici per utenti non esperti

Loghi di diversi social media
Profili online e contenuti sui social network fanno oggi parte del patrimonio da proteggere e trasmettere

Per nostra fortuna, per proteggere la nostra eredità digitale in modo efficace non è necessario essere particolarmente esperti della materia, tutt’altro. Anche i neofiti possono prendere precauzioni in modo efficace senza sforzi eccessivi. Ecco qualche dritta in questo senso:

  • Usiamo le impostazioni delle piattaforme: servizi come Google (“Gestione account inattivo”) o Facebook (si veda la sopracitata funzione “Contatto erede”) permettono di pianificare cosa accadrà ai nostri account dopo la morte;
  • Affidiamoci a un gestore di password: app come LastPass o Dashlane semplificano la gestione delle credenziali e possono essere condivise con l’esecutore digitale;
  • Scriviamo una lettera di istruzioni: anche senza testamento formale, possiamo lasciare un documento cartaceo con indicazioni chiare su come gestire i nostri account;
  • Chiediamo supporto a un professionista: un consulente informatico o un avvocato può aiutarci a creare un piano semplice e sicuro. Iniziamo in forma graduale, come elencare i nostri account principali, e procediamo piano piano verso una pianificazione più completa.

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