
Vi sarà sicuramente capitato almeno una volta nella vita di aver provato a completare un pagamento online oppure in un negozio fisico e avere ricevuto un messaggio di errore che vi diceva che il pagamento non era andato a buon fine. In questi casi potrebbe essersi presentato lo scenario del rimborso tecnico bancario. Ma sapete che cos’è esattamente e quali sono le sue conseguenze? Proviamo a spiegarli noi di Affari e Finanza qui di seguito.
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Cos’è un rimborso tecnico

Un rimborso tecnico è il processo attraverso cui una banca o un circuito di pagamento (come Visa o Mastercard) restituisce al titolare di una carta i fondi bloccati per una transazione non completata o annullata. Questo accade quando l’importo di un acquisto viene autorizzato, ma l’operazione non si conclude, ad esempio a causa di un errore tecnico, un annullamento da parte del commerciante o un pagamento non andato a buon fine. I fondi, invero, non “scompaiono”, ma vengono temporaneamente trattenuti e poi riaccreditati sul conto o sulla carta.
Differenza tra autorizzazione e addebito effettivo
Per comprendere il rimborso tecnico, è fondamentale distinguere tra autorizzazione e addebito effettivo. Quando si effettua un pagamento con carta, il circuito (Visa, Mastercard, ecc.) autorizza l’importo, bloccandolo sul conto o sulla carta senza trasferirlo immediatamente al destinatario. Questo blocco, visibile come “movimento in sospeso” nell’app bancaria, garantisce che i fondi siano disponibili per il commerciante. Solo quando la transazione è confermata, l’importo viene effettivamente addebitato. Se la transazione fallisce o viene annullata, l’autorizzazione scade o viene stornata, e i fondi tornano disponibili tramite il rimborso tecnico. Questo processo è gestito automaticamente dai sistemi bancari, ma i tempi possono variare.
I casi più frequenti: POS, e-commerce, bancomat
I rimborsi tecnici si verificano in diverse situazioni comuni. Al POS, un pagamento può essere rifiutato per mancanza di fondi, errore del terminale o problemi di connessione, ma l’importo appare temporaneamente bloccato. Negli e-commerce, i rimborsi tecnici sono frequenti quando un ordine viene annullato prima della spedizione o quando il pagamento non viene confermato, ad esempio per un problema con il 3D Secure. Ai bancomat, un prelievo non andato a buon fine (per mancanza di contanti nello sportello o errore tecnico) può generare un’autorizzazione senza addebito, con i fondi bloccati fino al riaccredito.
Quanto tempo ci vuole per il rimborso
I tempi di un rimborso tecnico dipendono dal tipo di carta, dal circuito di pagamento e dalla velocità del commerciante nel comunicare l’annullamento. In generale, il processo è più rapido per le transazioni digitali, ma può richiedere giorni o settimane in casi complessi. Analizziamo questa delicata questione più nel dettaglio.
Tempi per carta di credito, debito, prepagata
- Carta di credito: i rimborsi tecnici su carte di credito (Visa, Mastercard, American Express) richiedono in media 7-15 giorni lavorativi. Questo perché l’autorizzazione deve essere stornata dal circuito internazionale, e la banca deve aggiornare il saldo. In alcuni casi, il rimborso appare nell’estratto conto del mese successivo;
- Carta di debito: per carte di debito (come Bancomat o Maestro), i tempi sono più brevi, solitamente 3-7 giorni lavorativi, poiché l’addebito è collegato direttamente al conto corrente. Tuttavia, se la transazione coinvolge un circuito internazionale, i tempi possono allungarsi;
- Carta prepagata: le prepagate, come PostePay o N26 (ve ne abbiamo parlato qui), seguono tempistiche simili alle carte di debito (3-10 giorni), ma il riaccredito può essere più rapido se la transazione è gestita localmente. Secondo un’analisi di Altroconsumo del 2025, il 70% dei rimborsi su prepagate avviene entro 5 giorni.
Quando contattare la banca?
Se il rimborso tecnico non avviene entro i tempi previsti, è assolutamente consigliabile contattare la banca o l’emittente della carta, onde evitare situazioni spiacevoli. In genere, si suggerisce di attendere almeno 15 giorni lavorativi per le carte di credito e 10 giorni per debito o prepagate prima di segnalare il problema. È utile avere a disposizione il codice della transazione (visibile, per chi se lo stesse chiedendo, nell’app bancaria o nell’estratto conto) e, se possibile, una comunicazione del commerciante che confermi l’annullamento. Per transazioni e-commerce, contattare prima il venditore per verificare che l’annullamento sia stato comunicato al circuito di pagamento.
Come verificare lo stato del rimborso?
Monitorare un rimborso tecnico è più semplice grazie alle tecnologie digitali, ma richiede attenzione ai dettagli e familiarità con i sistemi bancari. Analizziamo la questione.
App bancarie e notifiche
La maggior parte delle banche italiane (Intesa Sanpaolo, UniCredit, BPER, ecc.) offre app bancarie che mostrano i movimenti in sospeso e i rimborsi tecnici. Ad esempio, un’autorizzazione appare come “prenotazione” o “blocco temporaneo” con l’indicazione dell’importo e del commerciante. Una volta completato il rimborso, l’importo scompare dai movimenti in sospeso e il saldo disponibile si aggiorna. Alcune banche, come Revolut o N26, inviano notifiche push in tempo reale quando un rimborso è confermato. È consigliabile controllare regolarmente l’app, soprattutto per transazioni e-commerce, dove i rimborsi possono essere ritardati da problemi di comunicazione tra venditore e circuito.
Codici causale da conoscere
Per identificare un rimborso tecnico, è utile conoscere i codici causale riportati negli estratti conto o nelle notifiche. I più comuni includono:
- AUTH: Autorizzazione temporanea, indica un importo bloccato ma non ancora addebitato;
- REV: Reversale, segnala lo storno di un’autorizzazione (rimborso tecnico completato);
- REF: Refund, usato per rimborsi richiesti dal commerciante, spesso per ordini annullati. Questi codici variano leggermente tra banche e circuiti, quindi è bene consultare il supporto clienti in caso di dubbi.

FAQ
Posso fare reclamo per un rimborso tecnico?
Sì, è possibile presentare un reclamo se il rimborso tecnico non viene accreditato entro i tempi previsti (generalmente 15-30 giorni, a seconda della carta). Vale la pena contattare in un primo momento la banca con i dettagli della transazione (data, importo, codice autorizzazione) e, se necessario, il commerciante per ottenere una conferma scritta dell’annullamento. Se il problema persiste, ci si può rivolgere all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), un organismo indipendente che risolve controversie tra clienti e banche al quale si può presentare ricorso (qui i dettagli).
Cosa succede se i soldi non tornano?
Purtroppo, potrebbe anche accadere che i fondi non vengano riaccreditati: in questo caso il problema potrebbe derivare da un errore del commerciante, del circuito di pagamento o della banca. Dopo aver contattato il venditore e la banca senza successo, si può avviare una procedura di chargeback (cioè una contestazione) tramite il circuito della carta. Per fortuna, questi casi sono rarissimi.