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Diventare avvocato in Spagna: passi chiave per il successo

Un uomo che legge dei documenti

Sono in molti, forse anche alla luce dei numerosi legal drama in circolazione, a sognare di poter un giorno diventare avvocato. Il percorso di Giurisprudenza, quinquennale in Italia, apre in realtà anche diverse altre opportunità di lavoro (come ad esempio quella di notaio) ma non c’è dubbio che la figura dell’avvocato presenti un fascino particolare.

Ad ogni modo prima di iniziare ad imbarcarsi in questa avventura è necessario essere consapevoli che si tratterà di un percorso lungo e per molti versi accidentato. Diventare avvocato non è infatti semplice: dopo diversi anni di studio è necessario svolgere una pratica forense presso uno studio e successivamente passare un esame di Stato diviso in due parti, ovvero una prova scritta e una prova orale.

Ad ogni modo, un numero crescente di aspiranti avvocati sta iniziando a prendere in considerazione la cosiddetta “via spagnola” alla professione forense: vediamo dunque insieme in che cosa consiste e quali sono gli step da seguire.

La via spagnola senza esame di Stato

La cosiddetta via spagnola può essere un'ottima opzione per chi vuole diventare avvocato in maniera più rapida: ecco come funziona.
Un team di avvocati

Ecco dunque il primo scenario, quello più comune: cosa accade se si vuole intraprendere la via spagnola ma non si è ancora superato l’esame di Stato in Italia?

Si tratta di un’opzione piuttosto lunga ma comunque tendenzialmente più accessibile rispetto al processo italiano, un ostacolo che in tanti ancora oggi non riescono a superare. Risulta importante ricordare, per completezza di informazione, che fino all’anno 2011 è stato possibile diventareabogado” in Spagna ottenendo così l’abilitazione semplicemente laureandosi in Giurisprudenza oppure, se in possesso di un titolo concesso da un’università italiana, farsi convalidare la laurea in terra iberica. In sintesi, a lungo non è stato nemmeno necessario sostenere un esame abilitativo.

La situazione è però cambiata con la Ley 34/2006 (entrata in vigore il 30 ottobre 2011): nella normativa spagnola si è così deciso di introdurre la cosiddetta Prueba de Estado de Acceso a la Abogacía che stando all’articolo 17, co. 3 del Real Decreto 775/2011 consiste in sostanza in una prova scritta oggettiva dal contenuto teorico-pratico con quesiti ad opzione multipla.

Attenzione dunque: per avere accesso a questa prova sarà necessario ottenere il Grado en Derecho, frequentando un’università spagnola integrando alcuni esami, passandone alcuni di nuovi e, nei fatti, ottenendo una sorta di seconda laurea. Dopodiché sarà fondamentale frequentare il Máster Universitario de Acceso a la Abogacía, composto da un totale di 90 crediti di cui 60 teorici e 30 legati ad una práctica externa dalla durata di circa 4 mesi da effettuare in uno studio legale spagnolo. Alla fine di tale Master verrà assegnato al candidato un voto che va da 0 a 10 e l’accesso alla Prueba sarà garantito con un punteggio minimo di 5/10.

La prueba

Arriviamo a questo punto all’esame che i candidati italiani dovranno sostenere per diventare abogados in Spagna. La “prueba” è un questionario a risposta multipla con un totale di 75 domande. 50 dei quesiti presenti nell’esame sono legati alla professione di abogado, mentre gli altri 25 appartengono ad una materia che il candidato può scegliere tra diritto civile e commerciale, diritto penale, diritto amministrativo o diritto del lavoro. Ad ogni risposta corretta il candidato otterrà un punto, mentre per ogni risposta sbagliata il punteggio sarà ridotto di 0,33 punti. Il tempo a disposizione per completare il test è di 4 ore.

Il candidato risulterà “apto” o “no apto” in base alla media ponderata tra il test (che vale per un 70%) e il Master (30%)

Le informazioni pratiche

Alcuni aspiranti avvocati italiani si affidano alla cosiddetta via spagnola per praticare la professione: ecco come funziona.
La firma di un documento

Il percorso complessivamente può durare fino a due anni al massimo ed è dunque, in generale, molto più rapido di quello italiano (nel nostro Paese, com’è noto, il numero dei bocciati è particolarmente alto). Alla fine del percorso, una volta passata la prova, il candidato sarà abogado e dovrà/potrà iscriversi nel registro ufficiale degli abogados di Madrid.

È importante ricordare che tutto il processo, tra spostamenti all’estero, omologazione del titolo, tutoraggio etc può venire a costare ad un aspirante avvocato cifre comprese tra i 5.000 e i 9.000 euro. Inoltre, è fondamentale sapere che il percorso di per sé non garantisce di poter lavorare come avvocato in Italia, ma solo in Spagna: chi è diventato abogado in terra iberica dovrà infatti necessariamente passare per il riconoscimento del titolo. Per richiederlo il candidato dovrà affidarsi al Consiglio Nazionale Forense solo dopo aver superato un esame pratico che coinvolge un esame orale su cinque distinti argomenti selezionati da una commissione speciale all’interno dello stesso Consiglio Nazionale Forense (ad esempio: legge civile, legge commerciale, legge amministrativa, legge processuale civile, e codice etico professionale). D’altro canto, per evitare questa valutazione, il soggetto in questione dovrà per forza di cose aspettare tre anni, durante i quali sarà obbligato a esercitare la professione forense in Italia, in modo regolare ed effettivo, sotto la supervisione di un avvocato italiano che, in un certo senso, assumerà la responsabilità legale firmando ogni atto legale al posto suo.

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