
Quando si inizia a lavorare come dipendenti per un’azienda e si riceve la prima busta paga, a meno che non si conosca bene l’argomento, può essere difficile leggere le informazioni presenti, comprese le ferie che sono state maturate. Ecco una breve guida per capire come leggere le ferie in busta paga e per comprendere quanti giorni ci possiamo concedere lontani dall’ufficio.
Approfondimenti
All’interno di ogni contratto di lavoro da dipendente che si rispetti sono indicate, tra le altre cose, anche le ferie, cioè i giorni off che è possibile ritagliarsi per sé al di fuori del posto di lavoro. Le ferie si maturano con il passare del tempo e il loro calcolo è indicato in maniera precisa all’interno della busta paga che il datore di lavoro rilascia ai suoi collaboratori a fine mese. Il linguaggio utilizzato al suo interno è però molto tecnico, per cui non tutti sono in grado di interpretarlo in modo corretto. Si veda dunque qui di seguito come leggere la busta paga e in modo particolare la sezione relativa alle ore/giorni di ferie che sono stati maturati.
Indice contenuto
Com’è strutturata la busta paga
Conoscere la struttura di base di una busta paga è importante non soltanto per individuare quante ferie si hanno a disposizione, ma anche per comprendere molte altre voci altrettanto importanti. Gli elementi principali sono i seguenti:
- Dati anagrafici del lavoratore e del datore di lavoro: include il nome del dipendente, il codice fiscale, la mansione svolta e l’inquadramento contrattuale;
- Voci retributive: comprende la retribuzione base, eventuali indennità e bonus;
- Contributi e trattenute: indica le detrazioni fiscali e previdenziali;
- Ferie e permessi: qui vengono riportati i giorni di ferie maturati, goduti e residui.
Come funzionano le ferie

Partiamo da un principio generale, applicabile nella maggior parte dei casi: un dipendente nel nostro Paese matura ogni mese di lavoro 1/12 dei giorni di ferie annuali. Ricordiamo però che in alcuni casi lo scenario può cambiare in base alla tipologia di contratto di lavoro stipulato.
Il giorno di ferie viene accumulato a partire dal giorno dell’assunzione, a condizione che il dipendente abbia lavorato un minimo di 15 giorni per l’azienda. Il rateo di ferie non viene maturato, di conseguenza, se il dipendente è stato assunto il giorno 19, per esempio.
Come già anticipato, tuttavia, esistono delle eccezioni: alcuni CCNL (cioè i Contratti collettivi nazionali del lavoro) possono garantire delle condizioni più vantaggiose: per esempio, le ferie potrebbero variare in base alle giornate o alle ore lavorate, e non alle frazioni di mese.
Leggere le ferie in busta paga: una guida
Fatte le dovute premesse, vediamo a questo punto in che modo si devono leggere le ferie in busta paga. Il primo step consiste nel verificare se le ferie in busta paga sono indicate in giorni o a ore. A volte si può dunque trovare la sigla O (ore) oppure G (giorni).
Esistono poi degli altri elementi in busta paga che vanno analizzati con attenzione. Nello specifico:
- Le “ferie anno precedente” si riferiscono alle ferie non utilizzate entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello in corso. Ad esempio, in una busta paga di agosto 2025, questa voce indica le ferie rimanenti al 31 dicembre 2024;
- Le ferie maturate rappresentano i giorni o le ore di riposo accumulati dal lavoratore nell’anno corrente. Ad esempio, nel cedolino di agosto 2025, mostrano le ferie maturate da gennaio a agosto 2025.
- Le ferie godute corrispondono ai giorni o alle ore di ferie effettivamente utilizzati dal dipendente nel mese di riferimento della busta paga.
- Le ferie residue indicano il saldo di ferie ancora disponibili per il lavoratore, espresso in giorni o ore. Ciò significa che il lavoratore avrà la possibilità, in un futuro prossimo, di assentarsi dal lavoro per godersi un po’ di meritato riposo.
Cosa sono le ferie in negativo?
Attenzione perché potrebbe presentarsi anche un altro scenario, quello in cui nella sezione “ferie residue” appaia un valore negativo, indicato con il segno meno: questo accade nel momento in cui il numero di ferie utilizzate dovesse superare quello effettivamente disponibile. Questo significa che il lavoratore ha maturato un saldo ferie negativo, noto come “ferie in negativo“. Tale debito verrà compensato nei mesi successivi, man mano che il dipendente accumulerà nuove ferie sufficienti a riportare il saldo a zero.
Ferie sostituibili con un indennizzo?

Un ultimo aspetto che qualunque lavoratore deve ricordare è che il Decreto Legislativo n.66 del 2003 parla molto chiaro rispetto all’importanza del diritto al riposo e alla tutela della salute dei lavoratori, garantendo che abbiano periodi di stacco dal lavoro sufficientemente lunghi per recuperare le energie ed evitare infortuni.
Questo è il motivo per cui le ferie obbligatorie, ovvero le quattro settimane minime previste per legge, non possono essere convertite in denaro. In altre parole, non è possibile pagare ai dipendenti le ferie non utilizzate, nemmeno attraverso un indennizzo/ compenso in busta paga.