Per chi circola sulle strade con una certa regolarità, può succedere di ritrovarsi in una situazione piuttosto antipatica, ovvero il classico sinistro stradale. I tamponamenti sono all’ordine del giorno e sono legati a dei momenti di distrazione da parte dei conducenti, oppure del mancato rispetto delle regole. In una situazione normale e sana, una o l’altra parte accetta la propria colpevolezza e in pochi minuti si arriva ad un accordo con la constatazione amichevole. Purtroppo però sempre più spesso capita che delle persone senza scrupoli cerchino di raggirare soggetti poco esperti con quella che alcuni hanno iniziato a chiamare la truffa dei tamponamenti. Scopriamo insieme di cosa si tratta, come riconoscerla e in che modo difendersi.
Approfondimenti
Indice contenuto
Cos’è la truffa dei tamponamenti
Partiamo dal presupposto che un falso incidente stradale, come quello di cui stiamo parlando in questo caso, è un reato a tutti gli effetti. Si tratta, nello specifico, di una violazione del codice penale che all’articolo 642 riporta quanto segue:
“Chiunque, al fine di conseguire per sé o per altri l’indennizzo di un’assicurazione o comunque un vantaggio derivante da un contratto di assicurazione, distrugge, disperde, deteriora od occulta cose di sua proprietà, falsifica o altera una polizza o la documentazione richiesta per la stipulazione di un contratto di assicurazione, è punito con la reclusione da uno a cinque anni. Alla stessa pena soggiace chi al fine predetto cagiona a sé stesso una lesione personale o aggrava le conseguenze della lesione personale prodotta da un infortunio o denuncia un sinistro non accaduto ovvero distrugge, falsifica, altera o precostituisce elementi di prova o documentazione relativi al sinistro. Se il colpevole consegue l’intento la pena è aumentata. Si procede a querela di parte”.
Per semplificare, rappresentano delle truffe la segnalazione di un incidente inesistente o l’esagerazione delle conseguenze di un incidente reale; il danneggiamento intenzionale dei beni che sono stati assicurati; l’auto-inflizione fraudolenta di lesioni; la manipolazione o contraffazione della polizza assicurativa; infine, la falsificazione o modifica dei documenti relativi al sinistro.
La truffa del tamponamento nel caso specifico avviene quando un malvivente causa intenzionalmente un piccolo urto alla carrozzeria di un’altra auto durante una manovra e cerca di convincere il malcapitato di turno a pagare nell’immediato un risarcimento in contanti.
Altre truffe simili
Quella del finto tamponamento non è nemmeno l’unica tattica che persone poco raccomandabili sono in grado di mettere in campo per provare a rubare soldi a persone poco esperte. Molto spesso può capitare che questi malviventi lancino oggetti contro l’auto della vittima in movimento, accusandola poi di avere rotto il loro specchietto retrovisore e chiedendo un risarcimento immediato. Non è inoltre raro che queste persone fingano di essere state investite da chi è bordo di un’auto e minaccino di contattare le forze dell’ordine se non ricevono contanti nell’immediato.
Secondo i dati di assicurazione.it, ad ogni modo, il finto tamponamento è il reato che più spesso viene commesso ed è una frode che prende di mira soprattutto le donne. Si tratta, tra l’altro, di una problematica nella quale ci si può tranquillamente imbattere anche quando si è all’estero: i turisti possono trasformarsi nell’obiettivo inconsapevole di criminali disposti a tutto per battere cassa, consapevoli che per questi soggetti a complicare la situazione ci si mette anche la barriera linguistica.
Come riconoscere la truffa
Prima di farsi prendere dal panico, è necessario cercare di ragionare in maniera lucida e capire se il proprio comportamento al volante può effettivamente essere stato potenziale motivo di una simile contestazione.
Il principale campanello d’allarme è rappresentato proprio dalla richiesta immediata (a mo’ di intimidazione) di denaro contante per risolvere la controversia. Di norma si tratta di importi piuttosto contenuti: secondo un’indagine condotta da Facile.it il 29% dei truffati ha versato 50 euro, mentre il 31% ha contribuito con una somma compresa tra 50 e 100 euro. Solo l’8% ha subito una perdita superiore ai 300 euro. Inoltre, un malcapitato su sei ha scelto di pagare, preso dall’ansia del momento.
Sarebbe meglio, tra l’altro, fare informazione presso i propri cari e/o membri della propria famiglia rispetto a queste richieste, affinchè tutti siano consapevoli dei rischi che oggi si possono correre quando si circola in auto per strada.
Come difendersi
La soluzione ottimale, anche se non per tutti, sarebbe l’installazione di una o più telecamere sull’automobile: in questo modo si avrebbero le prove della propria innocenza. In assenza di questa risorsa, la prima cosa da fare in questi casi è prendere tempo e chiedere all’altro soggetto di poter telefonare alla propria assicurazione. In caso di dubbio o di particolare insistenza è consigliabile chiamare sul posto del forze dell’ordine, che effettueranno tutte le valutazioni del caso.
Qualsiasi sia lo scenario, in ogni caso, è come già anticipato fondamentale non consegnare contanti a chi ne faccia richiesta senza che prima stato effettuato un adeguato controllo da parte di chi di dovere.