La compilazione registro carico scarico rifiuti è necessaria per capire quanto pagare per le tasse sulla spazzatura riferite agli scarti di lavorazione delle aziende. In più, la compilazione serve anche a capire come trovare fonti sostenibili per ridurre i rifiuti e ottenere magari un risparmio sulla bolletta energetica anche dagli scarti. Purtroppo la compilazione del registro carico e scarico rifiuti può essere inviato con degli errori e in questi casi è molto difficile tornare indietro. Per evitarlo, ecco una guida pratica con i 6 passaggi da seguire per una compilazione corretta e senza sbagli!
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Quando è obbligatorio il registro di carico e scarico
La compilazione del registro di carico e scarico è una procedura che serve a capire quali rifiuti si stanno buttando, in quali quantità, chi e come li gestisce, così si ottiene un tracciamento valido anche per il corretto smaltimento. La normativa di riferimento è il Decreto Ministeriale 148/1998, che presenta anche i due modelli da compilare.
Il primo è il modello A che serve a indicare come i rifiuti vengono prodotti, recuperati, smaltiti, portati in discarica o nei centri di smaltimento, se c’è una seconda azienda che si occupa di gestire i rifiuti per la società che li ha prodotti e se ci sono dei soggetti che si occupano di commercializzare i rifiuti. Il secondo documento è il modello B, che serve per le attività che gestiscono i rifiuti per itnermediazione o commercio, ma non li hanno in custodia.
Nel registro si devono inserire i movimenti di carico, ovvero di produzione del rifiuto, e quelli discarico, cioè quando il tutto viene portato via da una società che si occupa di trasporto, recupero o smaltimento. Per essere valido, il registro deve avere:
- Numero;
- Vidimazione – cioè la marcatura – della Camera di Commercio della provincia dove si trova la sede dell’azienda. Se la tua attività produce in un luogo, ma ha sede fiscale in un altro, allora la provincia di riferimento sarà quella dove si trova la tua sede di produzione;
- Compilazione digitale con successiva stampa su carta.
Il registro compilato si conserva in base al DPR 445/2000, mentre la Delibera CNIPA 11/2004 spiega come organizzarsi con il formato digitale, ovvero come conservare le copie scansionate e i file del registro. La registrazione deve essere pronta in azienda entro 10 giorni lavorativi dalla produzione e dalla data di avvio di smaltimento, cioè da quando viene ritirata. Il registro cartaceo è di 100 pagine in 5 colonne e deve essere riferita a un CER e a un formulario per essere valido.
Come compilare il registro di carico scarico rifiuti, guida pratica
Per evitare di commettere errori dopo la vidimazione da parte della Camera di Commercio, ecco quali sono i 6 passaggi da seguire per compilare correttamente il registro.
- I dati aziendali. In questa parte si indicano la sede legale della ditta, il codice fiscale dell’attività, la partita Iva e dove si trova il centro produttivo con il suo indirizzo. Poi scegli la casella per l’attività svolta e compili il campo sul tipo di attività (solo se la tua azienda si occupa di smaltimento o recupero di rifiuti). Passa così alla parte della registrazione, dove inserisci numero e data dell’ultima registrazione e concludi con le caratteristiche del rifiuto. Per aiutarti, ci sono 4 classi di pericolosità, ma ricordati che questa parte non va compilata: fa solo da guida.
- La prima colonna. Barra la casella per indicare se la registrazione riguarda un carico o uno scarico. indica la data di produzione di rifiuti o della presa in carico dove trovi “del:” e inserisci il numero progressivo. Questo dipende dalle registrazioni, ma si riparte da 1 ogni inizio anno. Riporta in seguito il numero del formulario solo in caso di scarico (lo trovi in alto sulla pagina) e la data di emissione del formulario. Troverai anche Rif. operazioni di carico che si compila solo in caso di movimento di scarico, perché indica quando è stato prodotto il rifiuto e può essere un aiuto per la tracciabilità se il carico viene preso in consegna in più fasi.
- La seconda colonna. Questa sezione indica di quale rifiuto si parla. Il codice a 6 cifre richiesto dipende dall’Elenco dei Rifiuti dell’Unione Europea: scegli quello corretto in base al rifiuto. La descrizione si riferisce al codice CER. Indica poi lo stato fisico del rifiuto e la classe di pericolosità. Infine, scegli la casella per indicare come verrà smaltito o recuperato il rifiuto.
- La terza colonna. Indica semplicemente quante tonnellate di rifiuti stai spostando in litri, chili o metri cubi.
- La quarta colonna. Non devi compilare questa colonna se la tua attività non si occupa di infrastrutture, oppure non è intermediaria o commerciante per la gestione dei rifiuti. Se la tua azienda si occupa di manutenzione delle infrastrutture, devi seguire quanto indicato dall’art. 230 della norma 152/2006.
- La quinta colonna. Questa parte serve per eventuali correzioni. La normativa di riferimento è sempre il Decreto Legislativo 152/2006, ma l’articolo è il 190 comma 2. Questa sezione serve per fornire dati più precisi, come la quantità esatta di rifiuti trasportati – magari stimata in una prima fase – oppure la quantità respinta se l’intermediario non ha potuto smaltire tutti i rifiuti (e in questo caso perché).
Come correggere un formulario rifiuti e chi controlla
La Camera di Commercio della provincia che passa alla vidimatura è tenuta a controllare la correttezza dei documenti presentati. Ora non dovrai più temere degli errori dopo la vidimazione, perché ti basta seguire i passaggi che ti abbiamo indicato qui per evitarli!