
Qualunque contribuente, una volta all’anno, è chiamato dallo Stato italiano a inviare la propria dichiarazione dei redditi per poter essere poi tassato e contribuire al benessere collettivo. Il 730 è un momento molto importante, e un appuntamento al quale non si può in alcun modo mancare, senza contare il fatto che la compilazione deve essere effettuata in modo preciso e puntuale, senza errori o ritardo.
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In alcuni casi, l’Agenzia delle Entrate potrebbe decidere di effettuare un controllo formale sul 730. Vediamo ora insieme di che cosa si tratta.
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Cosa significa controllo formale sul 730

Nel momento in cui dovessero emergere delle eventuali irregolarità nel 730, l’AdE si attiva un controllo formale, richiedendo al contribuente una serie di dati e informazioni necessari a regolarizzare la sua posizione da un punto di vista fiscale, e per far sì che quest’ultimo non debba pagare delle multe.
Quando scatta e perché
Il controllo automatico viene effettuato ai sensi degli articoli 36-bis del Dpr n. 600/1973 per le imposte sui redditi e 54-bis del Dpr n. 633/1972 per l’Iva. Le comunicazioni di irregolarità, inviate a seguito di tale verifica, segnalano eventuali discrepanze e offrono al contribuente la possibilità di versare le somme richieste con una sanzione ridotta o di chiarire all’Agenzia le motivazioni per cui considera non dovuti gli importi contestati. Il controllo automatico scatta quando si rende necessarioi:
- rettificare errori materiali o di calcolo commessi dai contribuenti nella determinazione degli importi imponibili, delle imposte, dei contributi e dei premi;
- correggere errori materiali relativi al riporto delle eccedenze di imposte, contributi o premi derivanti da dichiarazioni precedenti;
- ridurre le detrazioni d’imposta o le deduzioni dal reddito dichiarate in misura superiore a quanto previsto dalla normativa o non spettanti in base ai dati delle dichiarazioni;
- ridurre i crediti d’imposta indicati in eccesso rispetto a quanto stabilito dalla legge o non spettanti sulla base delle informazioni dichiarate;
- verificare la conformità della dichiarazione e la puntualità dei versamenti di imposte, contributi e premi dovuti a titolo di acconto, saldo e delle ritenute operate in qualità di sostituto d’imposta.
Differenza con controlli automatizzati
In alcuni casi può anche scattare un controllo automatizzato del 730, che a differenza di quello precedente è meno approfondito e non richiede al contribuente la presentazione di documenti.
Cosa fare, passo passo
Se il contribuente ritiene validi gli esiti del controllo, può sanare la propria posizione versando, entro i termini stabiliti, una sanzione ridotta, insieme all’imposta rettificata e agli interessi correlati. Ecco tutti i passi da seguire e le info fondamentali da conoscere.
Recupero documenti richiesti
A seconda della comunicazione ricevuta, l’Ade può richiedere i seguenti documenti:
- Certificazioni dei redditi (es. CU, contratti, ricevute di affitti);
- Documenti per deduzioni/detrazioni (es. fatture per spese mediche, mutui, contributi);
- Prove di versamenti (es. F24);
- Informazioni da terzi (es. enti previdenziali, banche);
- Chiarimenti scritti su discrepanze rilevate.
Tempistiche per rispondere
Per le comunicazioni di irregolarità derivanti dai controlli automatici, la regolarizzazione deve avvenire entro 60 giorni dal ricevimento della prima comunicazione o di quella definitiva, emessa in caso di ricalcolo delle somme dovute in autotutela.
Il pagamento comprenderà l’imposta dovuta, gli interessi e una sanzione ridotta a un terzo di quella ordinaria per omesso o tardivo versamento. Se la comunicazione è inviata telematicamente all’intermediario che ha trasmesso la dichiarazione, il termine per il pagamento con sanzione ridotta si estende a 90 giorni dalla trasmissione dell’avviso.Per le comunicazioni relative ai controlli formali, la regolarizzazione va effettuata entro 60 giorni dalla ricezione della prima comunicazione, versando l’imposta dovuta, gli interessi e una sanzione ridotta a due terzi di quella standard.
La stessa riduzione si applica anche in caso di ricalcolo da parte dell’Agenzia, se il contribuente segnala tempestivamente dati o elementi non considerati o valutati erroneamente, a condizione che il pagamento delle somme residue avvenga entro 60 giorni dalla prima comunicazione.Per i redditi soggetti a tassazione separata, non sono dovuti interessi né sanzioni se il pagamento avviene entro 30 giorni dalla ricezione della comunicazione o dalla sua rettifica. In caso di pagamento tardivo o mancato, si procede con l’iscrizione a ruolo, applicando sanzioni e interessi.
Vale la pena sottolineare un aspetto in particolare: il termine di 60 giorni per il pagamento delle somme dovute a seguito di controlli automatici e formali si applica alle comunicazioni elaborate a partire dal 1° gennaio 2025, come previsto dall’articolo 3 del decreto legislativo n. 108/2024.
Per le comunicazioni precedenti, il termine è di 30 giorni dalla ricezione. Il termine per il pagamento delle somme dovute a seguito di controlli automatici, formali e della liquidazione delle imposte sui redditi a tassazione separata è sospeso dal 1° agosto al 4 settembre di ogni anno.
Errori da evitare
L’ambito fiscale, com’è noto, è pieno di tecnicismi spesso indecifrabili ai più e di una serie di aspetti che non sono facilmente comprensibili da parte di una grossa fetta della popolazione. Quando ci si imbatte in uno di questi controlli è a proposito molto comune commettere una serie di errori abbastanza diffusi. Ecco le sviste da attenzionare.
Mancata risposta o documentazione incompleta
Non rispondere tempestivamente alle richieste dell’Agenzia delle Entrate o fornire documenti parziali o errati può complicare la situazione, portando a sanzioni o accertamenti ancora più severi. Sempre meglio assicurarsi di presentare tutta la documentazione richiesta in modo completo e puntuale; se si dovessero avere ulteriori dubbi si consiglia di affidarsi ad un CAF e/o al proprio commercialista di fiducia.
Non conservare le ricevute
Molto importante in questo senso è anche la corretta conservazione delle ricevute fiscali che si sono accumulate nell’anno precedente e che potranno essere utilizzare per dimostrare al fisco di avere scaricato alcune spese.
La conferma dell’invio del 730 o del pagamento dell’F24, per il resto, viene registrata in automatico nella propria pagina personale online, alla quale si può avere accesso tramite SPID.

FAQ
Posso inviare tutto via PEC?
La risposta è sì: in Italia è possibile inviare la maggior parte della documentazione fiscale tramite PEC (Posta Elettronica Certificata), soprattutto quando si tratta di comunicazioni con l’Agenzia delle Entrate o altri enti pubblici.
Riceverò una multa se manca un documento?
No, non necessariamente. L’Agenzia delle Entrate in questi casi potrebbe semplicemente limitarsi a chiedere un’integrazione del documento mancante.