Sono sempre di più gli italiani che decidono di investire nei fondi. Per tanti questa operazione è considerata un ottimo modo per diversificare l’investimento e avere più rendimenti. Infatti, come si sa avere un portafoglio di investimenti diversificato è fondamentale per ridurre al minimo il rischio. Tuttavia, in molti iniziano questo tipo di attività senza conoscere le modalità in cui questi guadagni vengono tassati. Conoscere la tassazione sui fondi comuni di investimento è il primo aspetto da considerazione prima di iniziare ad investire. Soprattutto se si è alle prime armi, l’investitore principiante deve comprendere quanto guadagnerà di netto e quanto invece dovrà versare come tasse.
Approfondimenti
Prima di tutto occorre sapere che le tasse sui fondi comuni possono cambiare al tipo di fondo di investimento che si inserisce nel proprio portafoglio. Ad esempio, tra i fattori che concorrono alla realizzazione della struttura di tassazione ci sono le leggi fiscali in vigore nel Paese in cui si investe. Per questo motivo, in base al tipo di fondo, ci saranno di conseguenza anche diverse modalità di tassazione. I guadagni sugli investimenti, infatti, generano un reddito che va dichiarato, altrimenti, come per tutte le entrate che non vengono comunicate al fisco, ci si può imbattere in sanzioni da parte degli enti preposti al controllo. Per questo motivo capire prima di tutto cosa sono i fondi comuni di investimento e comprendere come sono tassati è fondamentale per investire in maniera consapevole e non rischiare di incorrere in sanzioni.
Cosa sono i fondi comuni di investimento?
Come spiega la Consob (Autorità italiana per la vigilanza dei mercati finanziari), con il concetto di fondi comuni ci si riferisce a quei tipi di strumenti di investimento suddivisi in quote. I risparmiatori, che scelgono di investire in tali strumenti, le sottoscrivono e, con queste, hanno gli stessi diritti. Queste attività di investimento vengono svolte sia dalle Sgr (società di gestione del risparmio), dalle Sicav (società di investimento a capitale variabile) o dalle Sicaf (società di investimento a capitale fisso).
Sono sempre di più le persone che decidono di investire in fondi comuni e, quindi, di inserirli nei loro portafogli di investimento. Infatti, sono tanti i vantaggi che questi fondi producono perché ad esempio vengono effettuati diversi controlli, quindi non c’è il rischio di raggiri, e il patrimonio può essere gestito da professionisti del settore.
Quali sono i fondi comuni di investimento?
Come anticipato, la tassazione sui fondi di investimento dipende molto dal tipo di fondo di investimento. Una prima distinzione va fatta tra fondi aperti e fondi chiusi. Nel primo caso l’investitore può chiedere il rimborso in qualunque momento dell’investimento, mentre nel secondo serve attendere la scadenza naturale del fondo.
Una tipologia molto diffusa di fondi aperti viene chiamata fondi armonizzati. Questa tipologia di fondo viene costituita nell’Unione Europea e tutela gli interessi di risparmiatori e investitori. Tra questi fondi, ricordiamo quelli azionari, bilanciati, monetari e obbligazionari.
Conoscere le diverse tipologie di fondi è utile per scegliere correttamente il fondo in cui investire, senza rischi eccessivi. Per questo motivo serve valutare i rischi e i rendimenti, i costi di sottoscrizione. Ad esempio, per i rischi serve conoscere gli indicatori, che vanno dal minimo al massimo rischio.
Quante tasse si pagano sui fondi comuni di investimento?
Quando si parla di investimenti, come detto, ci si riferisce ad attività che possono generare un guadagno. In caso in cui l’investitore ottiene un guadagno dal suo investimento è obbligato a pagarvi le tasse. Nello specifico, nel caso dei fondi di investimento, la tassazione si calcola sui guadagni che l’investitore ottiene nel momento in cui le quote vengono rimborsate.
Detto questo, bisogna ricordare che in questi anni la normativa sulla tassazione è cambiata molto. Ecco perché bisogna conoscere la tassazione attuale per investire in modo consapevole.
Per quanto riguarda la tassazione sui fondi comuni di investimento bisogna fare una distinzione tra quanto accade in Italia e il tipo di tasse che si pagano all’estero.
Per i fondi di investimento italiani si applica una ritenuta del 26% o, per determinate componenti, il valore si aggira intorno al 12,5%. Questo valore è attualmente in vigore ed è tale a partire dal 1 luglio 2014. Per i fondi di investimento nell’Unione Europea armonizzati, invece, l’aliquota è del 26%. Nel caso in cui nel portafoglio i fondi comuni hanno anche i titoli di Stato è prevista una doppia aliquota. In quest’ultimo caso l’aliquota sulle plusvalenza dei tioli di Stato porta l’investitore ad avere maggiore guadagno.
Queste tasse possono essere inserite all’interno della dichiarazione dei redditi in cui, come si sa, vengono registrati i redditi percepiti. Altre invece bisogna pagarle nel momento in cui si ottiene il rendimento dell’investimento effettuato.
In conclusione, prima di iniziare un investimento nei fondi comuni è bene chiedere un consulto a un professionista esperto sugli effettivi guadagni che si possono ottenere e la percentuale di tasse da pagare.