Gli oneri figurativi rientrano nelle attività di gestione aziendale. I costi figurativi sono una parte importante della contabilità d’impresa, perché mettono nero su bianco quali sono i costi subito dopo aver verificato il flusso di cassa. Questo è un vantaggio per l’azienda, che può valutare il business plan anche in base a eventuali spese e rimborsi altrimenti imprevisti. Se sai di avere un costo figurativo in più, allora puoi aumentare le riserve per l’azienda o licenziare un dipendente per correre ai ripari. In questa guida vediamo una definizione di oneri figurativi e quali sono i 5 tipi più comuni.
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Che cosa si intende per costi figurativi
I costi figurativi sono delle spese che hai nella tua azienda, ma che non vanno nei conteggi fiscali o amministrativi. Rendicontare questi oneri figurativi è importante perché consente di capire se ci sono delle spese impreviste e prevedere delle strategie di mercato per ridurre l’impatto di questi costi nella produzione.
Anche se questi costi non si presentano, cioè sono pari a zero, è importante saperlo per la tua azienda. Infatti, saprai in anticipo di avere del reddito extra da usare per ulteriori investimenti nella tua impresa. I costi figurativi evidenziano la realtà di un’azienda.
Infatti due attività possono avere gli stessi importi in bilancio e sembrare sane, ma magari una ha delle spese impreviste da affrontare e l’altra no. Questo aspetto rende la seconda azienda più affidabile sul mercato rispetto a quella identica, che però non tiene conto degli oneri figurativi. Quali sono i costi di questo tipoi più diffusi?
5 tipi di oneri figurativi
Quali sono i costi figurativi che un’azienda può affrontare, ma che non deve mettere in bilancio?
- Uso di immobili per uso aziendale. Supponiamo che la tua attività abbia un capannone. Il capannone è di proprietà dell’azienda, non ci sono ipoteche o prestiti da pagare, però ha delle spese di mantenimento, come le bollette di luce e gas, oppure i costi per i servizi di pulizia. Questi costi rientrano negli oneri figurativi.
- Utilizzo di macchinari industriali. Anche in questo caso i macchinari sono dell’azienda e non ci sono dei debiti su questi acquisti. I macchinari sono soggetti a controlli periodici e si deve pagare un responsabile che se ne occupi. In più, i macchinari possono rompersi o può servire della manutenzione ordinaria. Queste operazioni hanno un costo.
- I beni in comodato d’uso. Parliamo di strumenti che servono per la tua azienda, ma su cui paghi un canone per un certo periodo di tempo prima che diventino tuoi del tutto. Anche questo è un onere figurativo.
- I capitali dei soci. Prendiamo il caso di un’azienda con soci, come una Saas. I soci versano una quota capitale per dare il via all’attività, ma se un socio va via è necessario che abbia sia il capitale investito che la sua quota di interessi. Per questa spesa eventuale si prevede una riserva e per alcuni tipi di aziende l’importo da mettere da parte è indicato per legge.
- Il lavoro dei soci. I soci si mettono a disposizione dell’azienda quando necessario. Questo lavoro non è gratuito, ma va rendicontato di conseguenza.
Come si fa il calcolo degli oneri figurativi
Come abbiamo visto, è importante tenere conto degli oneri figurativi quando si porta avanti un’azienda, ma come tenere conto di tutte le spese? Per iniziare è importante avere a disposizione un modello Excel che permette di mettere nero su bianco tutte le spese e un riferimento su cosa si paga. Per esempio, è importante inserire una formula come: Spese capannone 500 euro.
Così si tiene traccia di tutte le uscite, ma anche delle entrate. Infatti, potrai inserire in una colonna quanto prevedi di spendere, un’altra accanto dove inserisci quanto hai speso effettivamente e una terza colonna dove indichi eventuali differenze.
Riprendendo l’esempio del capannone, se prevedi di spendere 500 euro, ma alla fine ne paghi 300, allora puoi indicare 200 euro di differenza rispetto al budget previsto e utilizzare questa somma extra per pagare una tassa, oppure per dividere degli utili con i soci.
Cosa sono i proventi figurativi
I proventi figurativi non vanno confusi con gli oneri. Infatti, i proventi indicano delle entrate che stanno per arrivare, ma che non ci sono ancora sul conto aziendale. L’esempio classico è la fattura da saldare: la fattura è stata inviata al cliente, ma questi non ha ancora pagato. In attesa del pagamento si inserisce questa voce nel modello Excel con i costi figurativi, ma in una sezione diversa, quella dei proventi figurativi.
Mettere nero su bianco serve per intervenire se quel pagamento dovesse ritardare, oppure se ci dovessere essere un’omissione. Può essere utile anche per verificare gli investimenti in titoli delle aziende. Infatti, le società più grandi possono investire in attività più piccole per risparmiare o per ottenerne una plusvalenza.
Questa plusvalenza rientra nei proventi figurativi, perché si può prevedere un margine di entrata, ma non si sa ancora se l’azienda più piccola potrà pagare questo
dividendo finché non presenterà il bilancio. L’entrata extra è comunque da rendicontare, perché se c’è può essere un aiuto per l’azienda, ma se non c’è può generare una perdita imprevista da coprire.
Costi e proventi figurativi sono alla base della contabilità aziendale, ma serve un esperto in amministrazione o un professionista abilitato per tenere tutto sotto controllo.