La TARI è una tassa fondamentale per ogni contribuente. Vediamo come si paga nel 2023 e soprattutto quando.
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La TARI in Italia: Le Norme, i Pagamenti e le Scadenze
Il 2023 ha visto un aumento delle tasse in Italia, tra cui la TARI (Tassa sui Rifiuti), un’imposta basata sulla quantità di rifiuti prodotti in relazione agli immobili in uso. La TARI è stata introdotta nel 2014 attraverso la Legge n. 147/2013, conosciuta come Legge di Stabilità. Già nel 2022, l’ISTAT aveva rilevato un aumento del 4,5% nell’indice dei costi relativi alla gestione dei rifiuti.
Questa tassa è un onere che grava sulle famiglie e sulle imprese italiane da diversi anni. La TARI è una tariffa locale, il cui importo è determinato dalle autorità comunali, pur rispettando le linee guida nazionali.
Aumento della TARI nei Comuni Italiani
Nonostante una recente sentenza della Cassazione abbia reso possibile impugnare direttamente i bollettini comunali considerati troppo onerosi, in tutta Italia si stanno registrando aumenti significativi, spesso a doppia cifra. Questi aumenti sono più evidenti al Sud, ad esempio a Napoli, dove l’aumento è stato del 20%, ma si verificano anche in diverse città del Centro-Nord, tra cui Torino, Padova, Ancona e Perugia. Tuttavia, a Roma e Milano, si è addirittura registrata una leggera diminuzione della tariffa.
La TARI: Chi Deve Pagare e Come si Calcola
La TARI è una tassa sui rifiuti che deve essere versata da tutti i proprietari o utilizzatori di immobili, locali o aree scoperte, adibiti a qualsiasi uso, che producano rifiuti urbani. Anche le prime case rientrano nell’ambito di applicazione di questa tassa. In caso di proprietà condivise o detenute da più persone, esse sono congiuntamente responsabili del pagamento.
Dal 2014, la TARI ha sostituito il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES), che a sua volta aveva rimpiazzato tutti i prelievi precedenti relativi alla gestione dei rifiuti, sia di natura patrimoniale sia di natura tributaria, come la TARSU, la TIA1 e la TIA2.
La responsabilità del pagamento della TARI varia in base al tipo di contratto di locazione in caso di immobili dati in affitto. L’inquilino è tenuto a pagare la TARI se il contratto prevede una locazione superiore a 6 mesi, mentre il proprietario è responsabile se il contratto prevede una locazione inferiore a 6 mesi.
Calcolo e Versamento della TARI
Il calcolo delle tariffe TARI è basato su superficie, quantità di rifiuti prodotti o qualità dei rifiuti per unità di superficie, in relazione all’uso e alla tipologia delle utenze (domestiche e non domestiche) e al costo del servizio di gestione dei rifiuti. Le regole per la determinazione delle tariffe si basano sul Dpr 158/1999.
I Comuni hanno la facoltà di stabilire le proprie tariffe TARI, tenendo conto dei costi individuati e classificati nel piano finanziario preparato dal gestore del servizio. Queste tariffe devono rispettare il principio di proporzionalità e non devono imporre importi eccessivi ai cittadini non residenti o non legati alla produzione di rifiuti.
Pagamento della TARI 2023
Le modalità di pagamento della TARI sono stabilite dal singolo Comune. Solitamente, il pagamento avviene tramite modello F24, bollettino postale o MAV (Modalità Alternative di Versamento). Spesso, i Comuni inviano un avviso di pagamento con allegati bollettini prestampati o moduli F24 precompilati.
Se un contribuente non riceve l’avviso di pagamento TARI, è importante contattare direttamente il Comune di residenza. Anche se l’avviso non viene recapitato, l’imposta rimane dovuta e il contribuente deve calcolarla autonomamente e pagarla tramite modello F24, presso una banca o un ufficio postale, o rivolgendosi a un CAF.
Scadenze della TARI 2023
Nella maggior parte dei Comuni italiani, la TARI è divisa in tre acconti con scadenze differenziate:
- Il primo acconto è dovuto tra aprile e giugno.
- Il secondo acconto è previsto per luglio o agosto.
- Il saldo finale deve essere pagato entro la fine dell’anno, di solito a ottobre o novembre.
Conseguenze del Non Pagamento della TARI
Se un contribuente non rientra nelle categorie esentate dalla TARI e non paga l’imposta, il Comune può richiedere il pagamento degli arretrati degli ultimi 5 anni, applicando sanzioni e interessi che possono triplicare l’importo iniziale dovuto.
In caso di mancato pagamento nei termini indicati in un avviso di accertamento del Comune, l’Amministrazione finanziaria può adottare procedure di recupero esecutorio, che possono portare a pignoramenti, fermi amministrativi e, nei casi più gravi con debiti superiori a 30.000 euro, all’accusa di evasione fiscale, con la possibilità di detenzione.
Prescrizione della TARI
Il pagamento della TARI va in prescrizione dopo 5 anni, a partire dall’anno successivo a quello in cui l’imposta era dovuta.
Regolarizzazione della TARI
Per regolarizzare la propria situazione in caso di pagamento in ritardo, è necessario rivolgersi all’Ufficio Tributi del proprio Comune. È possibile utilizzare l’istituto del ravvedimento operoso, che consente di applicare sanzioni minori, purché siano trascorsi meno di 5 anni dal pagamento iniziale. Tuttavia, superato l’anno di ritardo, viene applicata una sanzione del 30% sull’importo dovuto, oltre agli interessi.
Esenzioni e Riduzioni della TARI
Alcune categorie di aree sono esentate dalla TARI, come le aree di parcheggio per clienti e dipendenti di negozi e supermercati o le aree condominiali non operative. Inoltre, i Comuni possono introdurre esenzioni e riduzioni basate su criteri specifici, come il reddito o la quantità di rifiuti prodotti. I contribuenti con basso ISEE possono beneficiare di uno sconto denominato “Bonus TARI.”
Inoltre, ci sono riduzioni obbligatorie stabilite dalla legge, come quelle relative ai rifiuti speciali riciclati e riduzioni in caso di interruzioni o mancanza del servizio di gestione dei rifiuti in grave violazione della normativa.
Per qualsiasi ulteriore chiarimento o regolarizzazione della TARI, è consigliabile contattare direttamente l’Ufficio Tributi del proprio Comune.