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Meglio investire in immobili o in azioni?

È meglio investire in immobili o in azioni? Ecco una carrellata di fattori di cui tener conto prima di lanciarsi nel fatidico investimento

Si tratta di un’antinomia che da ogni tempo tormenta non pochi investitori e che non di rado esorta i paladini delle due categorie a duellare: è meglio investire in immobili o in azioni?

In maniera approssimativa si potrebbe venire a capo della questione osservando gli standard storici inerenti le due categorie, stabilendo così se anche nel tempo che verrà sarà maggiormente vantaggioso investire nell’uno o nell’altro settore. 

Una strategia non propriamente corretta: investire in immobili o in azioni è differente, l’investimento è diverso, ciascuno comporta benefici e controindicazioni, da qui la loro unicità.

Meglio investire in immobili o in azioni, pro e contro

La consapevolezza di quale dei due abbia conseguito risultati maggiori in passato non basterà a dare risposta al quesito posto in principio. Ragion per cui, solamente dopo aver appreso profondamente ogni elemento pro e contro di queste due tipologie di investimento, si potrà essere capaci di tirare le proprie conclusione, sancendo infine una scelta

Si è già ribadito quanto gli investimenti in questione siano tra loro differenti: in questo senso sarà più semplice confrontare e analizzare le diversità essenziali. Vi sarebbero almeno 7 variabili fondamentali, le quali consentiranno di afferrare le maggiori peculiarità e difformità tra un investimento immobiliare e uno azionario.

Possedere un bene… tangibile

Il possesso di azioni in portafoglio vale a dire divenire soci di una importante azienda investendo nel suo sviluppo. Nondimeno tale quota non restituisce quella sensazione di sentirsi parte viva e fondamentale del processo di crescita al quale in ogni caso si sta contribuendo. 

Viceversa, essere in possesso di un bene tangibile come un immobile restituirà a pieno quella consapevolezza di rappresentarne i soli proprietari, di poterne usufruire (abitarlo per dirne una) e di metterlo a disposizione delle generazioni future. Pertanto, in una prospettiva tutta psicologica inerente al possesso, l’investimento in immobili batte quello in azioni.

Quanto costa l’investimento

Oggi come oggi l’investire in azioni vanta cifre relativamente alla portata: si potrebbero acquistare e vendere €100.000 di azioni investendo anche 3 o 4 euro di commissioni di negoziazione, stando di volta in volta al broker in questione. Una contrattazione immobiliare viceversa potrebbe concepire prezzi eccessivi tra costi notarili, spese dell’agenzia e amministrative.

I titoli azionari sono custoditi in maniera gratuita dai più importanti broker. Al contrario, un immobile potrebbe palesare un conto a dir poco dispendioso per il proprio mantenimento nel tempo, tra ristrutturazioni e lavori essenziali, utenze e spese condominiali. Perciò, in una prospettiva inerente ai costi, l’investimento in azioni batte quello in immobili.

Il fattore liquidità

Nei casi in cui si sia in possesso di azioni, queste potranno essere vendute rapidamente per mezzo del proprio ente bancario o del broker online, solamente inserendo un ordine di vendita in borsa. 

Un investimento in azioni è quindi assai liquido. Un immobile viceversa rappresenta un bene materiale e unico la cui vendita potrebbe esigere mesi se non anni al fine di permettere l’incontro tra domanda e offerta, restituendolo tutt’altro che liquido. Perciò, in una prospettiva inerente alla liquidità, l’investimento in azioni batte quello in immobili.

Margine di rischio

La realtà dei mercati azionario tende a essere più labile rispetto a quella del mercato immobiliare. Nel primo caso vi è la possibilità di conseguire profitti maggiori, sebbene si corra il rischio di perdere l’intero investimento. Nelle circostanze di lampante volatilità per di più si fanno sentire e non poco diversi elementi psicologici che potrebbero cogliere alla sprovvista l’azionista, inducendolo a dover mettere in atto decisioni irragionevoli a scapito del suo investimento.  

Perciò, in una prospettiva inerente ai margini di rischio, almeno a oggi l’investimento in immobili batte quello in azioni.

Investire in immobili o in azioni, la questione fiscale

Prendendo in esame la fiscalità nel trading online, investire in azioni implica la corresponsione dell’imposta di bollo (o IVAFE) uguale allo 0,2% della stima di portafoglio e quella del 26% sia sulle plusvalenze conseguite sia sui dividendi ricevuti. Le minusvalenze potranno essere bilanciate con le successive plusvalenze per i seguenti quattro periodi d’imposta.

Investire in immobili comporta il pagamento di diverse imposte quali IMU, TARSU, IRPEF. La plusvalenza conseguita sulla vendita di un immobile potrebbe essere tassata al 20% per mezzo della “cedolare secca”. La normativa in vigore permette inoltre di conseguire differenti sostegni e sottrazioni fiscali. Perciò, in una prospettiva inerente il trattamento fiscale, almeno a oggi l’investimento in immobili batte quello in azioni.

Diversificare, dove conviene

Imbastire un portafoglio azionario che sia diversificato non è impossibile: occorreranno mensilmente anche poche centinaia di euro, da indirizzare in ETF o Fondi d’investimento che bissano il fluire di un tasso azionario, in modo da avviare l’investimento attenendosi al principio della diversificazione

In quest’ottica si potrà portare avanti investimenti in diverse aziende e in luoghi differenti, così da eludere il rischio di concentrare il tutto in un solo mercato o comparto. 

Non vale lo stesso discorso per il mercato immobiliare, dove per diversificare ci sarà bisogno di un notevole patrimonio che consenta l’acquisto di differenti tipologie di immobili e se possibile in differenti territori. Una diversificazione per una ristretta élite. Solo pochi investitori saranno quindi in grado di mettere in pratica questi accorgimenti. Quindi, in una prospettiva inerente la diversificazione, l’investimento in azioni batte quello in immobili.

Come approcciarsi all’investimento

Vi sono diversi modi di approcciarsi a un investimento in azioni: quello passivo, in cui chi investe si limita all’acquisto dei titoli e al loro “parcheggio” in portafoglio per periodo prolungato, con la sola preoccupazione di verificare ciclicamente l’evoluzione e di riscuotere i dividendi. L’acquistare un immobile esige tempi più lunghi e fatiche incessanti per non incorrere in una sgradita svalutazione.

Anche il raccogliere informazioni sull’azienda alle spalle del titolo azionario è azione meno dispendiosa in confronto a una raccolta dati sull’immobile da acquistare e sulla migliore località, sulla valutazione del suo attuale status etc. 

Pertanto, in una prospettiva inerente l’approccio, l’investimento in azioni batte quello in immobili

La scelta conclusiva

Per concludere, alla luce di quanto sinora affermato, la scelta dell’investimento andrebbe a dipendere da una serie molteplice di elementi, da una carrellata di pro e contro, e in ultimo dalle aspettative, dalle fortune e dalla psicologia dell’investitore. 

In definitiva, da una prospettiva meramente speculativa, a oggi e a ogni buon modo l’investimento in azioni batte quello in immobili.