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Ecco cosa succede alle obbligazioni se aumentano i tassi

La sede di un istituto finanziario.

È un periodo storico particolarmente complesso dal punto di vista del costo del denaro, particolarmente nel Vecchio Continente. Sulla scia dell’onda lunga della pandemia da Covid-19, della guerra in Ucraina e della conseguente crisi energetica l’inflazione è tornata a mordere, raggiungendo livelli record ai quali i cittadini stanno difficilmente riuscendo a stare dietro Si sa che in una situazione simile uno degli unici modi per far scendere i prezzi di beni e servizi è quello di alzare i tassi di interesse, proprio quello che si è ritrovata a fare di recente la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde. Al di là dell’impatto sui mutui a tasso variabile (un problema particolarmente sentito nel nostro Paese) queste decisioni hanno anche un rilevante effetto sulle obbligazioni. Qualcosa che, nello specifico, potrebbe stupire (per non dire preoccupare) molti investitori in titoli obbligazionari. Vediamo dunque nel dettaglio cosa accade alle obbligazioni quando i tassi di interesse aumentano.

Cosa sono e come funzionano i tassi di interesse 

All'aumentare dei tassi di interesse, cala il valore delle obbligazioni: scopri qui perché e cosa fare per proteggere i tuoi guadagni.
Il palazzo di un istituto finanziario.

Prima di comprendere che tipo di rapporto lega obbligazioni e tassi è necessario capire di cosa stiamo parlando quando ci riferiamo ai tassi di interesse e al loro funzionamento.

Il tasso di interesse rappresenta il costo del denaro ed è essenzialmente costituito da due elementi: da un lato c’è il prezzo, utile a dissuadere chi possiede denaro contante a prestarlo a qualcun altro; dall’altro c’è la ricompensa legata al rischio che il debitore (detentore dell’obbligazione) non ripaghi entro i termini stabiliti la cifra dovuta e i relativi interessi.

Ovviamente il costo del denaro non rimane stabile nel corso del tempo, ma tende a cambiare in base ad una serie di fattori macroeconomici. Salendo e scendendo, i tassi di interesse equilibrano il mercato del denaro (ovvero del credito) che è regolato dalla legge della domanda e dell’offerta.

Nella maggior parte dei casi i tassi di interesse dovrebbero salire in un periodo in cui l’economia è in fase di crescita: quando la situazione è più florida, infatti, gli individui vivono una maggior fiducia che li porta a chiedere più credito, per esempio per accendere un mutuo o per acquistare un’automobile. Va da sé che all’aumento della domanda il tasso di interesse viene dunque rivisto al rialzo. Vale chiaramente anche il discorso inverso: in un periodo di crisi economica i tassi di interesse tendono a scendere.

C’è anche un altro scenario possibile (oltre alla sopracitata alta inflazione), ovvero quello in cui i tassi aumentano perché crescono in parallelo i timori che i creditori non riescano a pagare in tempo il loro debito. Si parla in questo caso di percezione del rischio del debitore.

Che rapporto c’è tra obbligazioni e tassi di interesse?

In estrema sintesi, tra obbligazioni e tassi di interesse sussiste un rapporto inversamente proporzionale: all’aumento dei tassi di interesse, infatti, scende in parallelo il valore delle obbligazioni. 

Quello che potrebbe apparire come un controsenso nasconde in realtà delle motivazioni precise: gli investitori, infatti, sono portati ad assumersi un rischio maggiore acquistando bond da soggetti emittenti non solidi, e questo ha come conseguenza il fatto che  il prezzo dell’obbligazione stessa sia a sconto rispetto al valore nominale. Tale processo è legato al fatto che il prezzo di un’obbligazione rispecchia il valore del reddito ad essa collegato tramite il pagamento di interessi (cedole). Un investitore che fosse in possesso di obbligazioni aumentate di valore a causa del diminuito tasso di interesse potrà eventualmente chiedere un premio per venderle sul mercato secondario. Per contro, se i tassi di riferimento prevalenti aumentano le obbligazioni emesse perdono di valore perché le cedole corrisposte sono di valore inferiore rispetto a quelle di nuove obbligazioni presenti sul mercato: si parlerà in questo caso di titoli negoziati a sconto.

Questo meccanismo spiega anche perché, viceversa, alcuni titoli molto sicuri (è il caso dei decennali tedeschi) offrono un rendimento più basso: la forte domanda esistente genera infatti una conseguente crescita del loro prezzo.

Questo tipo di scenario crea grossi grattacapi per gli investitori in titoli di Stato, poiché questi soggetti si ritroveranno con delle perdite in conto capitale. In finanza una situazione simile viene chiamata doom loop e colpisce in modo particolare banche e istituti finanziari, che per “congelare” la liquidità in eccesso dei loro clienti sono spesso portati a effettuare questo tipo di investimenti.

Cosa fare nel caso di obbligazioni che hanno perso valore a causa dell’aumento dei tassi?

Perché all'aumentare dei tassi di interesse diminusce anche il valore delle obbligazioni? Scoprilo qui con la nostra semplice guida.
Analisi finanziaria in ufficio.

Cosa fare in questi casi? In un contesto in cui i tassi di interesse stiano salendo alle stelle un investitore che volesse vendere la sua obbligazione prima della scadenza concordata si ritroverà costretto a farlo ad un prezzo inferiore rispetto a quello con cui ha acquistato il titolo. In sostanza, perderà denaro e in più non riceverà i pagamenti degli interessi rimanente. Se i fondi obbligazionari fossero in perdita e non si volesse rischiare di perdere altro denaro si consiglia di contattare la Società di Gestione di Risparmio di riferimento, comunicando la propria intenzione di voler disinvestire in tali titoli e indicando il mezzo di pagamento attraverso il quale si vorrà ricevere il rimborso. Nella maggior parte dei casi per completare l’operazione saranno necessari dai tre ai sette giorni lavorativi.

Nel caso in cui si abbia il controllo del proprio fondo titoli basterà semplicemente inserite nel proprio conto l’ordine di vendita per liberarsi così del proprio investimento in tempi piuttosto rapidi.

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