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Aprire home restaurant: 3 consigli top

Non c’è dubbio che negli ultimi anni in modo particolare migliaia di italiani hanno riscoperto l’arte della cucina: prima con il boom di Masterchef, poi con l’esplosione del fenomeno 4 ristoranti e dei food blogger, il mondo del cibo e della ristorazione in generale ha ormai conquistato un pubblico enorme. a tal punto che in tanti hanno iniziato a pensare di renderlo un vero e proprio lavoro e non più, dunque, una semplice passione.

Ecco dunque che in questo contesto storico sono in molti ad avere voglia di creare il proprio home restaurant, un’attività imprenditoriale a tutti gli effetti che, come per qualunque altra azienda, deve seguire delle regole ben precise per poter funzionare al meglio.

Vediamo dunque insieme più nel dettaglio quali sono i tre consigli “top” da tenere bene a mente prima di buttarsi in questa avventura, tanto stimolante quanto complessa al contempo.

Cos’è un home restaurant e come si apre

Ecco i tre consigli utili per poter creare il proprio home restaurant e iniziare a guadagnare servendo pietanze ai propri clienti.
I tavoli di un ristorante

In termine tecnico un home restaurant è un tipo di servizio che offre piatti e pietanze di vario tipo come un vero e proprio ristorante, ma in un locale diverso: generalmente, infatti, viene imbastito all’interno di abitazioni private, compresi i piccoli appartamenti. Si tratta di un fenomeno che ha iniziato a diffondersi in modo particolare negli Stati Uniti a partire dalla fine degli anni 2000, prendendo ispirazione delle cosiddette “casas particulares” presenti sul territorio dell’isola di Cuba.

È l’iniziativa di un privato che nel suo spazio abitativo decide di accogliere ospiti disposti ad assaggiare le proprie prelibatezze, spesso (ma non necessariamente) legate alle tradizioni regionali e locali. Una caratteristica tipica è dunque il fatto che non si tratta di un’attività creata da un professionista del settore, quanto piuttosto da un appassionato dell’arte culinaria che mette a disposizione pochi coperti per un pubblico di fatto molto ridotto che si recherà presso la struttura solo in specifiche occasioni dedicate, spesso sponsorizzate via social network.

Nulla vieta al ristoratore improvvisato di guadagnare qualche soldo extra a partire da questa attività, ma è importante ricordare che un home restaurant non dovrebbe in ogni caso superare un certo fatturato annuo. Vediamo qui di seguito le condizioni fondamentali da conoscere in questo senso.

1. Conoscere le tipologie di home restaurant

Il primo consiglio da tenere a mente è relativo alla tipologia di home restaurant che si vuole offrire ai propri clienti.

Troviamo innanzitutto i cosiddetti social eating, cioè piccoli eventi organizzati dai padroni di casa per gustare specialità locali con l’obiettivo di conoscere nuove persone e creare così contatti e amicizie interessanti.

In secondo luogo si può parlare anche dei tourist eating: stiamo parlando in questo caso di cene organizzate per permettere ai turisti di passaggio in città di conoscere la realtà locale e le persone che la vivono (e che sono disposte a cucinare per loro).

2. Approfondire le leggi e i regolamenti locali

Prima di aprire le porte del proprio home restaurant, è fondamentale comprendere e rispettare le leggi e i regolamenti locali relativi all’attività di ristorazione. Questi requisiti possono variare notevolmente da una località all’altra e possono riguardare questioni come licenze, norme igieniche, sicurezza degli alimenti eccetera.

Nel merito della questione, invero, è necessario approfondire il contenuto della Risoluzione numero 50481, che paragona gli home restaurant a ristoranti a tutti gli effetti e che, di conseguenza, li obbliga a sottostare ad alcune regole anche piuttosto stringenti. Come precisa il Ministero delle Imprese del Made in Italy:

“La risoluzione n.  50481  del 10 aprile 2015 chiarisce come configurare l’attività di cuoco a domicilio e se tale attività possa rientrare fra quelle soggette alla Segnalazione Certificata di Inizio di Attività (SCIA) da presentare al Comune, al fine di stabilire l’iter da seguire per garantire il controllo dei requisiti professionali a tutela del consumatore finale”.

Rispetto all’apertura di un home restaurant, nello specifico, la legge prevede i seguenti paletti:

  • Limite di fatturato annuo di 5.000 euro;
  • Limite di 500 coperti annui;
  • Obbligo di prenotazioni online;
  • Obbligo di pagamenti elettronici;
  • L’attività deve essere in linea con le normative igienico-sanitarie HACCP;
  • Presenza di un’assicurazione contro i rischi derivanti dallo svolgimento dell’attività.

3. Curare la promozione online

Clienti di un ristorante
Aprire un home restaurant può essere un’idea interessante per generare piccole entrate extra: ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Una volta identificata la tipologia di esperienza che si vuole regalare ai propri ospiti e verificato di essere in linea con le normative vigenti ci si potrà occupare di fare promozione alla propria piccola attività.

Vale la pena creare un sito web accattivante per il proprio home restaurant, dove si potranno condividere informazioni sul menu, gli orari di apertura e sull’approccio culinario del mini ristorante. Molto utili da questo punto di vista sono i social media, dove si potrò interagire con i potenziali clienti, condividere foto dei piatti e pubblicare annunci sugli eventi speciali o sulle promozioni in corso.

Non dimentichiamo inoltre di usare i nostri profili social anche per tenere monitorato il “sentiment” dei nostri ospiti e per verificare se le persone con cui abbiamo condiviso questa esperienza sono rimaste soddisfatte del servizio offerto e del cibo gustato sulla nostra tavola.

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