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Investimenti non pignorabili: come proteggere il tuo capitale

Una giudice al lavoro nel suo studio

Nel corso della propria vita ognuno di noi riesce ad accumulare, lavorando, un determinato capitale, che va assolutamente preservato il più possibile perché un giorno, eventualmente, potrebbe tornarci utile per esempio per affrontare particolari momenti di difficoltà. Risulta dunque necessario che ciò che abbiamo accumulato, o perlomeno una sua parte, non risulti a rischio pignoramento.

Forse non tutti sanno che esistono alcuni investimenti e beni non pignorabili, cioè degli asset particolari che in caso di grossi debiti a cui non possiamo far fronte non ci possono essere espropriati. Conoscere ognuno di essi ci permette di proteggere il nostro capitale. Vediamo insieme più nel dettaglio in che senso.

Cosa si intende con pignoramento

Un piccolo salvadanaio d'oro circondato da monete
Un salvadanaio a forma di maialino d’oro, simbolo di risparmio: ricordiamo infatti che alcuni investimenti, come i fondi pensione, non possono essere pignorati

Le realtà che possono attuare un pignoramento sono l’Agenzia delle Entrate (nel caso caso si stia parlando di debiti fiscali) oppure le banche, gli istituti finanziari e altri creditori per il recupero di altre tipologie di debiti.

Ma come già anticipato, non tutti i debiti possono essere pignorati, e la legislazione in questo senso parla molto chiaro. In particolare, l’articolo 514 del Codice di Procedura Civile prevede che non possano essere sequestrati i beni essenziali per la vita del debitore, garantendo così il rispetto della sua dignità umana e del diritto a un’esistenza dignitosa.

Investimenti e beni non pignorabili

Giudice in giacca e cravatta al computer
Un giudice può scegliere di eseguire il pignoramento forzato di alcuni beni e investimenti, ma con alcune eccezioni

Vediamo ora qual sono più nello specifico, gli investimenti e/o i beni non pignorabili per i cittadini, al di là (ovviamente) dei conti correnti in rosso cioè quelli che presentano un saldo negativo (vale anche la pena ricordare che alcuni investimenti o beni sono assolutamente impignorabili, mentre altri lo sono ma solo in parte).

Il caso del denaro sui conti correnti

Qui la situazione è complessa e va spiegata in modo chiaro. In linea generale, possono effettivamente essere soggetti a pignoramento i risparmi depositati su qualsiasi conto corrente bancario o postale.

Ci sono però delle eccezioni importanti, relative ai conti correnti su cui vengono accreditati lo stipendio o la pensione. In questi casi, le somme accumulate non possono essere pignorate fino a un certo limite. Nello specifico, è possibile pignorare solo l’importo che supera il triplo dell’assegno sociale.

Le assicurazioni sulla vita

Chi volesse mettere al riparo i propri risparmi potrebbe anche puntare sulla sottoscrizione di una polizza vita. L’articolo 1923, comma 1, da questo punto di vista è molto chiaro: le somme versate in un’assicurazione sulla vita non possono essere soggette a pignoramento.

Si può dunque trattare di una strategia molto valida per consentirci di tutelare il nostro capitale, poiché le somme accumulate diventano disponibili solo in caso di riscatto o al verificarsi di determinati eventi. Tuttavia, prima di optare per questa soluzione, è consigliabile consultare un esperto per valutare i dettagli della polizza e individuare quella che meglio si adatti alle nostre esigenze.

I fondi pensone

Un altro strumento per proteggere il proprio capitale da un eventuale pignoramento sono i fondi pensione e la previdenza complementare.

I fondi pensione (ad esempio, un PIP cioè un Piano Individuale Pensionistico o un fondo di previdenza complementare) non sono pignorabili fino a quando non vengono riscattati.

La situazione cambia invece una volta che questi ultimi vengono riscattati ed effettivamente accreditati sul conto corrente.

I beni legati al culto

La normativa italiana, all’articolo 514 del codice di procedura civile, chiarisce anche che non possano essere pignorate “le cose sacre e quelle che servono all’esercizio del culto”. Questo significa che oggetti di natura religiosa o destinati alla pratica spirituale sono esclusi dal pignoramento. Tale disposizione intende tutelare non solo il diritto alla libertà religiosa, ma anche garantire che il debitore possa continuare a esercitare la propria fede senza il rischio di perdere quegli strumenti considerati fondamentali per il benessere interiore.

Beni d’uso personale e domestico indispensabili

Tra gli investimenti non pignorabili rientrano numerosi beni di uso quotidiano, essenziali per la vita del debitore e della sua famiglia. In particolare, la legge protegge l’anello nuziale, i vestiti, la biancheria, i letti e gli arredi destinati alla consumazione dei pasti, come tavoli, sedie e armadi guardaroba. Allo stesso modo, elettrodomestici fondamentali – frigorifero, stufe, fornelli (anche se a gas o elettrici), lavatrice – e gli utensili di casa e cucina, unitamente al mobile idoneo a contenerli, sono considerati indispensabili. Questa tutela mira a preservare il minimo necessario per vivere dignitosamente, escludendo dal pignoramento anche altri mobili, salvo che si tratti di elementi di rilevante valore economico per accertato pregio artistico o di antiquariato.

Le risorse per il sostentamento minimo

Un ulteriore aspetto riguarda la protezione dei beni destinati al sostentamento immediato. La legge infatti esclude dal pignoramento gli alimenti e i combustibili necessari per garantire, almeno per un mese, il mantenimento del debitore e delle persone a lui coadiuvanti. Tale disposizione rappresenta un’importante salvaguardia, assicurando che, anche in presenza di debiti, il nucleo familiare non venga privato delle risorse indispensabili per la sopravvivenza.

Gli strumenti per l’esercizio della professione

Il martelletto di un giudice
Alcuni investimenti, per nostra fortuna, non sono pignorabili. Vediamo insieme quali sono e in che modo è possibile difendere il capitale che abbiamo accumulato.

Il lavoro e la capacità produttiva del debitore sono elementi di primaria importanza per il recupero della stabilità economica. In quest’ottica, la normativa protegge gli strumenti, gli oggetti e i libri essenziali per l’esercizio della professione, dell’arte o del mestiere. Questa misura consente al debitore di mantenere attiva la propria attività lavorativa, fondamentale per uscire dalla situazione debitoria.





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