
Roy Choi è molto più di uno chef: è un pioniere, un imprenditore e un autentico simbolo della rivoluzione street food americana. Nato a Seul nel 1970 e cresciuto a Los Angeles, è diventato celebre per aver trasformato il concetto di food truck in una vera e propria cultura gastronomica urbana. Il suo nome è legato in particolare al Kogi BBQ Truck, una cucina su ruote che fonde sapori coreani e messicani in un mix irresistibile. Grazie a questa intuizione, Choi è riuscito non solo a conquistare i palati dei californiani, ma anche a influenzare chef, imprenditori e ristoratori in tutto il mondo.
Approfondimenti
La sua storia personale è fatta di risalite, cadute e rinascite, ed è uno specchio di quella Los Angeles multiculturale da cui trae ispirazione ogni giorno. In un mondo in cui lo street food era spesso considerato marginale, Roy Choi lo ha reso cool, autentico e socialmente impattante, anche grazie a una forte presenza online.
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Come Roy Choi è passato dalla scuola di cucina ai food truck
La carriera di Roy Choi non è iniziata su un camion, ma in cucine ben più convenzionali. Dopo aver vissuto un’adolescenza turbolenta, il suo percorso professionale prende forma alla prestigiosa Culinary Institute of America di Hyde Park, New York, dove si diploma nel 1996. Per un periodo lavora in ristoranti di alta cucina, tra cui il celebre Le Bernardin di Manhattan e il Beverly Hilton Hotel, dove ricopre ruoli importanti in cucina.
Ma nonostante il successo iniziale, Choi sente che quel mondo gli sta stretto. La svolta arriva nel 2008, durante la crisi economica, quando decide di unirsi a un gruppo di amici per avviare un esperimento di ristorazione mobile: nasce così il Kogi BBQ Truck. L’idea era semplice quanto geniale: portare in strada il sapore del barbecue coreano con un tocco latino, servendo tacos ripieni di bulgogi e kimchi.
Il food truck diventa virale grazie ai social media, in particolare Twitter, e nel giro di pochi mesi Kogi BBQ è una moda in tutta Los Angeles. È l’inizio di una vera rivoluzione gastronomica.
Qual è il patrimonio e quanto guadagna Roy Choi oggi
Sebbene Roy Choi non sia uno chef da copertina come altri suoi colleghi televisivi, il suo impatto economico e culturale è indiscusso. Secondo stime recenti, il suo patrimonio netto si aggira attorno ai 5 milioni di dollari, anche se non esistono dati ufficiali confermati. Le sue fonti di reddito sono molteplici: oltre al successo dei food truck Kogi, ha lanciato numerosi altri progetti di ristorazione, tra cui Chego!, A-Frame, Alibi Room e LocoL, un esperimento sociale nato per portare cibo sano e a prezzi accessibili nei quartieri disagiati.
A questo si aggiungono collaborazioni editoriali, come la pubblicazione del suo memoir “L.A. Son: My Life, My City, My Food”, e apparizioni televisive, tra cui quella come co-conduttore della serie “Broken Bread” su KCET e Tastemade, premiata con un James Beard Award. Inoltre, ha contribuito come consulente gastronomico al film “Chef – La ricetta perfetta” di Jon Favreau, ispirato alla sua vita.
Il suo guadagno non si misura solo in termini monetari: Roy Choi è diventato un’icona culturale, un punto di riferimento per la comunità asiatica-americana e per chi sogna di cambiare il mondo partendo da un piatto.
Perché Roy Choi è considerato un eroe del cibo urbano e inclusivo
Uno dei motivi per cui Roy Choi è tanto amato è il suo impegno sociale. Non ha mai cercato il lusso né la fama, quanto piuttosto il cambiamento attraverso il cibo. Il progetto LocoL, avviato insieme allo chef Daniel Patterson, ne è un esempio emblematico: non si tratta solo di un ristorante, ma di un’iniziativa nata per contrastare la “desertificazione alimentare” nei quartieri poveri, offrendo pasti nutrienti a prezzi sostenibili e dando lavoro a giovani a rischio.
Choi è anche un forte sostenitore dei diritti dei lavoratori, della sostenibilità e della diversità culturale in cucina. Ha spesso dichiarato che la sua missione è quella di “nutrire le anime, non solo gli stomaci”. Le sue cucine accolgono tutti: immigrati, senzatetto, giovani con un passato difficile, famiglie, turisti. In un’epoca in cui la ristorazione è sempre più patinata, Roy Choi rimane fedele alla sua visione radicale e umana.
Qual è l’impatto culturale e mediatico di Roy Choi
Oggi Roy Choi è molto più di uno chef: è un personaggio mediatico, un comunicatore, un attivista. La sua presenza sui social è intensa, ma sempre autentica. Non promuove solo i suoi piatti, ma anche idee, cause e storie. La sua capacità di unire cibo, cultura e tecnologia è ciò che lo ha reso unico nel panorama gastronomico internazionale.
Non è un caso che sia stato inserito tra le 100 persone più influenti al mondo secondo il Time nel 2016, nella categoria “Pionieri”. E mentre continua a gestire i suoi progetti a Los Angeles, Roy Choi partecipa anche a conferenze internazionali, collabora con università, scrive articoli e produce contenuti con un forte impatto sociale.
Il suo esempio dimostra che è possibile fare imprenditoria gastronomica senza rinunciare ai propri valori, con una visione che non si limita al profitto ma include il benessere della comunità.
Choi ha annunciato di voler espandere le sue attività anche oltre la California, con nuove aperture e format ibridi tra ristorante e spazio culturale. E mentre tanti chef puntano a stellate Michelin e lussuosi resort, lui rimane fedele alla sua visione popolare e accessibile, dove un taco può valere quanto una cena gourmet. In parallelo, si vocifera che possa tornare in TV con nuovi format dedicati alla cucina urbana e sostenibile, seguendo il filone già tracciato da “Broken Bread”.