Qualunque imprenditore che si rispetti sa perfettamente che nel momento in cui fonderà la propria azienda dovrà necessariamente stilare, a scadenza periodica, il proprio bilancio d’esercizio, che accerterà a norma di legge la sua situazione patrimoniale. Il bilancio d’esercizio è composto da una serie di importanti documenti: troviamo al suo interno lo stato patrimoniale, il conto economico, il rendiconto finanziario e lo stato patrimoniale. Quest’ultimo definisce per l’appunto la situazione patrimoniale di un’impresa ed è diviso in due sezioni contrapposte, ovvero l’attivo e il passivo.
Approfondimenti
Per potere stilare uno stato patrimoniale nella maniera corretta, senza rischiare di incorrere in errori, può senza dubbio essere una buona idea fare afffidamento ad un file Excel. Questo strumento del pacchetto Office è molto utile a chiunque voglia gestire le proprie finanze in modo efficace, effettuando calcoli molto precisi e mantenendo sempre in ordine i dati necessari. Vediamo dunque insieme un esempio di stato patrimoniale sviluppato su Excel.
Come è strutturato uno stato patrimoniale
Prima di entrare più nel dettaglio nel merito della questione con tutte le specifiche tecniche per la creazione di un foglio Excel ad hoc, vediamo come si struttura uno stato patrimoniale, le cui caratteristiche obbligatorie sono definite dall’art. 2423 e dall’art 2424 del Codice Civile. Il primo articolo, in particolare, determina che:
Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell’esercizio. Se le informazioni richieste da specifiche disposizioni di legge non sono sufficienti a dare una rappresentazione veritiera e corretta, si devono fornire le informazioni complementari necessarie allo scopo. Non occorre rispettare gli obblighi in tema di rilevazione, valutazione, presentazione e informativa quando la loro osservanza abbia effetti irrilevanti al fine di dare una rappresentazione veritiera e corretta. Rimangono fermi gli obblighi in tema di regolare tenuta delle scritture contabili. Le società illustrano nella nota integrativa i criteri con i quali hanno dato attuazione alla presente disposizione.
Nell’articolo 2424 invece vengono specificati gli elementi da inserire nello stato patrimoniale. Per quanto riguarda la colonna degli attivi sarà dunque obbligatorio includere:
- I crediti verso soci per versamenti ancora dovuti, con separata indicazione della parte già richiama
- Le immobilizzazioni, comprese quelle materiali, immateriali e finanziarie
- L’attivo circolante, come le rimanenze, i crediti, le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni e le disponibilità liquide
- I ratei e i risconti
Per quanto riguarda la colonna delle passività, invece, nello stato patrimoniale bisogna includere:
- Il patrimonio netto (il capitale, la riserva da sovrapprezzo di azioni, le riserve di rivalutazione e altre riserve)
- I fondi per rischi ed oneri
- Il trattamento di fine rapporto (TFR) per lavoro subordinato
- I debiti: in questo caso è importante indicare in maniera separata, per ciascuna voce, quelli legati agli importi esigibili oltre l’esercizio successivo
- I ratei e gli sconti
La fase della riclassificazione
Una volta chiarite quali sono le principali voci dello stato patrimoniale è necessario stilarlo ma organizzandolo in modo tale che sia più facile da consultare e da analizzare. Esistono essenzialmente due modi per riclassificare lo stato patrimoniale: lo si può fare in modo funzionale, suddividendo i conti secondo l’area gestionale di appartenenza; in alternativa è possibile eseguire questa operazione con un criterio finanziario, riordinando le voci contabili in base al loro grado di esigibilità o liquidità.
Un esempio pratico di stato patrimoniale in Excel
In questo processo, un programma come Excel viene dunque in nostro aiuto, contribuendo a riordinare le informazioni e permettendoci di stilare uno stato patrimoniale che potremo sempre consultare con un semplice click, aggiornandolo all’occorrenza.
Il primo step ovviamente sarà creare un foglio di lavoro, un’operazione possibile cliccando su “Nuovo Foglio” nella scheda Home del software o, in alternativa, attraverso la funzione Fogli del proprio account Google Drive se si sta lavorando esclusivamente online. Una volta creato un nuovo foglio sarà necessario strutturare l’intestazione, creando per esempio su tutta la riga 1 il titolo “Stato Patrimoniale”.
Più sotto, per esempio nella casella A4 potremo indicare la dicitura “Attivo”, elencando nelle righe sottostanti tutti le voci richieste divise per categoria (per esempio: sotto la riga A-I sulle immobilizzazioni materiali) potremo inserire “Concessioni, licenze, marchi e diritti simili”, “Immobilizzazioni in corso e acconti” etc); più in basso, al di sotto della riga “Passivo” seguiremo lo stesso procedimento inserendo per esempio “Debiti verso fornitori”, “Debiti verso l’Erario” etc. Nella colonna a fianco, quella sotto la lettera B, andremo poi ad inserire tutti i relativi importi collegati alle voci indicate a sinistra. Molto importante inoltre che tali importi vengano sommati in automatico: per creare questa funzione sarà necessario selezionare una cella accanto ai numeri da sommare, scegliere “Somma automatica” nella scheda Home e premere “Invio”. A seconda delle esigenze e delle preferenze di ognuno, evidentemente, sarà sempre possibile formattare il file a proprio piacimento, colorando lo sfondo delle caselle, aggiungendo grassetti o qualuque altro elemento utile per una lettura rapida ed intuitiva dello stato patrimoniale così creato. L’Agenzia delle Entrate a proposito, ha messo a disposizione sul suo sito ufficiale un modello di stato patrimoniale in Excel ben fatto che potrà essere utilizzato da chi è ancora inesperto in materia.