Non c’è dubbio rispetto al fatto che le biblioteche posseggano un fascino immortale: si tratta dei luoghi della cultura per eccellenza, quelli dove i giovani universitari passano le ore a preparare gli esami, gli anziani a leggere i giornali e dove tutti gli appassionati di lettura si riuniscono quotidiamente alla ricerca di un po’ di silenzio e relax. Le biblioteche sono per molti versi dei “luoghi dell’anima”, dove è possibile coltivare i propri interessi e passioni culturali conoscendo al contempo anche altre persone (seppur silenziosamente!). Non c’è dunque da stupirsi se siano in tanti, soprattutto tra chi ama leggere, a sognare di potere un giorno lavorare all’interno di queste strutture. Ma come si fa e cosa è necessario sapere? Ecco tutte le risposte a queste domande.
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Come lavorare in biblioteca?
Non esiste al momento una sola strada per poter intraprendere la carriera di bibliotecario. Oltre al classico concorso pubblico, di cui parleremo più approfonditamente qui di seguito, chi è interessato avrà a disposizione anche altre opzioni. Vediamole insieme
1. Il concorso pubblico
La maggior parte dei bibliotecari che oggi lavorano in una struttura simile hanno avuto accesso a questo tipo di professione partecipando ad un concorso pubblico indetto dalle Regioni, di norma sostenendo una prova scritta e una orale. Bisogna comunque ricordare che i bandi non vengono emanati ogni anno, per cui per non perdersi un’occasione simile è consigliabile tenere sempre d’occhio i siti delle varie Regioni.
Dopo essersi candidati bisogna sempre essere in possesso di alcuni requisiti di base. Generalmente non ci sono particolari limiti di età: potranno avere accesso a questa opportunità i cittadini italiani dai 18 anni fino all’età pensionabile. Solitamente, inoltre, non è richiesta una laurea per forza di cose: comunque sia al momento delle prove bisognerà dare dimostrazione di essere in possesso di competenze nell’ambito dell’archivistica, della biblioteconomia e del diritto pubblico. Molto apprezzata è inoltre la conoscenza di almeno una lingua straniera.
2. Gli stage curricolari
Esistono fondamentalmente due tipi di stage nel nostro paese: quello curricolare, necessario per ottenere dei crediti che danno accesso alla laurea per gli studenti universitari, e quelli extracurricolari, slegati dall’ambito universitario. A volte partecipare ad uno stage curricolare può permettere di avere un accesso prioritario ad alcune biblioteche private. In alternativa, potrebbe semplicemente servire per acquisire le competenze necessarie e per partire avvantaggiati rispetto ad altri candidati nel relativo concorso pubblico.
Ovviamente affinché questa opzione possa essere disponibile è necessario che la relativa biblioteca sia aperta alla possibilità di avere uno stagista al suo interno. A volte questa opportunità può essere concessa anche agli studenti delle scuole medie superiori attraverso il percorso PCTO voluto dal Governo Renzi.
3. Il servizio civile
Un’altra via percorribile è quella del volontariato di 12 mesi da svolgere per la Repubblica Italiana. Importante ricordare in questo caso che per ogni volontario sarà previsto un piccolo rimborso spese mensile di 444,30 euro. Sono tanti gli enti convenzionati che possono aver bisogno di una figura simile, tra cui per l’appunto anche le biblioteche. Per avere accesso a questa opzione bisogna candidarsi al relativo bando, di norma annuale, entro il mese di marzo dell’anno in cui si è intenzionati a svolgere questa attività. Ogni bando prevede delle specifiche condizioni: ad ogni modo, nella maggior parte dei casi vi possono avere accesso cittadini italiani tra i 18 e i 20 anni d’età.
4. Le candidature spontanee
Nulla vieta di inviare alle cooperative o alle biblioteche private la propria candidatura spontanea. Si può scegliere in questo caso di cercare i contatti della relativa biblioteca online (di norma sul sito ufficiale c’è una pagina apposita, con il relativo form da compilare o l’indirizzo e-mail di riferimento) oppure si può considerare la possibilità di consegnare a mano il proprio cv. Ricordiamoci di curare molto bene il nostro curriculum vitae a dovere, riassumendo le nostre esperienze rilevanti su una singola pagina ed evidenziando quelle più in linea con la posizione. È di estrema importanza, inoltre, fare attenzione a tutti gli eventuali refusi o agli errori grammaticali che potrebbero compromettere la nostra possibilità di essere selezionati o assunti. Non dimentichiamo, in aggiunta, che una posizione simile richiede necessariamente (com’è ovvio) una solida cultura generale e una naturale passione per la lettura: senza questi requisiti difficilmente riusciremo a fare bella figura ad un colloquio.
Quanto può guadagnare un bibliotecario?
Veniamo ora alle questioni più prettamente economiche: che tipo di stipendio e inquadramento può sperare di ottenere una persona che lavora in una biblioteca? Con i concorsi, di norma, le Regioni vanno alla ricerca di candidati da inserire a tempo indeterminato. La situazione cambia chiaramente se la posizione aperta fosse un “semplice” stage. Ad ogni modo, gli stipendi possono variare e di molto a seconda della singola struttura: nel 2024, per esempio la maggior parte dei bibliotecari/documentalisti ha percepito stipendi medi compresi tra i 983 euro e i 2..809 euro mensili, a seconda del livello e della posizione occupati.