
Chi investe nei mercati finanziari, che si tratti di azioni, ETF, fondi o criptovalute, prima o poi si imbatte in una parola tanto tecnica quanto cruciale: drawdown. È uno dei concetti più rilevanti per comprendere quanto un portafoglio possa soffrire durante le fasi negative del mercato e, di conseguenza, quanto sia resiliente.
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Comprendere che i mercati non crescono in linea retta, ma seguono andamenti altalenanti, è fondamentale per chi desidera investire con successo nel medio-lungo periodo. Il drawdown è quindi un termometro del rischio, un indicatore che misura le perdite potenziali in un determinato arco temporale. E soprattutto, è un dato che ci aiuta a capire se la nostra strategia d’investimento è sostenibile nei momenti di stress.
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Cos’è un drawdown nel mondo finanziario
Il drawdown indica la differenza tra il picco massimo e il successivo minimo di un investimento o di un portafoglio prima di un nuovo rialzo. In altre parole, mostra la perdita temporanea massima che si sarebbe verificata in un certo periodo di tempo. Il drawdown si esprime in valore percentuale, ed è un dato essenziale per chi vuole comprendere non solo i guadagni potenziali di un investimento, ma anche le sue possibili perdite temporanee.
È importante chiarire che il drawdown non rappresenta una perdita definitiva, bensì una fase di discesa che può essere (e spesso è) seguita da una ripresa. Tuttavia, quanto più profondo è il drawdown, tanto maggiore sarà il tempo e lo sforzo richiesti per tornare ai valori iniziali. Se possediamo un titolo per cui calcoliamo un drawdown del 20%, ad esempio, dovremo essere consapevoli che quello stesso titolo richiede un guadagno del 25% per recuperare; con un drawdonw del 50%, richiede addirittura un +100%.
Per questo motivo, monitorare e contenere il drawdown è più importante del semplice inseguimento del rendimento. Un investimento che rende mediamente l’8% annuo ma con drawdown regolari del 40% potrebbe essere molto più rischioso e psicologicamente difficile da sostenere rispetto a uno che rende il 6% con drawdown del 10%.

Il drawdown coinvolge la psicologia dell’investitore
La gestione del drawdown è anche una questione di emotività e disciplina. Durante i momenti di crisi, molti investitori si lasciano prendere dal panico e vendono nel momento peggiore: ovvero quando il portafoglio è al minimo. Questo comportamento irrazionale è spesso dettato dalla mancata comprensione del drawdown.
Accettare che i ribassi fanno parte del gioco è fondamentale. I mercati sono ciclici, e le fasi di drawdown sono inevitabili. Gli investitori di successo sono quelli che sanno gestire le emozioni, rimanere fedeli alla propria strategia e, se necessario, ribilanciare piuttosto che abbandonare il campo.
Per questo motivo, chi ha una bassa tolleranza al rischio dovrebbe prediligere portafogli con drawdown storicamente contenuti, anche a costo di rinunciare a una parte del potenziale rendimento. È molto meglio ottenere un rendimento minore, ma riuscire a dormire sereni la notte, che esporsi a forti perdite e agire impulsivamente.

Le principali cause del drawdown in un portafoglio
Il drawdown può essere influenzato da numerosi fattori. Innanzitutto, dalla composizione del portafoglio: più il portafoglio è esposto ad asset volatili come azioni, criptovalute o fondi tematici, maggiore sarà la probabilità di subire drawdown profondi.
Anche la mancanza di diversificazione contribuisce ad aumentare il rischio di drawdown. Un portafoglio concentrato su pochi settori o strumenti può crollare rapidamente se quei settori vengono colpiti da un evento avverso. Al contrario, la diversificazione intelligente, che combina strumenti con comportamenti decorrelati (azioni, obbligazioni, oro, liquidità), può smorzare gli effetti negativi.
Un altro elemento importante è la frequenza con cui si rivedono le allocazioni. Lasciare un portafoglio invariato per anni potrebbe portare a uno sbilanciamento progressivo, soprattutto dopo periodi prolungati di rialzo di una singola asset class, esponendo l’investitore a un drawdown più marcato in caso di inversione di tendenza.

Strategie efficaci per mitigare l’impatto del drawdown
Ridurre il drawdown significa proteggere il capitale nei momenti difficili. Una delle tecniche più utilizzate è il ribilanciamento periodico del portafoglio: vendere parte degli asset che hanno avuto una crescita significativa per rafforzare quelli che sono temporaneamente in calo. Questo consente di controllare la volatilità e mantenere fede al proprio piano iniziale.
La diversificazione per asset class, aree geografiche e settori è un’altra strategia fondamentale. Ad esempio, combinare ETF azionari globali con ETF obbligazionari o fondi a bassa volatilità può creare un equilibrio utile nei momenti di crisi. Anche strumenti come i fondi flessibili o i target volatility funds possono contribuire a ridurre i drawdown, grazie a una gestione dinamica del rischio.
Non bisogna poi sottovalutare l’utilizzo di una quota di liquidità: avere una parte del portafoglio non investita permette di cogliere opportunità nei momenti di ribasso e riduce l’impatto emotivo dei drawdown, offrendo un cuscinetto psicologico e operativo.

Tempo e pazienza: due alleati
Il tempo è il miglior alleato dell’investitore. Un portafoglio ben costruito, anche se colpito da drawdown temporanei, tende a recuperare con il passare degli anni. I dati storici dimostrano che, dopo ogni crisi, i mercati hanno sempre trovato la forza per riprendersi, spesso anche con forza sorprendente.
La pazienza, unita alla consapevolezza del proprio profilo di rischio, è ciò che distingue l’investitore occasionale da quello strutturato. Accettare la presenza dei drawdown come parte integrante del percorso d’investimento permette di rimanere concentrati sugli obiettivi di lungo termine, evitando reazioni impulsive e dannose.

Drawdown e strategia di accumulo
Una delle strategie che meglio si adatta a chi teme il drawdown è il Piano di Accumulo Capitale (PAC). Questo metodo prevede investimenti regolari e costanti nel tempo, indipendentemente dall’andamento dei mercati. Nei periodi di drawdown, il PAC consente di acquistare più quote a prezzi scontati, migliorando così il prezzo medio di carico.
Anziché temere il drawdown, il PAC lo trasforma in opportunità di accumulo, sfruttando la volatilità a proprio favore. Questa strategia è particolarmente indicata per gli investitori che hanno orizzonti temporali lunghi e desiderano evitare di “indovinare” il momento migliore per entrare nel mercato.

L’importanza della pianificazione
Il drawdown è una realtà ineludibile per chi investe. Ignorarlo può portare a scelte affrettate, mentre affrontarlo con gli strumenti giusti permette di costruire strategie solide e durature. La pianificazione finanziaria, l’educazione e la gestione del rischio sono i pilastri per affrontare le fasi negative dei mercati con lucidità.
Utilizzare strumenti di analisi storica, affidarsi a consulenti esperti e mantenere una strategia coerente ai propri obiettivi può fare la differenza nei momenti in cui i drawdown mettono alla prova anche gli investitori più esperti.
Il drawdown non è il nemico dell’investitore, ma una componente naturale del ciclo dei mercati. La differenza tra chi subisce passivamente le sue conseguenze e chi riesce a trasformarlo in una leva per rafforzare il proprio portafoglio sta tutta nella conoscenza e nella preparazione.
Investire con consapevolezza significa accettare l’esistenza dei drawdown, ma anche pianificare per limitarne l’impatto, adattare la strategia al proprio profilo di rischio e mantenere la rotta anche quando il mercato attraversa acque agitate. In questo modo, sarà possibile navigare con successo verso gli obiettivi di lungo termine.